Aller au contenu
Logo Caradisiac      

Téléchargez nos application

Disponible sur App Store Disponible sur Google play
Publi info
Histoires du sport automobile

TARGA FLORIO E LE CORSE SICILIANE


Invité §sho727jx
 Partager

Messages recommandés

http://img65.imageshack.us/img65/1278/lanciad20millemiglia195.jpg

 

 

la D20 della Lancia color blu scuro -crema che è uscita stamane con Lancia Story ( produzione Starline) è idonea per fare la riproduzione della vettura vincitrice nel 53 o il blu non è corretto? ( sperando poi che non ci siano altre modifiche sostanziali da fare..)

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §sho727jx

http://img65.imageshack.us/img65/1278/lanciad20millemiglia195.jpg

 

 

la D20 della Lancia color blu scuro -crema che è uscita stamane con Lancia Story ( produzione Starline) è idonea per fare la riproduzione della vettura vincitrice nel 53 o il blu non è corretto? ( sperando poi che non ci siano altre modifiche sostanziali da fare..)

 

 

884603193_lanciatarufficopy.jpg.bae9385c9c91017ba628d5dc16f38575.jpg

 

si tratta dello stesso modello uscito con la collezione MM

le modifiche più importanti sono quelle indicate dalle frecce; in più altre piccole rifiniture come il serbatoio all'interno color alluminio; cornici dei vetri, targhe, numeri...

 

:jap::jap:

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Siete sempre incredibili quando fate le vostre inchieste impossibili....da profano esterno, valutando quanto da Voi esposto, direi anch'io Biondetti-Ferrari/Jaguar-1951...

 

Ieri, qui a Lampedusa, grazie ai buoni uffici di Spazzaneve, breve ma simpaticissimo incontro informale tra il sottoscritto ed un Nanni Galli in versione...isolana! Nanni è un vero signore, avrebbe tanti motivi per "tirarsela" un casino ed invece è assolutamente semplice ed alla mano....tra l'altro mi ha detto che è felice possessore della sua...Tecno F.1 12 boxer, appena finita di restaurare....ad un recente raduno in Austria, dove erano presenti tra l'altro Sir Stirling Moss e David Coulthard, nonchè alcune F.1 motorizzate Cosworth 8V, all'accensione della Tecno tutti hanno lasciato il resto e sono corsi a vedere e sentire il gioiello!

 

Si è anche emozionato (parole sue...) a vedere il mio modello dell'Alfa 33 "Flèron" '67, con cui ha corso con Giunti alla Targa, e che era stato appositamente predisposto per il suo autografo, che è stato corredato anche da una piccola dedica (libiiidine :love::love::love: ....), ovviamente seguiranno foto al mio rientro a Palermo....

 

Di questa macchina ricordava anche la pessima tenuta di strada, migliorata l'anno successivo con la modifica della sospensioni anteriori....a proposito della sua vittoriosa partecipazione alla Montepellegrino '67 con la stessa vettura, gli ho chiesto come mai l'Autodelta avesse portato a Palermo le versioni "coda lunga"...mi ha risposto che semplicemente l'ing. Chiti (che forse intendeva accelerare al massimo lo sviluppo...) aveva disponibili

queste macchine (non certo ideali per una salita, soprattutto stretta e tortuosa come la Montepellegrino) e ha deciso di venire a correre lo stesso, sicuro di vincere...e infatti...

 

A presto con le foto...e grazie sempre a Spazzaneve!

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §yps077Pi

tornando a parlare con pragmatismo del futuro di floriopoli, mi riallaccio al progetto del presidente Avanti circa la creazione di una scuola di guida sicura, possibile allargando il paddock con massiccio sbancamento della collinetta dietro ai box: la creazione di un'area paddock dalle dimensioni piu' moderne potrebbe essere in effetti utilizzata per la creazione di una scuola di guida sicuRa sulla falsariga di quanto gia' esistente qui in piemonte: a susa opera infatti una scuola di guida sicura accreditata con la regione piemonte, che beneficia di finanziamenti statali, regionali ed europei: si chiama MOTOROASI (il sito è motoroasi.com) e si struttura con una pista con percorsi selettivi con muri d'acqua, asfalti differenziati a bassa aderenza e altre diavolerie quali il simulatore di impatto laterale, etc...ho avuto al fortuna di partecipare gratuitamente ad un corso organizzato dalla ASL in cui lavoro, ASL TO3, durante il quale ho imparato a gestire varie situazioni di pericolo a bordo della mia panda di servizio in dotazione al nostro reparto ospedaliero...la pista è un vero e proprio gioiellino, non estesissima in quanto a superficie, ma veramente ben attrezzata, con la chicca degli ostacoli tutti a muro d'acqua, potrebbe pertanto essere compatibile, se riprodotta nel paddock di floriopoli, con un utilizzo polivalente dell'area...parco assistenza per il raly moderno, paddock per la megarievocazione storica a cadenza bi o triennale, pista guida sicura per il resto dell'anno....con un programma quasi quotidiano di corsi per neopatentati, che in piemonte la regione offre gratuitamante per l'appunto sulla pista di motoroasi a susa...ricordo ancora il sito web, www.motoroasi.com, sarei grato a qualcuno di voi,amici, se si potesse sensibilizzare il PRESIDENTE AVANTI IN MERITO A QUESTO PROGETTO...

 

 

CARO GULF, CONSENTIMI UNA "CICERO PRO DOMO SUA"..... IO NON HO MAI FATTO PUBBLICITA' SUL FORUM DELLA MIA SCUOLA DI PILOTAGGIO NATA A PERGUSA NEL 1991 E CHE TUTTORA OPERA (POCO- I MOTIVI SONO LUNGHI...) SOPRATUTTO CON ENTI PUBBLICI CON CORSI ANCHE DI TIPO PROFESSIONALE. VOGLIO SPERARE CHE ANCHE LA MIA SCUOLA POSSA ESSERE PRESA IN CONSIDERAZIONE ANCHE PER LA LUNGA E PREZIOSA ESPERIENZA CUMULATA CON CENTINAIA DI CORSI DI GUIDA SICURA, MOLTI DESTINATI AI GIOVANI.... CHE NE PENSI? CIOA ARMANDO Y1

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §yps077Pi

IN MERITO ALLA SCUOLA DI PILOTAGGIO DENOMINATA "SA DRIVING GROUP" SI PUO' CONSULTARE IL SITO "WWW.SADRIVING.COM" E VEDERE LA GRANDE TIPOLOGIA DI CORSI EFFETTUATI IN 18 ANNI DI ATTIVITA', UN PO' IN SORDINA COME LA REALTA' SICULA IMPONE. PER LA CRONACA ABBIAMO FATTO LAVORI CHE NESSUN'ALTRA SCUOLA HA FATTO COME LA PREPARAZIONE DI OLTRE 500 VIGLI DI POLIZIA MUNICIPALE IN SICILIA PER IL CONSEGUIMENTO DELLA PATENTE SPECIALE DI SERVIZIO OLTRE AD ALTRE POLIZIE LOCALI. PER I NEOPATENTATI ABBIAMO FATTO DIVERSI CORSI MALGRADO L'OSTILITA' DELLE SCUOLE GUIDA. CIO' PER MAGGIORE INFORMAZIONE. GRAZIE PER L'ATTENZIONE. ARMANDO Y1

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

VOGLIO SPERARE CHE ANCHE LA MIA SCUOLA POSSA ESSERE PRESA IN CONSIDERAZIONE ANCHE PER LA LUNGA E PREZIOSA ESPERIENZA....

 

Ma certo che deve essere presa in considerazione, visto che già esiste e potrebbe suggerire molti dettagli tecnici sulla "nuova" pista e sulla locazione dei servizi nell'area...inoltre sarebbe auspicabile che un Direttore della Scuola che abbia "pesanti" trascorsi in Targa Florio e che si trova ad essere il Presidente dell'Associazione "Amici della Targa Florio" sia la persona ideale per fare crescere una realtà "moderna" in un contesto "storico" senza stravolgere quest'ultimo....non ho ancora bene letto lo statuto dell'Associazione (poco tempo e pubblicato piccolo...) e non so se la doppia veste potrebbe configurare conflitti d'interesse, ma anche in questo caso, basta sistemare le cose prima.....l'importante è fare tutto senza mai dimenticare gli obbiettivi primari....

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §sho727jx

Bello e interessante non c'è dubbio..., ma temo che lo spazio non ci sia, o meglio: o un museo come si deve, o una pista test. I 14 ettari non devono trarre in inganno; in realtà, come già detto, la conformazione dell'area è infelice e si estende per lo più in direzione perpendicolare alle tribune...con una strada veicolare provinciale che l'attraversa e con notevole dislivello da un estremo all'altro.

L'ideale a mio giudizio potrebbe essere quello di creare una doppia bretella che bypassi l'area rendendola non praticabile al normale traffico; un'area recintata e protetta nella quale l'attuale strada tra gli edifici diventi parte del mini circuito test con sviluppo a valle; nell'area a monte alle spalle dei box, potrebbe svilupparsi il progetto museo da integrarsi all'esistente.

L'attuale passerella metallica (da restaurare) o un eventuale tunnel sotteraneo garantirebbero la continuità di comunicazione tra le varie parti di fabbricati.

Sembrano utopie..., ma se si vuole qualcosa di veramente efficiente e funzionale, ci si accorgerà che non sono soluzioni impossibili ! Mink...che sono diventato...ottimista !

 

:jap::jap::jap: [/quotemsg]

 

Correggo quanto scritto sopra in precedenza...

Da ulteriori più approfonditi accertamenti, mi sono accorto che l'area non è esattamente come l'ho descritta:

Lo sviluppo nella parte a valle è inconsistente, non arriva affatto alla ferrovia come pensavo, ma c'è una notevole fascia di rispetto, per cui il limite si riduce a poche decine di metri sotto gli edifici lato valle.

Lo sviluppo dell'area è quindi in massima parte nella zona collinosa alle spalle dei box e all'incirca parallelamente al breve rettilineo prima del bivio stazione; quindi l'unica disponibilità è tutta a monte, il che (altimetria a parte...) non sarebbe poi male.

Inoltre da precisare che la strada che attraversa Floriopoli non è Provinciale, ma è la SS 120 !

 

1809067363_floriopoliarea.jpg1..jpg.a5b4751eb5508ca84f4b6871734bed43.jpg

 

grossomodo l'area dovrebbe essere questa

 

:jap::jap:

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §ran085xF

[quotemsg=

Ma certo che deve essere presa in considerazione, visto che già esiste e potrebbe suggerire molti dettagli tecnici sulla "nuova" pista e sulla locazione dei servizi nell'area...inoltre sarebbe auspicabile che un Direttore della Scuola che abbia "pesanti" trascorsi in Targa Florio e che si trova ad essere il Presidente dell'Associazione "Amici della Targa Florio" sia la persona ideale per fare crescere una realtà "moderna" in un contesto "storico" senza stravolgere quest'ultimo....non ho ancora bene letto lo statuto dell'Associazione (poco tempo e pubblicato piccolo...) e non so se la doppia veste potrebbe configurare conflitti d'interesse, ma anche in questo caso, basta sistemare le cose prima.....l'importante è fare tutto senza mai dimenticare gli obbiettivi primari....

 

 

 

Beppe..Vit...

...segui queste semplici istruzioni.....

statuto.jpg

su flick..con questo simbolo puoi allargare tutte le immagini...(Chiaramente se postate in buona risoluzione)

(Lo statuto e' postato ad alta risoluzione).......

 

Altra cosa

il Presidente dell'associazione "Amici delle Targa Florio" e' Beppe Petracca

Armando Floridia ricopre il ruolo di Consigliere.......................

 

questo solo per la precisione......per evitare inutili disguidi..............

........chiaramente questo mio,,,,,,, e' scritto a nome di Ranocchio...abitante del forum.............

evitiamo cortesemente......di confondere chi ci legge.............Grazie.......

 

 

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §cat115pj

Siete sempre incredibili quando fate le vostre inchieste impossibili....da profano esterno, valutando quanto da Voi esposto, direi anch'io Biondetti-Ferrari/Jaguar-1951...

 

Ieri, qui a Lampedusa, grazie ai buoni uffici di Spazzaneve, breve ma simpaticissimo incontro informale tra il sottoscritto ed un Nanni Galli in versione...isolana! Nanni è un vero signore, avrebbe tanti motivi per "tirarsela" un casino ed invece è assolutamente semplice ed alla mano....tra l'altro mi ha detto che è felice possessore della sua...Tecno F.1 12 boxer, appena finita di restaurare....ad un recente raduno in Austria, dove erano presenti tra l'altro Sir Stirling Moss e David Coulthard, nonchè alcune F.1 motorizzate Cosworth 8V, all'accensione della Tecno tutti hanno lasciato il resto e sono corsi a vedere e sentire il gioiello!

 

Si è anche emozionato (parole sue...) a vedere il mio modello dell'Alfa 33 "Flèron" '67, con cui ha corso con Giunti alla Targa, e che era stato appositamente predisposto per il suo autografo, che è stato corredato anche da una piccola dedica (libiiidine :love::love::love: ....), ovviamente seguiranno foto al mio rientro a Palermo....

 

Di questa macchina ricordava anche la pessima tenuta di strada, migliorata l'anno successivo con la modifica della sospensioni anteriori....a proposito della sua vittoriosa partecipazione alla Montepellegrino '67 con la stessa vettura, gli ho chiesto come mai l'Autodelta avesse portato a Palermo le versioni "coda lunga"...mi ha risposto che semplicemente l'ing. Chiti (che forse intendeva accelerare al massimo lo sviluppo...) aveva disponibili

queste macchine (non certo ideali per una salita, soprattutto stretta e tortuosa come la Montepellegrino) e ha deciso di venire a correre lo stesso, sicuro di vincere...e infatti...

 

A presto con le foto...e grazie sempre a Spazzaneve!

 

 

Che meraviglia conoscere Nani Galli !!!! ... aspetto foto dello incontro ed anche del modello Alfa 33 ... pregoooooooooo..... .Baci a te ed a Spazzaneve!!!!

 

1331781998_Alfa33FleronTarga67.jpg.f950551812fd533cda87e74e8a90b7a2.jpg

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §enz203HF

...........Che meraviglia conoscere Nani Galli !!!! ... aspetto foto dello incontro ed anche del modello Alfa 33 ... pregoooooooooo..... .Baci a te ed a Spazzaneve!!!!.....

 

Ciao Caterina,

aggiungi queste alle altre , ormai ne dovresti avere la casa piena......

 

GINESTRE.jpg.c050c15837440d738416f2f0e2829d1b.jpg

 

Enzo :jap::jap:

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §ran085xF

Onore a un grande uomo di Targa

 

Jean Marie Behra (Nizza, 16 febbraio 1921 – Berlino, 1º agosto 1959) è stato un pilota di Formula 1 francese, deceduto sul circuito dell'AVUS durante il Gran Premio di Germania del 1959

Behra fece il suo debutto nel Gran Premio di Svizzera del 1952, alla guida di una Gordini, conquistando subito un terzo posto. Sempre nel 1952 ottenne un quinto posto.

Per il 1953 rimase alla casa francese, ma non andò a punti.

Lo si rivide veramente in classifica piloti nel 1955 con sei punti guadagnati.

Nel 1956 fece il suo miglior risultato in carriera con un quarto posto in classifica piloti e fino all'ultima gara, a Monza, fu in lotta con Juan Manuel Fangio e Peter Collins per la vittoria mondiale, ma non riuscendo a terminare la gara vide vanificate le sue speranze.

Andò peggio nel 1957, con un solo buon risultato: un secondo posto in Argentina. Il 1958 fu simile all'anno precedente.

Nel 1959 il francese venne ingaggiato dalla Ferrari come primo pilota, ma l'arrivo di Tony Brooks causò polemiche tra Behra e la scuderia, che si concluse con la separazione prima del GP dell'AVUS.[1] Proprio in questa gara il francese perse la vita

Oltre che con le monoposto Behra gareggiò anche con vetture a ruote coperte e tra i risultati di rilievo ottenuti si possono citare la vittoria alla 12 ore di Sebring del 1957 in coppia con Juan Manuel Fangio a bordo di una Maserati e un secondo posto alla Targa Florio dell'anno successivo a bordo di una Porsche 718.

In suo ricordo venne intitolato, dal 1961 al 1989, quello che è attualmente il Circuito di Nevers Magny-Cours

 

 

targaflorio1958behra.jpg

Targa 1958

41ed_1.jpg

jeanno10.jpg

 

Ovunque tu sia................... :jap::jap::jap::jap::jap:

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §sho727jx

 

biscardi.jpg1..jpg.08c11e1ba437d80e9ee09ac9c8364093.jpg

 

ed ora...lo sguub senzazionale del giorno...

 

Michael Schumacher sta per tornare alla guida di una monoposto di Formula 1, in sostituzione dell'infortunato Felipe Massa. Per poter correre di nuovo in Formula 1 dopo tre anni di assenza, però, il pilota tedesco deve ottenere di nuovo la superlicenza facendone richiesta all'Aci, di cui dev'essere socio. Il consiglio di amministrazione dell'Automobil Club di Palermo presieduto da Antonio Marasco, riunitosi oggi, ha anticipato i tempi e, prima ancora che la Ferrari ne faccia richiesta, ha deliberato di dare la licenza Aci-Csai al 'socio' Michael Schumacher.

 

Amministrazione con le palle...!!! :ange::ange::ange:

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §sho727jx

816208492_verdone2.jpg1..jpg.5eeb186f6e0cafcaf572a6f8bde755bd.jpg

 

er consiglio d'amministrazione s'è riunito oggi...1 agosto...de sabato...? a Palermo ?...co sto cardo...?

 

...e Michelone è annato a Palermo...a fasse socio ?...co sto cardo...?

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §mak773YH

https://aws-cf.caradisiac.com/prod/mesimages/336526/verdone 2.jpg1..jpg

 

er consiglio d'amministrazione s'è riunito oggi...1 agosto...de sabato...? a Palermo ?...co sto cardo...?

 

...e Michelone è annato a Palermo...a fasse socio ?...co sto cardo...?

 

 

 

Nooooooooooo che nun c'é annato

 

so quelli de ggiù che je portano a tessera sù 'ndove vole lui (sillla vole....) perfino 'n Svizzera oppuramente a Karpen

 

Ma é vera sta cosa? ssi llo fosse io nun c'avrebbe parole ppé definilla..........

 

A me me sa che si é vera quarcuno der forum a Miki ja ddà spiegà prima de ora

 

CHI, COME E PERCHE' - ma je l'à da spiegà a botte de quarche mijajo de-mail sur sito suo eppuro su quello der Cavallino

 

'n pò comm'é stato fatto sur sito dell'ARS quanno l'avete annegato de-mails (puro l'ingleso ce sò, questé struzzione...)

 

 

S'invece questa é na battuta da bare, beh rigà: ce sò caduto co tutte le scarpe ma intanto avete 'mparato quarcosa

 

dellidioma verdoniano, visto che llo tirate 'nballo ogni due ppé tre.

 

makò47

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §yps077Pi

VOGLIO SPERARE CHE ANCHE LA MIA SCUOLA POSSA ESSERE PRESA IN CONSIDERAZIONE ANCHE PER LA LUNGA E PREZIOSA ESPERIENZA....

 

Ma certo che deve essere presa in considerazione, visto che già esiste e potrebbe suggerire molti dettagli tecnici sulla "nuova" pista e sulla locazione dei servizi nell'area...inoltre sarebbe auspicabile che un Direttore della Scuola che abbia "pesanti" trascorsi in Targa Florio e che si trova ad essere il Presidente dell'Associazione "Amici della Targa Florio" sia la persona ideale per fare crescere una realtà "moderna" in un contesto "storico" senza stravolgere quest'ultimo....non ho ancora bene letto lo statuto dell'Associazione (poco tempo e pubblicato piccolo...) e non so se la doppia veste potrebbe configurare conflitti d'interesse, ma anche in questo caso, basta sistemare le cose prima.....l'importante è fare tutto senza mai dimenticare gli obbiettivi primari....

 

 

CARO BEPVIT, VOGLIO DIRTI GRAZIE PER LE TUE PAROLE E CHE IO NON SONO IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE AMICI DELLA TARGA FLORIO. IL PRESIDENTE E' IL DOTTO E DELIZIOSO BEPPE PETRACCA. IO SONO UN CONSIGLIERE.

UN CARO SALUTO- ARMANDO Y1

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §gul026Kg

caro armando y, bepvit mi ha anticipato sul tempo, anch'io sono d'accordo, ci mancherebbe!

la cosa migliore secondo me sarebbe sbancare ben bene l'area collinare della zona retrobox, con la creazione di un grande piazzale polifunzionale che possa essere usato vuoi per il paddock di servizio per la rievocazione, vuoi come parco assistenza per il rally moderno, e, ovviamente, anche come area attrezzata per i corsi di guida sicura, sullo stile pero' di quanto fatto a motoroasi, non quindi con la presenza di una vera e propria minipista, che a me personalmente continua a non convincere..

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §enz203HF

TARGAPEDIA-BANNER-FLORIO.jpg.c29503310025a433b93b96288bc1873c.jpg

 

Chers Amis de Don Vincenzo Florio , de la Targa Florio et de Targapedia, Bonne Dimanche.

C'est un petit (?) cadeau che moi avec l'ami Paolo Monello (auteur du recit) nous vous faisons . Bonne lecture !

 

Cari Amici di Don Vincenzo Florio , della Targa Florio e di Targapedia, Buona Domenica

Questo è un piccolo (?) regalo che io con l'amico Paolo Monello (autore del racconto) vi facciamo . Buona lettura !

 

 

Il y à beacoup des mois Paolo Monello il nous a proposés ce récit, qui comme autres choses sorties de sa plume, nous a laissé tous étonnés. Il est pour ceci, et même pour maintenir foi à une promesse faite à l'ami Paolo, que j'ai traduit, j'espère en manière compréhensible et avec peu d'erreurs, dont je m'excuse à l’avance, ce récit en français, en l'offrant à vous amies de forum-auto que vous nous recevez avec tant de patience.

Je repropose même le récit en italien pour l'offrir à qu’il s'est ajouté de peu parmi les amis de la Targa Florio.

 

Le récit est accompagné de quelques photos d'époque des divers peintures oeuvre de notre « maestro » Salvo Manuli

En relisant le récit et en faisant dû attention pour la traduction, je me suis rendu compte de son actualité ! Pour cette raison je pense serait beau lu'offrir au Président de la Province de Palerme Giovanni Avanti, parce qu'il puisse trouver la juste inspiration sur les choses nécessaires encore à faire.

 

Qu'en penses-tu Paolo ?

 

1906-CAV.AUTERI.jpg.f340ec7336f2f2b755f56f62782bc03a.jpg

 

Diversi mesi fa Paolo Monello ci ha proposto questo racconto , che come altre cose uscite dalla sua penna , ci ha lasciato tutti meravigliati.

E’ per questo , ed anche per mantenere fede ad una promessa fatta all’amico Paolo , che ho tradotto , spero in maniera comprensibile e con pochi errori , dei quali mi scuso anticipatamente, questo racconto in francese , regalandolo a voi amici di forum-auto che ci ospitate con tanta pazienza.

Ripropongo anche il testo in italiano per offrirlo a chi si è aggiunto da poco tra gli amici della Targa Florio.

 

Il racconto è accompagnato da alcune foto d’epoca e da diversi quadri opera del nostro “maestro” Salvo Manuli

Rileggendo il testo e facendo la dovuta attenzione per la traduzione , mi sono reso conto della sua attualità ! Per questo motivo penso sarebbe bello regalarlo al Presidente della Provincia Giovanni Avanti , affinchè possa trovare la giusta ispirazione sulle cose necessarie ancora da fare.

 

Cosa ne pensi Paolo ?

 

§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§

 

En 1912 Vincenzo Florio crée le Giro di Sicilia (Tour de Sicile), une nouvelle manifestation automobile qui prévoyait une course qui aurait touché toutes les villes de l'Île, en accomplissant le périple. Un incroyable pari, même en considération de la condition des routes siciliennes, des difficultés logistiques, et du comme n'importe quel chose était fait, même dans ces ans, en Sicile il devenait une véritable entreprise. Vincenzo Florio ensemble aux amis sportifs qui comprenaient les meilleurs noms de la noblesse sicilienne de l'époque, avait déjà vaincu le pari avec sa Targa Florio, qui aussi parmi peu de difficulté elle était arrivée à sa 5° édition. Mais il en ayant bien compris la vague d'innovation « révolutionnaire » que les automobiles auraient porté à sa terre, avec des indubitables bénéfices de développement economique, touristique et culturel Vincenzo Florio entreprises ce nouveau défi.

Vincenzo Florio n'omettait rien au hasard, la parfaite organisation de ses courses était ce quelque chose en plus qu'il offrait aux participants, soit de la Targa Florio que du “nouveau-né “ Giro di Sicilia.

Ce récit, fruit de la fantaisie de notre ami Paolo Monello, parle d'un voyage entrepris de Vincenzo Florio et de ses amis pour vérifier en personne les lieux qui auraient été traversés là par quelque mois de sa nouvelle course automobile. Tres important vérifier la condition des routes et la possibilité d'avoir assistance pour les participants long le tres difficile tracé..

Il est ainsi que Vincenzo Florio rencontre dans un village qui dans le récit est appelé “Crestula” Don Ciccino surnommé “Caramella” (Bonbon), la personne plus érudite du pays et pour celui pris en raillé de ses concitoyens.

Mais Vincenzo Florio, grand entrepreneur et un grand connaisseur de la psychologie humaine il en fait un tres valide allié sur la place pour son « Giro di Sicilia ».

 

Nel 1912 Vincenzo Florio crea il Giro di Sicilia , una nuova manifestazione automobilistica che prevedeva una corsa che avrebbe toccato tutte le città dell’Isola , compiendone il periplo.

Una incredibile scommessa , anche in considerazione dello stato delle strade siciliane , delle difficoltà logistiche , e di come qualsiasi cosa venisse fatta , anche in quegli anni, in Sicilia diventava una vera e propria impresa.

Vincenzo Florio insieme agli amici sportivi che comprendevano i migliori nomi della nobiltà siciliana dell’epoca , aveva già vinto la scommessa con la sua Targa Florio, che pur tra non poche difficoltà era giunta alla sua 5° edizione. Ma avendo ben compreso la ventata di innovazione “ rivoluzionaria ” che le automobili avrebbero portato alla sua terra , con indubbi benefici di sviluppo economico , turistico e culturale intraprese questa nuova sfida.

Vincenzo Florio non tralasciava nulla al caso , la perfetta organizzazione delle sue corse era quel qualcosa in più che offriva ai partecipanti , sia della Targa Florio che del “ neonato “ Giro di Sicilia.

Questo racconto , frutto della fantasia del nostro amico Paolo Monello , parla di un viaggio intrapreso da Vincenzo Florio e dai suoi amici per verificare in persona i luoghi che sarebbero stati attraversati di lì a qualche mese dalla sua nuova corsa automobilistica. Importantissimo verificare lo stato delle strade e la possibilità di avere assistenza per i partecipanti lungo il difficilissimo tracciato.

E’ così che Vincenzo Florio incontra in un paesino che nel racconto viene chiamato “ Crestula “ Don Ciccino detto “ Caramella “ , la persona più acculturata del paese e per questo preso in giro dai suoi concittadini.

Ma Vincenzo Florio , grande imprenditore e grande conoscitore della psicologia umana ne fa un validissimo alleato sul posto per il suo “ Giro di Sicilia”

 

monocolofr.jpg1..jpg.885b661dff133b706e1354a23676c347.jpg

 

 

IL Y AVAIT AUTREFOIS LE GIRO DI SICILIA

Ou bien

Entre fable et histoire :

la « conversion » de Don Ciccino “Caramella“

di Paolo Monello - traduction Enzo Manzo

 

Il se recompte ici l'évolution « idéologique-morale », d'un homme né en Sicile au-delà de la moitié du dix-neuvième siècle et là vécu dans un petit pays agricole caché parmi les escarpements, un peu âpres, de reliefs côtiers compris entre Siracusa et Girgenti et donc sur la côte plus à sud de l'île. Il n'importe savoir de plus sur la toponymie vraie des lieux, et pour ceci il ne surprenne pas le nom de fantaisie qui nous avons donné au notre village. Nous l’appelerons Crestula, pour indiquer un petit village vallonnée, avec quelques apparence jolie. Les concepts évoqués d'« idéologie » et « morale » se posent en relation avec le protagoniste de cet petit événement en forme et substance différent.

Ses limites culturels ne lui laissent pas prendre conscience d'être porteur d'une quelque « idéologie », mais ils lui permettent avec certitude la connaissance et l'exercise de la morale, parfois en forme réactionnaire, obséquiese de principes abstraits, qui déjà à l'instant où nous raccontons l'événement, branlaient dans la conscience des beaucoup des hommes .

Nous sommes en 1911. La vie qui se déroule dans les somnolents pays méridionaux est scandée du dur travail dans les champs, chaque jour, tout l'an. Notre ami, pour être né dans une famille de commerçants et d'artisans, il n'est pas proie de ces fatigues énormes auxquelles tous sont forcés. Il jouit en outre de l'avantage considérable d'être erede unique d'une tribu plutôt nombreuse. Ce permet à “don Ciccino”, ainsi il est entendu, de vivre sans fatigues et essoufflements, en exploitant les bénéfices dérivants de sa singulière position. Il va toutefois souligné à son honneur qui il a connu l'engagement et la fatigue dérivant du travail. En effet en ans maintenant lointains il a prêté son oeuvre de contabile attentif prés de l'entreprise concessionaire des trains qui da Palerme conduisaient en bonne partie de la Sicile occidentale. Pas qu'il n'aimait pas le travail et en particulier le sien. Au contraire, il passait souvent plus d'heures, sur ses livres à enregistrer des dépanses et des entrées. Malheuresement cette vie apparemment sédentaire, en réalité le forçait à des longs et exténuants déplacements pour rejoindre sa maison et pour tourner au travail, bien deux fois par semaine ! Ainsi, soit aussi à contrecœur il s'était résigné à laisser sa place de contabile pour s'arrêter à Crestula et poser fin à cette vie tres fatigant. De cet instant une vie différente était commencée pour don Ciccino, qui ainsi il s'était pu dédier à ses étudie d'histoire. Observée de telle manière, la sienne etait la vie d'un bonhomme, sans autres connotations particuliers. Qu'est ce qu’il y a de spécial alors ce monsieur pour attraire l'attention d'une “mémorialiste “ ou d’un historien local à lui persuader à en recompter l'événement moral ? Nous disons entre temps que le nom Ciccino est le affectueux de Ciccio, alias Francesco, imposé impitoyablement par les villageois flâneux pour en représenter une certaine emphase de modalités, au limite du mièvre et évanescent pour un vers et de mièvre de l'autre. Ainsi dans saluer les rares Dames ou encore les plus rares gentilhommes qui il rencontraient pour les voies du pays, don Ciccino exagérait dans les politesses, dans la révérence, presque voulait souligner combine sa bonne éducation était extraordinaire . Mais le sarcasme populaire on était acharné sans pitié contre de lui pour avoir adjoint au nom ce de “ caramella” (bonbon) . Le bonbon auquel on faisait allusion apparemment était le monocle, ainsi autrement dit, et dont il faisait ostentation . Et toutefois dans ce double signifié du mot prisait le but de souligner certaines mièvreries de son personnage.

Mais au-delà de la méchanceté, pas trop doucement contenu dans le surnom ou « ngiuria » (injure) lui donnez , il y avait même une attitude fondamentalement bénévole dans les attentions de ce monsieur , qu'il avait studi bien sûr, mais pas beaucoup à ne savoir pas se déshabiller de ses minauderies de vieux intransigeant formaliste ; cependant assez pour il comprendre en fond qu’il vivait une époque de changements importants auxquels il fallait poser une certaine attention responsable.

 

manuliarancie.jpg.c311a9369cca58c0b1c26ac9b0ede066.jpg

 

C’ERA UNA VOLTA IL GIRO DI SICILIA

Ovvero

Tra favola e storia :

la “conversione” di Don Ciccino Caramella.

di Paolo Monello

 

Si racconta qui l’evoluzione “ideologico-morale”, di un uomo nato in Sicilia oltre la metà del diciannovesimo secolo e lì vissuto in un piccolo centro agricolo incistato tra le balze, un po’ aspre, di rilievi costieri compresi tra Siracusa e Girgenti e quindi sulla costa più a sud dell’isola. Non importa sapere di più sulla toponomastica vera dei luoghi, e per questo non sorprenda il nome di fantasia che copre quello vero del nostro paesino. Per noi sarà Crestula, per indicare un piccolo abitato collinare, non privo di qualche graziosità. I concetti evocati di “ideologia” e “morale” si pongono in relazione col protagonista di questa piccola vicenda in forma e sostanza diverse. I suoi limiti culturali non gli lasciano prendere coscienza di essere portatore di una qualche “ideologia”, ma gli consentono con certezza la conoscenza e l’esercizio della morale, seppure a volte in forma codina, ossequiosa di principi astratti, che già al momento in cui “ intercettiamo” la vicenda, traballavano alquanto nella coscienza di molti.

Siamo nel 1911. La vita che si svolge nei sonnolenti paesi meridionali è scandita dal duro lavoro nei campi, ogni giorno, tutto l’anno. Il nostro amico, per essere nato in una famiglia di commercianti ed artigiani, non è preda di quelle fatiche immani alle quali i più sono costretti. Gode inoltre del vantaggio ragguardevole di essere erede unico di un parentado piuttosto numeroso. Questo stato di cose consente a don Ciccino, così è inteso, di vivere senza fatiche e affanni, sfruttando i benefici derivanti dalla sua singolare posizione. Va tuttavia sottolineato a suo onore che egli ha conosciuto l’impegno e la fatica derivanti dal lavoro. Infatti in anni ormai lontani ha prestato la sua opera di attento contabile presso l’azienda concessionaria della rete ferroviaria che da Palermo si diramava in diverse linee in buona parte della Sicilia occidentale.

Non che non amasse il lavoro e in particolare il suo. Anzi, trascorreva spesso più ore, di quelle richieste dal contratto, sui suoi libri a registrare spese ed entrate. Purtroppo quella vita apparentemente sedentaria, in realtà lo costringeva a lunghi ed estenuanti spostamenti per raggiungere casa e per tornare al lavoro, ben due volte a settimana! Così, sia pure a malincuore, si era rassegnato a lasciare il suo posto di contabile per fermarsi a Crestula e porre fine a quel tran tran faticosissimo. Da quel momento era cominciata una vita diversa per don Ciccino, che così si era potuto dedicare ai suoi studi di storia. Osservata in tal modo, la sua era la vita di un brav’uomo, senza particolari altre connotazioni.

Che cosa ha di speciale allora questo signore da attirare l’attenzione di un”memorialista” o storico locale e indurlo a raccontarne la vicenda morale? Diciamo intanto che il nome Ciccino è il vezzeggiativo di Ciccio, alias Francesco, imposto impietosamente dai paesani più sfaccendati per rappresentarne una certa ampollosità di modi, al limite del lezioso per un verso e dell’evanescente dall’altro. Così nel salutare le rare signore o gli ancora più rari gentiluomini che egli incontrava per le vie del paese, don Ciccino sovrabbondava nel convenevole, nell’inchino, quasi volesse sottolineare quanto fosse straordinaria la sua buona educazione. Ma il sarcasmo popolare si era accanito senza pietà contro di lui per avere aggiunto al nome quel “caramella”. La caramella a cui si alludeva apparentemente era il monocolo, così altrimenti detto, e del quale il nostro faceva ostentato sfoggio. E tuttavia in quel doppio significato del termine allignava l’intento di sottolineare certe sdolcinature proprie del suo personaggio.

Ma aldilà del pizzico di cattiveria, neanche troppo sommessamente contenuto nel nomignolo o “ngiuria” affibbiatogli, vi era anche un atteggiamento fondamentalmente benevolo nei riguardi di questo signore, che aveva certo studiato, ma non tanto da sapersi spogliare dei suoi compiaciuti vezzi da vecchio intransigente formalista; abbastanza però per capire in fondo che viveva un’epoca di mutamenti importanti ai quali bisognava porre una certa responsabile attenzione.

 

manuliBalconeBarocco.jpg.0f013ee0e649a56141bb3d27dd81aa0a.jpg

 

Don Ciccino donc penchait parmi un modéré amour pour le passé qu'il lui faisait voir seulement les côtés positifs et brillants du progrès, jusqu'à susciter des anxietés entièrement injustifiés ; et une certaine attendue de affranchissement même moral dans la modernité et dans le progrès, la foi dans lesquels dèbordait de beaucoup de canaux sociaux dans lesquels ils se manifestaient, en stimulant au moins son attention, parfois sa partecipation.

Enfin don Ciccino pouvait être comparé à son monocle. Bien lié au gilet, il tombait souvent dans le vide, lié à sa providentielle chaîne, qui en empêchait l' impitoyable fin sur le pavé mal assuré de Crestula, en restant cependant condamné à osciller maintenant à droite maintenant à il manque… !

 

Le bonhomme s'était dédié à des ètudes historiques - archéologiques concernantes son bourg et même il avait théorisé, pas sans quelque fondation, qui Crestula était seulement la nouvelle installation probable d'origine médiéval, de l'bien plus vieux pays, qui peut-être étaient d'origine siciliota ou fenicia, détruit ou abandonné suite à pas des mieux précisés évènements.

Il etait réconforté dans ses recherches de quelque petit découverte ; plus que que des constructions, d'objets, qui de toute façon en appartenant au monde domestique, laissaient entrevoir la présence d'un village primitif.

Du reste la proximité de la côte, dominée pour des longs traits du bourg, justifiait la présence humaine dans quelque lieu « urbain » défendu, ainsi sûr à permettre activités marines, sans les risques de rencontrer dans les predons qui avaient sillonné, en les infestant, ces mers en diverses époques.

Il était cet le domaine de choses dans lesquelles don Ciccino bougeait avec une certaine aisance, ainsi à faire reléguer en position subalterne sa certaine emphase. En somme lorsque on entrait dans ces aimables conversations avec don Ciccino, il prévalait dans lui une attitude plus sèche, plus sûre, même plus décidée, même si un peu pédantesque.

La vie de Crestula glissait monotone. Ils n’etaient pas des évènements extraordinaires. Si dans la diagramme, qui pourrait en représenter la journalière calme , on devait signaler quelque perturbation, elle devrait être interprétée avec la fête du Saint patron ou la fête annuelle de fin hiver : la foire de bétail et de produits agricoles coïncidant avec la fête de Saint Giuseppe.

Pourtant cet an il serait arrivé un étrange prodige qui aurait éradiqué le honnête protagoniste de cette histoire de ses convictions : un ensemble de prejugements, de freins, de peurs, mais même de fantaisies libératrices qui parfois semblaient diviser l'esprit de don Ciccino, se secoueient avec des conflits intérieurs pas de légère entité, qu'il avec gêne et regret communiquait aux connaissancesI, et entre les premiers au pharmacien : “stanotte nun potte dòrmiri ! “ (“ Ce nuit je n’ai pas pu dormir”), auquel il parlait confidentiellement en dialecte pour ancienne fréquentation, même pour exprimer en mode plus convaincante son état de souffrance ; de reddition à son renaissant malaise.

La brève histoire recompte des tardifs troubles de ce « gentilhomme de campagne », comme il aimait se définir pour plaisanteria, suites à une rencontre qui marquera sa vie. Il fut un matin d'avril à annoncer aux habitants de Crestula une visite « importante », jugée tel de leur modeste expérience de faits et de personnages du monde.

 

manuliEdEmozioniMadonite.jpg.8e6a91d59a527bb0bb46daed1cfd250d.jpg

 

Don Ciccino quindi pencolava tra un moderato passatismo che gli faceva vedere solo gli aspetti meno positivi e brillanti del progresso, fino a suscitare in lui ansie del tutto ingiustificate; e una certa attesa di riscatto anche morale da parte della modernità e del progresso, la fede nei quali tracimava da molti canali sociali in cui essi si manifestavano, stimolando quanto meno la sua attenzione, talvolta la sua partecipazione. Insomma don Ciccino poteva essere paragonato al suo monocolo. Ben legato al panciotto, esso spesso precipitava nel vuoto, legato alla sua provvidenziale catena, che ne impediva l’impietosa fine sul selciato malcerto di Crestula, rimanendo però condannato a pendolare senza molto costrutto ora a destra ora a manca…!

 

Il brav’uomo si era dedicato ad indagini storico – archeologiche riguardanti il suo borgo e aveva anche teorizzato, non senza qualche fondamento, che Crestula fosse solo il nuovo insediamento di probabile origine medievale, di uno ben più antico sorto per un di presso sugli stessi siti, che forse era di origine siciliota o fenicia, distrutto o abbandonato in seguito a non meglio precisati eventi. Era confortato nelle sue ricerche da qualche piccolo ritrovamento; più che di costruzioni, di oggetti, che comunque appartenendo al mondo domestico, lasciavano intravedere la presenza di un primitivo recinto o villaggio. Del resto la vicinanza della costa, dominata per lunghi tratti dal sito del borgo, giustificava la presenza umana in qualche luogo “urbano” difeso, così sicuro da consentire attività marinare, senza i rischi di incappare nei predoni che in varie epoche avevano solcato, infestandoli, quei mari.

Era questo l’ambito di cose entro cui don Ciccino si muoveva con una certa disinvoltura, tanta da fare relegare in posizione subalterna quella sua certa ampollosità. Insomma quando si entrava in queste amabili conversazioni col nostro, prevaleva in lui un atteggiamento più asciutto, più sicuro, persino più deciso, anche se un po’ pedantesco.

La vita di Crestula scorreva monotona. Non vi erano eventi straordinari. Se nel diagramma, che potrebbe rappresentarne la giornaliera piattezza, si dovesse segnalare qualche perturbazione, essa andrebbe interpretata con la festa del patrono o la sagra annuale di fine inverno: la fiera di bestiame e di prodotti agricoli coincidente con la ricorrenza di San Giuseppe.

Eppure quell’anno sarebbe accaduto uno strano prodigio che avrebbe sradicato l’onesto protagonista di questa storia dai suoi convincimenti: un impasto di pregiudizi, di remore, di paure, ma anche di fantasie liberatrici che talvolta sembravano dividere l’animo di don Ciccino, squassandolo con conflitti interiori di non lieve entità, che egli con fastidio e rammarico comunicava ai conoscenti, e tra i primi al farmacista:” stanotte nun potte dòrmiri!”, al quale per antica frequentazione si rivolgeva confidenzialmente in dialetto, fors’anche per esprimere in modo più convincente il suo stato di sofferenza; di resa al suo risorgente malessere.

La breve storia racconta dei tardivi turbamenti di questo “gentiluomo di campagna”, come amava definirsi per celia, seguiti ad un incontro che segnerà la sua vita.

Fu un mattino di aprile ad annunciare agli abitanti di Crestula una visita “importante”, giudicata tale dalla loro modesta esperienza di fatti e di personaggi del mondo.

 

manuliLimoniEtPortoneLito.jpg.270b7cf93f1e6d37593594d404a88acb.jpg

 

Vers midi quelqu'un vit long de la route, plus une « trazzera » (ruelle) poussiéreuce et mal mise qu'une route carrossable daigne de ce nom, deux voitures grimper vers le pays. Cela etait l'unique cordon ombilical qui insérait Crestula dans un circuit de relations civiles et commerciale avec le reste du territoire. Route mal assuré et parfois mal fréquentée, mais unique relation avec le monde qui à couchant s'appelait Girgenti, à levant Siracusa. Lieux reculés, pourtant acessibles.

De Crestula ils ne partaient pas pullman à cette époque, mais seulement charrettes. En général à groupes de 5, 6 ou même plus, que, si aussi ainsi regroupés, ils pouvaient plus facilement être remarqué par les malintentionnés, toutefois ils réussissaient, dans sont unis, à établir même une capacité de défense plus efficace. Il n'y avait pas charrettier qu'il ne portait pas avec lui, en sachant lui employer à devoir, le “schioppo” (fusil) avec des abondantes escortes de munitions ; qu'il n'avait pas attaqué au charrette au moins deux chiens très attentifs et sensibles combien bien disposés à dévorer en tres bref temps n'importe quel téméraire tentaient une attaque contre leurs maîtres.

En marchant tous ensemble ils pouvaient compter sur une puissance de feu considérable et rassurant, bien aidée au besoin de la présence des beaucoups bestioles. Dans un point détail de ce tracé routier, caché à la vue et assez loin de lieux habités, d'habitude ils venaient fait des embuscades. Cette gorge s'appelait “ `u filu `u zingaru “ ( la lame du gitan ). Là le détail morphologie des lieux favorisait les embuscades. ils etaient enregistrez beaucoups et avec des résultats opposés. Et morts et blessés n’etaient pas manqués d'une partie et des autres ….

Les deux voitures grimpaient pas sans secousses, en se laissant derrière des nuages de poussière blanche, phase finale de l'effritement de fouler avec lequel parfois et en forme de fin pierraille il s'était tenté de donner à ce sillion aspect et consistance de route. La montée raide, la marche sinueuse , le fond décousu avaient rendu l'attente des peu de villageois, à la fenêtre sur la vallée, longue et presque exténuante. Les voitures etaient plusieurs fois disparue à la vue, comme dégluties, maintenant des arbres, maintenant des pentes et des collines qui avançaient dans des ininterrompu va-et-vient des terrains . Finalement, précédées du grondement des moteurs et du rauque son du clacson ils rejoignirent le dégagement qu'il s'ouvrait devant les dernières maisons de Crestula.

 

Et là, surchargées de poussière en de ne pressentir pas même la couleur, enfin elles s'arrêtèrent. Éteints les moteurs et accomplies les manoeuvres pour l’ arrêt, sept personnes descendirent des deux voitures, blanchies au pair des voitures. Les premiers pas des voyageurs laissaient pressentir dans eux le désir de se réajuster aux position debout, abandonnée dans les longues heures de voyage. Après un bref échange des boutades le petit groupe s'entama vers l'auberge. Il s'agissait en réalité plus ainsi du “fondaco” (entrepôt), que d'autre : une sorte de local dans lequel ils trouvaient repos des hommes et des animaux de passage et où n'était pas manifeste la solution de continuité parmi les espaces destinés aux premiers et ceux occupés des secondes ! Du groupe un d’eux se détacha avec pas plus résolu. Pas particulièrement haut, des mouvements de son corps on pressentait cependant se traiter de personne encore jeune et on en percevait même finesse de manières.

 

manuliTettiEtLimoniLito.jpg.a40d1001bb5ef7d9c41f9a0529f147b7.jpg

 

Verso mezzogiorno qualcuno scorse lungo la strada, più una “trazzera” polverosa e mal messa che una carrozzabile degna di questo nome, due automobili inerpicarsi verso il paese. Era quello l’unico cordone ombelicale che inseriva Crestula in un circuito di relazioni civili e commerciali con il resto del territorio. Strada mal certa e talvolta mal frequentata, ma unica relazione col mondo che a ponente si chiamava Girgenti , a levante Siracusa. Luoghi remoti, eppure raggiungibili.

 

Da Crestula non partivano corriere a quell’epoca, ma solo carretti. In genere a gruppi di 5, 6 o anche più, che, se pur così raggruppati, potevano più facilmente essere notati da male intenzionati, tuttavia riuscivano, nello stare uniti, a stabilire anche una capacità di difesa più efficace.

Non c’era carrettiere che non portasse con sé, sapendolo usare a dovere, lo schioppo con abbondanti scorte di munizioni; che non avesse attaccati al carro almeno due cani tanto attenti e sensibili quanto ben disposti a sfinire in brevissimo tempo qualsiasi temerario tentasse una sortita proditoria a danno del loro padrone.

Marciando tutti insieme potevano contare su una potenza di fuoco ragguardevole e rassicurante, ben coadiuvata a buon bisogno dalla presenza di tante volenterose bestiole. In un punto particolare di quel tracciato stradale, nascosto alla vista e abbastanza lontano da luoghi abitati, di solito venivano tesi agguati. Si chiamava quella gola ‘u filu ‘u zingaru. Lì la particolare morfologia dei luoghi favoriva le imboscate. Tante se ne erano registrate e con esiti opposti. E non erano mancati da una parte e dall’altra morti e feriti….

Le due auto si arrampicavano non senza sussulti, lasciandosi dietro nuvole di polvere bianca, ultimo stadio dello sfaldamento del calcare con cui talvolta e in forma di fine pietrame si era tentato di dare a quel solco parvenza e consistenza di strada. La salita ripida, l’andamento tortuoso, il fondo sconnesso avevano reso l’attesa dei pochi paesani, affacciati sulla valle, lunga e quasi estenuante. Le auto erano più volte sparita alla vista, come inghiottite, ora da folti gruppi di alberi, ora dai pendii dei colli che avanzavano in un ininterrotto andirivieni dei declivi. Finalmente , precedute dal rombo dei motori e dal rauco gracidare del clacson raggiunsero la spianata che si apriva davanti alle ultime case di Crestula.

 

E lì, stracariche di polvere da non poterne intuire neanche il colore, infine sostarono.

Spenti i motori e compiute in breve le manovre per la sosta, dalle due vetture scesero sette persone, imbiancate al pari delle macchine. I primi passi dei viaggiatori lasciavano intuire in loro il desiderio di riadattarsi alla stazione eretta, abbandonata da lunghe ore di viaggio. Dopo un breve scambio di battute il gruppetto si avviò verso la locanda. Si trattava in realtà più del così detto fondaco, che di altro: una sorta di locale in cui trovavano ristoro uomini e animali di passaggio e dove non era manifesta la soluzione di continuità tra gli spazi destinati ai primi e quelli occupati dai secondi! Dal gruppo si staccò con passo più deciso uno di loro. Non particolarmente alto, dai movimenti del suo corpo si intuiva però trattarsi di persona ancora giovane e se ne percepiva anche finezza di modi.

 

manuliQCaltavuturo.jpg.33cdd6ee65468902cbd33746cb9e331b.jpg

 

Don Ciccino, qui entretenait avec ses dernières intuitions d'archéologue amateur, le maître «Vuccuzza» (peite bouche), enseignant prés l’école locale , (un petit homme avec la voix aiguë, plutôt rubicond, qui s'entourait agréablement, et avec abondance ! , des gâteries de la cuisine du lieu, mais, pour la vérité, même de bonnes lectures concernantes l'histoire de la Sicilia),il avait suivi l'arrivée des étrangers sans interrompre ses communications, mais quand il a vu ce jeune monsieur, il s’était bloqué, en ne pouvant pas éviter de l’observer avec plus grand attention:

Bien à voir il était plus plutôt rare que jusqu'à là des gens de ville arrivaient, et en automobile ensuite et pas en carrosse ! Et que, ancor de plus, parmi ces téméraires automobilistes quelqu'un manifestait sans aucun doute, une provenance sociale, qu'il avertissait d'être beaucoup elevé, même pour la mode avec lequel les copains de voyage l'entouraient et l’addressaient. Position sociale qui dérivait, comme notre ami pressenti bien, certes doué de flair, pas seulement d'abondance de richesses, que ses gestes étaient bien fermes, mais beaucoup mesurés, on dirait elégants, mais d'ancienne habitude à exceller peut-être à travers ses activités, dans la societé.

 

Nous pourrions définir sa « absolue maîtrise de soi ». En somme il n'y avait pas marque dans le allure de ce « giovinotto » (jeune homme) , qu'il laissait révéler récents, rapides sauts sociaux, typique du parvenu (comme vastement et constamment témoigné dans chaque temps).

« Vivaddio ! » (Parbleu !) , notre ami dit entre lui avec vraie joie, en manifestant seulement un sursaut et sans hésiter, en devinent les mouvements de l'autre, il se fit rencontre, en donnant creuse à ses connues capacités d'ancien amateur de cérémonies, et il se previt au meilleur de ses sourires. Quand ils se trouvaient un face à l'autre, pendant que la premier tendait la main en se présentant, l'autre, d'abord encore d'en sentir le nom il s'enleva le chapeau avec rapide geste, en baissant légèrement la tête et en faisant signe à une brève révérence, plus dictée avior la certitude d’etre devant un grand monsieur, qu'à un des habituels excès de adulation. –

 

“Bonjour, Vincenzo Florio.” - il dit le jeune monsieur, en tendant la main à don Ciccino. Ceux-ci, avec extraordinaire élasticité mentale, réussit à modifier à peine en temps la phrase de rite qu'il avait prête sur les lèvres et en se corrigeant il répondit – “très heureux , Chèvalier, comptable Incatasciato.” Mais si la correction avait été suffisantement rapide et elle était servie à éviter de prononcer le mot « enchenté », toutefois elle était qualitativement médiocre, pour avoir exposé aux quatre vingt ces petit titre de comptable pas elégant en soi et au moins inopportun dans la circonstance. Toutefois maintenant la gaffe était faite et il en affleurait le conséquent embarras sur la face rougie de don Ciccino, chose qui n'échappa pas au Chèvalier. Et il fut ceux-ci, avec grand geste d’indifférence, à ragaillardir le bon don Ciccino du puits d'embarras dans lequel il était précipité.

 

Florio, rejoint de ses copains de voyage, il présenta ses amis à notre comptable et il commenca à expliquer pour des grandes lignes la raison de son passage de Crestula et donc, en limitant le préambule à peu à de mots, il entama à lui faire toute une série des questions sur les lieux, sur la route et son eventuel embranchement, les possibles « dangers technicien », (que traduites en langage plus accessible nous pourrions hasarder à définir des « catastrophiques conditions de emploie »), sur des eventuelles autres parcours, sur l'existence « en place » de boutiques, ateliers, dans lesquels des automobilistes de passage pouvaient trouver adéquat ravitaillement. Don Ciccino n'avait pas une grande culture sur l’argument, au contraire, vraiment à cause de son nostalgique lien avec le passé il était porté à voir dans l'automobile une sorte d’infernale diablerie , peu apte aux exigences de personnes « nobles », qu'ils voulaient voyager. Le bruit, la vitesse, la poussière, le désagrément, les méphitiques dégagements, ils etaient tous facteurs négatifs qui poussaient don Ciccino à préférer la vieille chère charrosse ou, au moin, pour les déplacements plus longs, le train, dont il avait une certaine expérience.

 

Targa-Florio_0022.jpg.8637661dc8fdb09c31bf426645efc3cb.jpg

 

Don Ciccino, che stava intrattenendo con le sue ultime intuizioni di archeologo dilettante, il maestro “Vuccuzza”, insegnante presso le locali scuole, (un ometto dalla voce squillante, piuttosto rubicondo, che si circondava piacevolmente, e con abbondanza !, dei sapori robusti della cucina del luogo, ma, per la verità, anche di buone letture riguardanti la storia della Sicilia), aveva seguito l’arrivo dei forestieri senza interrompere le sue comunicazioni, ma appena il suo sguardo si era posato su quel giovane signore, si era bloccato, non potendo evitare di sottoporlo a una più attenta osservazione: a ben vedere era piuttosto raro che fin lì arrivasse gente di città, e in automobile poi e non in carrozza! e che, ancor di più, tra quei temerari automobilisti qualcuno manifestasse senza alcun dubbio, una provenienza sociale, che egli avvertiva essere assai elevata, anche per il modo con cui i compagni di viaggio lo circondavano e gli si rivolgevano. Posizione sociale che derivasse , come intuì bene il nostro amico, certo dotato di fiuto, non tanto da abbondanza di ricchezze, chè i suoi gesti erano sicuri si, ma assai misurati, si direbbe eleganti, ma da antica abitudine ad eccellere magari attraverso le proprie attività, nella società.

 

Potremmo definire la sua “assoluta padronanza di sé”. Insomma non c’era segno nel portamento di quel “giovinotto”, che lasciasse trapelare recenti, rapidi salti sociali, propri del parvenu ( come ampiamente e costantemente testimoniato in ogni tempo).

“Vivaddio”, disse tra sé con vera gioia il nostro amico, palesando appena un sussulto e senza esitare, intuendo i movimenti dell’altro, gli si fece incontro, dando fondo alle sue note capacità di antico cultore di cerimonie, e si predispose al migliore dei suoi sorrisi. Giunti uno di fronte all’altro, mentre il primo porgeva la mano presentandosi, l’altro, prima ancora di sentirne il nome si tolse con rapido gesto il cappello, reclinando leggermente il capo e accennando a un breve inchino, più dettato dal suo sentirsi con certezza davanti a un gran signore, che ad uno dei soliti eccessi di piaggeria.

 

- " Buongiorno, Vincenzo Florio. "– disse il giovane signore, porgendo la mano a don Ciccino . Questi, con straordinaria elasticità mentale, riuscì a modificare appena in tempo la frase di rito che aveva pronta sulle labbra e correggendosi rispose – " Onoratissimo, cavaliere, ragioniere Incatasciato." Ma se la correzione era stata sufficientemente veloce ed era servita ad evitare di pronunciare la parola “piacere”, tuttavia era qualitativamente mediocre, per avere esposto ai quattro venti quel titoletto di ragioniere non elegante in sé e quanto meno inopportuno nella circostanza. Tuttavia la frittata ormai era fatta e ne affiorava il conseguente imbarazzo sul volto arrossito del nostro, cosa che non sfuggì al Cavaliere. E fu questi, con gran gesto di non curanza, a tirare su il buon don Ciccino dal pozzo di imbarazzo in cui era precipitato.

 

Florio, raggiunto dai suoi compagni di viaggio, presentò i suoi amici. al nostro ragioniere e cominciò a spiegare per grandi linee la ragione del suo passaggio da Crestula e quindi, limitando il preambolo a poche parole, iniziò a porgergli tutta una serie di quesiti sui luoghi, sulla strada e le sue eventuali diramazioni, le possibili “insidie tecniche”, (che tradotte in linguaggio più accessibile potremmo azzardare a definire “catastrofiche condizioni d’uso”), su eventuali percorsi alternativi, sulla esistenza “in loco” di botteghe, officine, in cui potessero trovare adeguati rifornimenti automobilisti di passaggio. Don Ciccino sull’argomento non aveva una grande cultura, anzi, proprio a causa del suo nostalgico legame col passato era portato a vedere nell’automobile una sorta di infernale diavoleria, poco idonea alle esigenze di persone “a modo”, che volessero viaggiare. Il rumore, la velocità, la polvere, la scomodità, le mefitiche esalazioni , erano tutti fattori negativi che spingevano il nostro a preferire la vecchia cara carrozza o, al più, per gli spostamenti più lunghi, il treno, di cui aveva una certa esperienza.

 

mare.jpg.b30723480e61b56d6934f2f4e2b126f4.jpg

 

Mais même dans ce dernier cas, pour être franc, les doutes et les distinguo n’etaient pas peux qu'ils faisaient accepter au comptable, le nouveau moyen de locomotion, nous dirions « obtorto collo » (tiré pour le cou ), en reconnaissant toutefois l'importance de la fonction. Pour ces raisons il s’avait senti désorienté de tant des questions et il hésitait à donner des réponses adéquates. Dans son esprit la modernité, sous forme d'automobile elle s'était montrée avec peu de amabilité et il la trouvait donc absoluement désagréable, très plus s’il l'avait dû accoster, dans ce qui retenait une comparaison irrévérencieux, avec son raffiné interlocuteur.

 

En effet il était bien à connaissance que beaucoup des jeunes monsieurs etaient équipées du nouveau moyen, pour ils exhiber leur ésprit moderne, pour il se montrer (inutilement) audaces, pour ils s'exhiber (excessivement) en societé. Et pour ces raisons l'automobile lui apparaissait une sorte de jouet extravagant, prive de grâce, vulgaire, une sorte d'« apparence aggressive et excessive » à juger négativement sans possibilité d'appel ! Et toutefois il constatait que là, face à lui, fleurs de gentilhommes discutaient de routes, de parcours, de distances, de temps, de logistique (! ?) et de tant des sujets qui semblaient tourner tous autour de l'automobile et à un voyage, un raid, une quelque chose très compliqué qui il ne saisissait pas dans sa vraie nature intrinsèque et qu'à cela ils attendaient avec grand serieux et conviction.

Une certaine perte on dut manifester dans son regard, parce que Florio, en négligeant ses amis et les contenus technicien de leur conversation, en visant son regard contre celui d'Incatasciato et en effleurant le bras avec sa main l'invita à une conversation plus vaste et en apparence moins prenante.

 

En réalité Florio avait eu des nouvelles ici et là des personnages qui émergeaient dans les petits pays, qu'il aurait traversé dans son tour autour de l'île. Il avait pris note même des caractéristiques saillantes de quelqu'un de ces monsieurs, des personnages rentrants toutefois dans une unique vaste typologie de personnes amantes de leurs lieux d'origine, de leur histoire et comme auréolés d'un air de attitude, qui parfois les empêchait de prendre des initiatives importantes sur le niveau social, en les reléguant dans une sorte de limbes infructueux ; parfois, pour contre, il les exaltait en les faisant participes de « louables enterprises », jusqu'à eux persuader à recouvrir des charges publiques de relief. Voilà, des maires ou autres influents personnages locaux ils pouvaient tourner utiles pour la réalisation de son dessine et ils etaient objet evident de ses attentions.

 

Cependant les ainsi dits « gentilhommes de campagne » n’etaient pas exclus , race entamée à une rapide extinction, mais qu'elle pouvait être aussi utile à ses fins, là où des « autorités constituées » , sur lesquelles faire attribution , étaient manquées. Et vraiment à Crestula, petit village « de passage », Florio avait su de ce monsieur, qu'on entamait à fêter cinquante ans, parfois rangé pour la modernité, parfois fermé dans le sien refuse plus intransigente. Florio comprenait que dans ces personnes ils cohabitaient les signesI d'un restant moralisme qui les empêchait de s'ouvrir avec générosité au présent et au futur, et ensemble d'une solide moralité qui les avait poussées à s'indigner dans le lointain 1898 pour le coups de canon de Bava Beccaris, jusqu'à frôler l’intérêt des carabiniers ! Ils n’etaient pas dépourvues de villageoise vacuité dont ils même etaient assez conscients, en exerçant contre leurs mêmes « vaines agitations », (et surtout celles des autrtes ), parfois, un sarcastique jugement ; mais ils ne manquaient pas des illusoires, utopiques visions, d'une societé plus juste, si comparé à cette trempée de pauvreté et de désespoir typique de ces ans, qui avaient bien peu de Belles Epoque. On traitait en fond d'en savoir piloter l'innée intélligence et la capacité d'attention et de jugement, vers la compréhension de la modernité, au moins dans ces aspects apparemment marginaux, et que par contre ils auraient pu constituer une occasion historique de changement, en mesure de porter d'une amélioration de vie à toute la collectivité .....

 

manuliAnticoVicolo.jpg.b454e6852654f5fed36061287f68071a.jpg

 

Ma anche in quest’ultimo caso, per essere sinceri, non erano pochi i dubbi e i distinguo che facevano accettare al ragioniere, il nuovo mezzo di locomozione, diremmo “obtorto collo”, riconoscendone tuttavia l’importanza della funzione. Per questi motivi si era sentito spiazzato da tante domande ed esitava a dare risposte adeguate. Nella sua mente la modernità, sotto forma di automobile si era affacciata con poco garbo e la trovava perciò assolutamente sgradevole, tanto più se l’avesse dovuta accostare, in quello che riteneva un confronto irriverente, al suo raffinato interlocutore.

 

Infatti era ben a conoscenza che molti giovani signori si erano attrezzati del nuovo mezzo, per esibire il loro spirito moderno, per mostrarsi (inutilmente) audaci, per esibirsi (eccessivamente) in società. E per queste ragioni l’automobile gli appariva una sorta di giocattolo stravagante, privo di grazia, sguaiato, una sorta di “apparenza aggressiva ed eccessiva” da giudicare negativamente senza possibilità di appello! E tuttavia non poteva non constatare che lì, di fronte a lui, fior di gentiluomini discutessero di strade, di percorsi, di distanze, di tempi, di logistica (!?) e di tanti argomenti che sembravano ruotare tutti attorno all’automobile e ad un viaggio, un raid, un qualcosa di molto complicato che egli non afferrava nella sua vera intrinseca natura e che a ciò attendessero con grande serietà e convinzione.

Un certo smarrimento si dovette palesare nel suo sguardo, perché Florio, trascurando i suoi amici e i contenuti tecnici della loro conversazione, puntando il suo sguardo contro quello di Incatasciato e sfiorandone il braccio con la sua mano lo invitò a una conversazione più ampia e in apparenza meno impegnativa.

 

In realtà Florio aveva avuto notizie qua e là dei personaggi che emergevano nei piccoli centri, che lui avrebbe attraversato nel suo tour attorno all’isola. Aveva preso nota anche delle caratteristiche salienti di qualcuno di questi signori, personaggi rientranti tuttavia in un’unica ampia tipologia di persone amanti dei loro luoghi d’origine, della loro storia e come circonfusi da una aria di perbenismo, che talvolta impediva loro di prendere iniziative importanti sul piano sociale, relegandoli in una sorta di limbo infruttuoso; talvolta, per contro, li esaltava facendoli partecipi di “lodevoli intraprese”, fino a indurli a ricoprire cariche pubbliche di rilievo. Ecco, sindaci o altri autorevoli personaggi locali potevano tornare utili per l’attuazione del suo disegno ed erano oggetto ovvio delle sue attenzioni.

 

Però non erano esclusi i cosi detti “gentiluomini di campagna”, razza avviata ad una rapida estinzione, ma che poteva essere altrettanto utile ai suoi fini, laddove fossero mancate “autorità costituite” su cui fare assegnamento. E proprio a Crestula, piccolo centro “di passaggio”, Florio aveva saputo di questo signore, che si avviava a doppiare i cinquanta anni, a volte schierato per la modernità, a volte chiuso nel suo rifiuto più intransigente. Florio capiva che in queste persone convivevano tratti di un residuo moralismo che impediva loro di aprirsi con generosità al presente e al futuro, ed insieme solida moralità che li aveva spinti ad indignarsi nel lontano ‘98 per le cannonate di Bava Beccaris, fino a rasentare l”interessamento dei carabinieri! Erano non prive di paesana vacuità di cui loro stessi erano abbastanza consapevoli, esercitando contro le loro stesse “vane irrequietezze”, (e soprattutto le altrui), talvolta, un sarcastico giudizio; ma non mancavano di illusorie, utopistiche visioni, di una società più giusta, specie se commisurata a quella intrisa di povertà e disperazione propria di quegli anni, che di Belle Epoque avevano ben poco. Si trattava in fondo di saperne pilotare l’innata intelligenza e la capacità di attenzione e giudizio, verso la comprensione della modernità, almeno in quegli aspetti apparentemente marginali, e che invece avrebbero potuto costituire un’occasione storica di cambiamento, in grado di portare un miglioramento di vita a tutta la collettività…..

 

manuliCarrettieri.jpg.b89bf5f87e489459adce3e7dc3a2f38a.jpg

 

Pas à peine ils etaient arrivées sur la place qui s'ouvrait parmi la route et les maisons de périphérie du village, Florio avec un rapide regard il avait reconnu le notre comptable, pas seulement du monocle, mais des mouvements et de la posture. Et en s’addressant à Comte son ami, qu'il asseyait à sa côté : “ je crois qu'il n'y il aura pas besoin d'aller chercher notre ami comptable, pour moi est ce monsieur qu'il bavarde avec bonne grâce “ . Son interlocuteur avait consenti avec un sourire, autant autoconvaincu que “la chasse” s'était conclue d'abord ancora de l’entamer !

En effet s'il s'était agi d'un guet-apens, le pauvre Incatasciato aurait été, « ipso facto », dans le guidon de son tueur. En réalité beaucoup plus pacifiquement il constituait seulement la possible « victime désignée » dans le domaine d’un projet beaucoup plus grand de ce que le pauvre homme pouvait imaginer et ainsi, trahi de sa bonne éducation, il était fini, pour sa même initiative, droit en bouche à ses « chasseurs » ! Elle n'était pas certaine chose facile, même pour Florio, dans la rapide approche qui la nature même de ce voyage permettait, pouvoir faire oeuvre de prosélytisme. Toutefois, donnée la particularité du cas, il valait bien tenter !

 

Conscient de cela le Chèvalier, dans éprouver à s'approcher au personnage qui le faisait face, partit de loin, pour ainsi dire, en commençant à en stimuler l'orgeuil d'appartenance et pour ceci il venait en énumérant les divers problèmes de celle-là petite comunnauté :

- Comptable, en nous approchant à Crestula avec mes amis nous avons pu remarquer qui le chemin de fer sont entièrement absent dans le territoire. Aussi en escomptant les difficultés jointes à l'altimétrie des lieux, la présence d'une liaison avec les centres plus grands serait de considérable importance, si au moins il s'disposait d'un petit port sur la côte, qui servirait tous les comunnautés rurales ici autour. On créerait des conditions de plus intenses échanges commerciaux, entre l’arrière-pays et les ports sur la mer !

 

Et Incatasciato en consentant :

- Chèvalier est de grand temps que prés des autorités de *** on fait demandées formels pour qu'on puisse créer la liaison que Vous avec parfait pressenti, Vous avez indiqué. Malheuresement nous ne sommes pas beaucoup écoutés. Nous sommes seulement une petite comunnauté, bien que d'une certaine importance considéré qu'ici ils convergent plus de routes, toutes artères qui nous relient avec l’arrière-pays. Tous les produits agricoles de l'entière zone passent chez nous, - et ainsi en disant il élevait et tournait le bras à indiquer de couchant à levant les villages qui gravitaient sur Crestula.

 

- Si pas le chemin de fer, au moins la route carrossable pourrait être amélioré. la vue qui se jouit en salant jusqu'ici elle est très suggestif, mais le fond routier est en très mauvaises conditions. Il serait opportun signaler à celui qui est préposé à l'entretien l'état dans lequel était la route pour obtenir une intervention efficace et définitive.

 

- Il est vrai ! Et en effets il faut dire que de ce point de vue quelque chose nous a été promise. Nous espérons obtenir les réponses que nous nous attendons, avant de l’hiver. Vous n'imaginez pas combien de difficultés nous avons avec les mauvaise saison. On arrive que même les charrettiers plus expert renonçaient à descendre en plaine avec le « maluttempo » (mauvais temp) ! On risque de rester bloqués pour la route. Vous savez, les terrains locaux sont très argileux et avec la pluie d'abord ils deviennent glissants, ensuite ils se transforment en marécage dont il est impossible venir dehors ! Il est passé même à don Vittorino entendu “`u cavallaru” (l’écuyer) , remarque dans tout la région pour être charrettier de grand habilité, qui est resté une nuit entière auprès de mulet qui ne faisait pas à tirer hors le charrette de cet enfer, beaucoup il coulait !

Tu as envie à mettre sable, pierraille de diverses mesures, cette route bênie tout avale, que tu ne t'en aperçois, - et ainsi en parlant affligé il laissait pendre la tête en sens de découragement, comme un chien tapé - Mais voit Chèvalier – il se reprenait pour mieux plaider sa cause - le problème n'est pas seulement de Ces que doivent porter au marché de **** ses marchandises, mais de tous, la sage-femme, le docteur, le prêtre, les garçons plein de bonne volonté, forcés à poursuivre les études dehors. Vous savez ici il y a seulement l'école elémentaire, pas le gymnase. Il y il avait au moins celui-là “Sant'Iddio !” (“Mon Dieu !”) Vous n'imaginez pas la peine des familles à savoir pour la route sur un charrette ces pauvres « picciutteddi » (petits garçons) , en haut et en bas comme sacs de fèves. Il y aurait quelque bon chrétien disposé à envoyer à l’école les fils, mais comme fairent ils dans ces conditions ? Presque personne on peut permettre d'envoyer en collège ou dans une pension ses garçons ! Il le fit en son temps le baron de Torrespaccata. Mais à croître Luigino , le fils, dans la bonne éducationils ils furent les hectares et hectares de terre de la feu de son père !

Et ici des nantis il y en a beaucoup peu….

 

manuliCarrettoLimoniPorto.jpg.66d0133feb75a468aac00a2bc90f3c3c.jpg

 

Non appena erano giunti sul piazzale che si apriva tra la strada e le case di periferia del paesino, Florio con un rapido sguardo aveva riconosciuto, non solo dal monocolo, ma dai movimenti e dalla postura il nostro ragioniere. E rivolgendosi al conte suo amico, che gli sedeva accanto: “ credo che non ci sarà bisogno di andare a cercare il nostro amico ragioniere, secondo me è quel signore che chiacchiera con buona grazia “. Il suo interlocutore aveva annuito con un sorriso, altrettanto convinto che la “caccia” si fosse conclusa prima ancora di iniziarla!

Infatti se si fosse trattato di un agguato, il povero Incatasciato sarebbe stato, “ipso facto”, nel mirino del suo Killer. In realtà molto più pacificamente costituiva solo la possibile “vittima designata” nell’ambito di un progetto molto più grande di quanto il poveretto potesse immaginare e così, tradito dalla sua buona educazione, era finito, per sua stessa iniziativa, dritto in bocca al suo “cacciatore”!

Non era certo cosa facile, anche per Florio, nel rapido approccio che la natura stessa di quel viaggio consentisse, potere fare opera di proselitismo. Tuttavia, data la particolarità del caso, valeva bene tentare!

 

Conscio di ciò il cavaliere, nel provare ad avvicinarsi al personaggio che lo fronteggiava, partì da lontano, per così dire, cominciando a stimolarne l’orgoglio di appartenenza e per questo veniva enumerando i vari problemi di quella piccola comunità:

- Ragioniere, avvicinandoci a Crestula abbiamo potuto notare con i miei amici che la ferrovia è del tutto assente nel territorio circostante. Pur scontando le difficoltà connesse all’altimetria dei luoghi, sarebbe di notevole importanza la presenza di un collegamento con i centri più grandi, se almeno si disponesse di un piccolo scalo sulla costa, che servirebbe tutti le comunità rurali qui intorno. Si creerebbero condizioni di più intensi scambi commerciali, tra l’entroterra e i porti sul mare!

 

E Incatasciato annuendo:

- Cavaliere è da gran tempo che presso le autorità di *** si fanno richieste formali perché si possa creare il collegamento che Ella con perfetto intuito, ha indicato. Purtroppo non siamo molto ascoltati. Siamo solo una piccola comunità, benché di una certa importanza considerato che qui convergono più strade, tutte direttrici che ci collegano con l’entroterra . Da qui passano tutti i prodotti agricoli dell’intera zona, - e così dicendo alzava e ruotava il braccio ad indicare da ponente a levante le contrade che gravitavano su Crestula.

 

- Se non la ferrovia, almeno la strada carrabile potrebbe essere migliorata. E’ molto suggestiva

la vista che si gode salendo fin qui, ma il fondo stradale è in pessime condizioni. Sarebbe opportuno segnalare a chi è preposto alla manutenzione lo stato in cui versa ed ottenerne un intervento efficace e definitivo.

 

- E’vero! E in effetti bisogna dire che da questo punto di vista qualcosa ci è stata promessa. Speriamo di ottenere le risposte che ci aspettiamo, prima dell’inverno. Lei non immagina quante difficoltà si creano con la cattiva stagione. Accade che anche i carrettieri più esperti rinuncino a scendere in pianura col “maluttempo”! Si rischia di restare bloccati per strada. Sa, i terreni locali sono molto argillosi e con la pioggia prima diventano scivolosi, poi si trasformano in pantano da cui è impossibile venire fuori! E’ successo anche a don Vittorino inteso ‘u cavallaru, noto in tutto il circondario per essere carrettiere di grande bravura, che è rimasto una notte intera accanto alla mula che non ce la faceva a tirare fuori il carretto da quell’inferno, tanto affondava!

Hai voglia a mettere rena, breccia di varie misure, quella strada benedetta tutto ingoia, che neanche te ne accorgi, - e così parlando sconsolato lasciava ciondolare il capo in senso di sconforto, come un cane bastonato - Ma vede Cavaliere – si riprendeva per meglio perorare la sua causa - il problema non è solo di quelli che devono portare al mercato di **** le proprie merci, ma di tutti , la levatrice, il dottore, il prete, i ragazzi volonterosi, costretti a proseguire gli studi fuori. Sa qui c’è solo la scuola elementare, il ginnasio manca. Ci fosse almeno quello Sant’Iddio! Non immagina la pena delle famiglie a sapere per strada su un carretto questi poveri “picciutteddi”, su e giù come sacchi di fave.

Qualche bravo cristiano disposto a mandare a scuola i figli ci sarebbe, ma come si fa in queste condizioni? Quasi nessuno si può permettere di mandare in collegio o in una pensione i propri ragazzi! Lo fece a suo tempo il barone di Torrespaccata. Ma a crescere nella buona educazione Luigino, il figlio, furono le salme e salme di terra della buonanima di suo padre!

E qui di benestanti ce ne sono assai pochi….

 

manuliPoveriAmbulanti.jpg.e7014f5be0fc1581674c2dbe81ace57f.jpg

 

La conversation semblait glisser sur la chronique du village si certains anecdotes n'étaient pas servies à illustrer mieux les conditions de grave difficulté dans laquelle ils se débattaient à Crestula. À dire le vrai combien il allait en voyant et en découvrant il ne surprenait pas particulièrement le Chèvalier. Pendent tout son voyage sur les côtes siciliennes et en traversant des pays et des villes un certain découragement s'était emparé de lui. La vue de l'île était de toute façon déprimant, sauf des tres rares exceptions. Du reste bien à voir l’Italia on avait constitué de trop peu de temps pour croire que les problèmes millénaires dans lesquels une large partie continuait à se débattre , ils pouvaient trouver facile solution vite. Certainement il y etait, au moins pour la Sicile mais même pour une grande partie du territoire national, un climat favorable et une beauté extraordinaire de lieux, souvent constellés des vestiges d'anciennes civilisations qui auraient constitué un formidable moteur de développement economique, si elles avaient été adéquatement exploitées à travers la promotion systématique du tourisme.

 

- Il y a besoin de routes, de ports, de chemins de fer, tourna à dire le Chèvalier et, sens on ne conclut rien. N'importe quel initiative on veut prendre, sans voies de communication adaptez on n'obtient rien. Pour cet gentil ami, il est nécessaire de s'engager en projets qui soient de incitation pour nos politiciens parce qu'ils ne perdent pas les occasions qui puissent promouvoir les intérêts de la collectivité !

Je m'explique mieux : Nous mettons le cas qu'on réussisse à améliorer et de beaucoup, la praticabilità de la route, de sorte que tous qui en font usage ils puissent le faire avec commodité et vite .........

 

Incatasciato, tres attentif sentait résonner les mots du Chèvalier il en enregistrait avec instantanéité la pleine validité. Il disait parmi lui : … « certes avec une route bien faite des charrettes et charrosse peuvent être plus rapides et plus sûrs ! »… ;

- Un instant Chèvalier Vous m'excusez si Je vous interromps. Mais une route bien faite comme fait toute seule à garantir majeur sûreté, je veux dire : comment peut-il protéger des brigands? – il demandait en expriment sa peur, (malheuresement réconfortée des faits !)

 

Et de renvoi le Chèvalier : - « Gentil comptable, s'il imagine que cette route soit améliorée dans le tracé et dans le fond et pour cela puisse être parcouru plus rapidement, même les royaux carabiniers peuvent se bouger avec paire rapidité. Et cela peut permettre ils de dissuader du mauvaise réputation qui aujourd'hui ils s'appliquent avec conviction. Pas seulement, mais le problème à la longue trouverait autres solutions, même plus efficaces. Plus les conditions de la route améliorent, plus elle est employée avec majeure rapidité ; plus elle est employée rapidement plus les affaires mêmes, les commerces s'effectueront plus rapidement. En somme notre siècle cher Incatasciato est le siècle de la vitesse. Dans la même journée on pourra faire de tant de plus affaires, on pourra entretenir de tant de plus relations et pour ceci il y aura même plus de travail pour tous. Et il n'est pas dit que ces jeunes désorientées, cachés, ils ne puissent pas trouver travail et se libérer du mauvaise réputation.

Vous verrez l'automobile et les routes dérouleront un rôle fondamental dans ce changement.

 

manuliPittoreDiCarretti.jpg.c10b9712d0d4a34824a8d8c69bf9abad.jpg

 

Continue......

Continua......

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §enz203HF

La conversazione sembrava scivolare su una cronaca locale se certi aneddoti non fossero serviti ad illustrare meglio le condizioni di grave difficoltà in cui si dibattevano a Crestula. A dire il vero quanto andava vedendo e scoprendo non sorprendeva particolarmente il Cavaliere. Lungo tutto il suo viaggio sulle coste siciliane e attraversando paesi e città un certo sconforto si era impadronito di lui. Il panorama dell’isola era comunque deprimente, salvo rarissime eccezioni. Del resto a ben vedere il Paese si era costituito da troppo poco tempo per credere che i problemi millenari in cui larga parte di esso continuava a dibattersi potessero trovare facile soluzione in quattro e quattr’otto. Di certo c’erano, almeno per la Sicilia ma anche per gran parte del territorio nazionale, un clima favorevole e una bellezza straordinaria di luoghi, spesso costellati delle vestigia di antiche civiltà che avrebbero costituito un formidabile motore di sviluppo economico, se fossero state adeguatamente sfruttate attraverso la promozione sistematica del turismo.

 

- C’è bisogno di strade, di porti, di ferrovie, tornò a dire il Cavaliere, senza non si conclude nulla. Qualsiasi iniziativa si voglia prendere, senza vie di comunicazione adeguate non si ottiene nulla. Per questo gentile amico, è necessario impegnarsi in progetti che siano di stimolo ai nostri politici perché non perdano le occasioni che possano promuovere gli interessi della collettività!

Mi spiego meglio: Mettiamo il caso che si riesca a migliorare e di molto, la percorribilità della strada, in modo che tutti quelli che ne fanno uso possano farlo con comodità e con speditezza………

 

Incatasciato, attentissimo sentiva risuonare le parole del Cavaliere dentro di sé e ne registrava con immediatezza la piena validità. Diceva tra sé: …“certo con una strada ben fatta carretti e carrozze possono essere più veloci e più sicuri!”…;

- Un momento Cavaliere mi scusi se La interrompo. Ma una strada ben fatta come fa da sola a garantire maggiore sicurezza, voglio dire: come può proteggere dai briganti?- interloquì esternando la sua paura,( purtroppo confortata dai fatti!)

 

E di rimando il cavaliere: -“ Gentile ragioniere, se immagina che questa strada sia migliorata nel tracciato e nel fondo e per ciò possa essere percorsa più velocemente, anche i regi carabinieri possono muoversi con pari rapidità. E ciò può consentire loro di dissuadere dal malaffare coloro che oggi vi si applicano con convinzione. Non solo, ma il problema alla lunga troverebbe altre soluzioni, anche più efficaci. Più migliorano le condizioni della strada, più essa è usata con maggiore rapidità; più è usata velocemente più gli affari stessi, i commerci si effettueranno più rapidamente. Insomma il nostro secolo caro Incatasciato è il secolo della velocità. Nella stessa giornata si potranno fare tanti più affari, si potranno intrattenere tante più relazioni e per questo ci sarà anche più lavoro per tutti. E non è detto che quei giovani sbandati, alla macchia, non possano trovare lavoro e liberarsi dal malaffare. Vedrà l’automobile e le strade svolgeranno un ruolo fondamentale in questo mutamento.

 

manuliVicoloZimmillari.jpg.55fd5a1e04ec45136fabdbfedaa9a0ba.jpg

 

Pour la vérité cette partie du raisonnement n'autoconvainquait pas beaucoup notre bon ami. Il connaissait tant d'histoires d'abjection morale, de violence, de tragédies familiales, qui semblaient exister à compter de la teneur de vie, presque des malédictions, des marques d'infamie. Comment peut-elle la route, aussi en créant améliores des conditions pour les commerces, résoudre tant de problèmes sociaux ? Mais pendant qu'ainsi il raisonnait parmi soi, dans s’ajouter des images amères qui affleuraient à la mémoire, une le poussa à lui arrêter : il se rappellait lorsque encore il était employé dans le chemin de fer, dont une saison particulièrement chancheuse, dans quel les accroissements des entrées avaient autoconvaincu la Compagnie à assumer quelques nouveaux employés et parmi ceux-ci un son connaissant, qu'il avait été destiné à faire le casellante. Cet engagement porté en avant avec conviction par celui était réussi à dissiper les voix sur sa vie trop « indolente » et avec temps à en faire une personne responsable et respectée ...........

Était-il possible que l'hypothèse du Chèvalier Florio avait un concret comparaison avec la réalité ?

 

« En effets, - il méditait - peut-être combien de gens était passée de ses bureaux « engagement » de ses entreprises et parmi ces personnes combien, au-delà d'être besogneux de travail avaient été même d'autres soins. Mais bien sûr le première cran de sa rechat social il devait être constitué du travail, d'une soit aussi moindre indépendance economique ! Et le Chèvalier ceci devait bien lui savoir pour toutes les initiatives industrielles et commerciales qui sa famille avait entrepris de générations ! » Aurait-il suffi sa mode d'actionner, pour résoudre des problèmes ainsi graves et diffus ?

 

- Mais alors, ajouta-il le comptable, les autos et les camions prendraient la place des charrosses et de de locomotives ? Auraient-ils la même capacité ? le même rôle ? Ils pourraient donner un accroissement à l'économie ainsi important ? »

Ils s'attardaient sur le scénario qui prenait forme dans la tête de don Ciccino, les images et surtout les récits de jeunes monsieurs dissolus, courant follement sur les automobiles, qu'ils produisaient dans lui encore un refus, un specie de dérive négative qu’il laissait virer son jugement vers le “non” plus décidé. Et les affirmations de Florio d'un coté et ses informations semblaient ne pas concorder..... Mais il fut vraiment en face à celle sérieux de questions qui Florio voulait intervenir avec fermeté et expliquer comme les choses étaient réellement. Incatasciato en effet avait commencé à montrer des nouvelles perplexités sur la position qui dans la societé occupait l'automobile. En fond le même Florio là à Crestula avec ses amis en était une démonstration….à son avis…

 

Le Chèvalier se trouva ainsi forcé à faire une sorte de repris de l'histoire récente de l'automobile. Un discours général: L'Italie pour des diverses raisons était restée dans une position de majeur retard respecte à autres pays comme la France et l'Allemagne, dans la production d'automobiles, bien que dans l'invention et dans la messe à point du nouveau moyen de locomotion il avait donné, à travers ses techniquex et spécialistes une contribution absoluement fondamental. Il semble que les études et les expériences de Barsanti, père du moteur à scoppio avec Matteucci, ils n'avaient trouvé en Italie aucun industriel disposé à les remarquer et à les employer, avec des ultérieures recherches, dans une première production. Par contre il semble que ce matériel de recherche avait été accueillie en France, où, en continuant le travail des italiens ils etaient aboutis à la construction du moteur à éclat. Icì avec evidente clairvoyance ils avaient comprì combien l’invention de l'automobile était important.

Mais à une partie les origines et les records d'autrui, même en Italie maintenant on il s'était autoconvaincus du enorme potentiel de ce puant guimbarde et il y on avait plus des parties autoconvaincus à le fabriquer. Même si en retard, en Italie il naissait l'industrie automobile, en passant à travers la phase de pionnier des artisans. Ensuite en s'alignant aux choix des groupes industriels étrangers, ils commençaient à produire des véhicules pour satisfaire les exigences des gens communes. Ford déjà des 1908 avait entamé la production du modèle « T ». Ce choix stratégique avait fait faire un saut enorme à l'histoire de l'automobile, en l'entamant vers la production de série, en laissant que les artisans avec leurs produits confectionnés pour un client particulier s'éteignaient. Florio bien savait quel contrecoup le départ de la production industrielle vraie avait produit dans le monde de l'automobile.

La même Targa Florio était presque finie dans le rien.

En effet les petits producteurs auxquels la compétition était nécessaire comme l'air pour respirer ils s’etaient trouvés coupés hors du mouvement de Ford.

En effet la grande production n'avait pas besoin de compétitions pour s'affirmer sur le marché. La philosophie qu'elle la sousentendait etait autre de la voiture exclusive, singulier, sur mesure fabriquée des petits producteurs.

 

tetti.jpg.53101fdd58941b53e1e222169d6f289f.jpg

 

Per la verità questa parte del ragionamento non convinceva molto il nostro buon amico. Egli conosceva tante storie di abiezione morale, di violenza, di tragedie familiari, che sembravano esistere a prescindere dal tenore di vita, quasi maledizioni, marchi di infamia. Come può la strada, pur creando migliori condizioni per i commerci, risolvere tanti problemi sociali? Ma mentre così ragionava tra sè, nel sovrapporsi di immagini amare che affioravano alla memoria, una lo spinse a soffermarvisi: ricordava quando ancora era impiegato nella ferrovia, di una stagione particolarmente fortunata, nel corso della quale gli incrementi di entrate avevano convinto la Compagnia ad assumere alcuni nuovi impiegati e tra questi un suo conoscente, che era stato destinato a fare il casellante. Quell’impegno portato avanti con convinzione da costui era riuscito a dissipare le voci sulla sua vita troppo “spensierata” e col tempo a farne una persona responsabile e rispettata………..

Era possibile che l’ipotesi del cavaliere Florio avesse un concreto riscontro nella realtà ?

 

“In effetti, -meditava- chissà quanta gente era passata dai suoi uffici “assunzione”delle sue aziende e tra queste persone quante, oltre ad essere bisognose di lavoro lo fossero state anche di altre cure.

 

Ma certo il primo gradino del proprio riscatto sociale doveva essere costituito dal lavoro, da una sia pur minima indipendenza economica! E questo doveva ben saperlo il cavaliere per via di tutte le iniziative industriali e commerciali che la sua famiglia aveva intrapreso da generazioni!” Sarebbe bastato questo suo modo di operare, per risolvere problemi così gravi e diffusi?

 

- Ma allora, soggiunse il ragioniere, le auto e gli autocarri prenderebbero il posto di carrozze e di locomotive? Avrebbero la stessa capacità? lo stesso ruolo? Potrebbero dare un incremento all’economia così importante?”

Si attardavano sullo scenario che prendeva forma nella mente di don Ciccino, le immagini e soprattutto i racconti di giovani signori scapestrati, scorrazzanti follemente sulle automobili, che producevano in lui ancora un rifiuto,una specie di deriva negativa che lasciava virare il suo giudizio verso il no più deciso. E le affermazioni di Florio da un lato e le sue informazioni sembravano non collimare…..

Ma fu proprio di fronte a quella serie di quesiti che Florio volle intervenire con fermezza e spiegare come stessero realmente le cose. Incatasciato infatti aveva cominciato a mostrare nuove perplessità sulla posizione che nella società stava occupando l’auto. In fondo lo stesso Florio lì a Crestula con i suoi amici ne era una dimostrazione….a suo parere…

 

Il Cavaliere si trovò così costretto a fare una specie di riassunto della storia recente dell’auto. Un discorso generale insomma: L’Italia per varie ragioni era rimasta in una posizione di maggiore arretratezza rispetto ad altri paesi come la Francia e la Germania, nella produzione di automobili, benché nella invenzione e nella messa a punto del nuovo mezzo di locomozione avesse dato, attraverso suoi tecnici e studiosi un contributo assolutamente fondamentale. Pare che gli studi e le esperienze di Barsanti, padre del motore a scoppio con Matteucci, non avesse trovato in Italia nessun industriale disposto a rilevarli e ad usarli, con ulteriori ricerche, in una prima produzione. Invece pare che questo materiale di ricerca fosse stata accolta in Francia, dove, continuando il lavoro degli italiani erano approdati alla costruzione del motore a scoppio. Lì con evidente lungimiranza avevano capito quanto fosse importante quell’invenzione dell’automobile.

Ma a parte le origini e i primati altrui, anche in Italia ormai ci si era convinti dell’enorme potenziale di quel puzzolente trabiccolo e ci si era da più parti convinti a produrlo. Anche se in ritardo, in Italia stava nascendo l’industria automobilistica, passando attraverso la fase pionieristica degli artigiani. Poi allineandosi alle scelte dei gruppi industriali stranieri, essa cominciava a produrre veicoli per soddisfare le esigenze della gente comune. Ford già dall’08 aveva iniziato la produzione del modello “T”. Quella scelta strategica aveva fatto fare un salto enorme alla storia dell’auto, avviandola verso la produzione di serie, lasciando che gli artigiani con i loro prodotti confezionati per un cliente particolare si estinguessero. Florio ben sapeva quale contraccolpo avesse prodotto nel mondo dell’auto l’avvio della produzione industriale vera. La stessa Targa Florio era quasi finita nel nulla. Infatti i piccoli produttori a cui la competizione era necessaria come l’aria per respirare si erano trovati tagliati fuori dalla mossa di Ford. Infatti la grande produzione non aveva bisogno di gare per affermarsi sul mercato. La filosofia che la sottintendeva era altro dalla vettura esclusiva, particolare, su misura messe insieme dei piccoli produttori.

 

manuliOlivoSaraceno.jpg.d0f5cf339c024e3fe769a19fb45cb1f0.jpg

 

Florio posa l'accent sur la fonction social de l'industrie automobile, sur le travail pour milliers de personnes; et parallèlement il souligna la necessité d'améliorer et étendre le réseau routière indispensable prémisse pour l’emploi profitable de l'automobile. Seulement à la fin il voulut même préciser la fonction que dans ce nouveau contexte avait la compétition sportive : - comptable voyez vous il est en réussissant à percevoir l'entier mouvement qu'on vient en organisant autour de l'automobile, qu'on peut comprendre l'importance de la compétition. Elle est une forme de essaye inaliénable. De tel tres sévère emploi la vérifie technique des diverses composantes naît et donc la possibilité de juger la validité du projet de l’automobile. Seulement ainsi on peut progresser technicien en faveur de la production de véhicules qui seront employés ensuite tous les jours, par tous.

 

– Vous ne lassez pas furvoyer dans le jugement de ces téméraires qui exhibent leur courage dénué de sens. Le sport qui naît autour de l'automobile n'est pas separabile des aspects de l'ingénierie. Il est un tout un. Donc qui peut à premiere vue apparaître un fou , il pourrait être un sportif qui s'essaye dans un champ pas dépourvu de risques, mais comme dominé d'une fonction de vérifie technique.

Il y a ensuite l’apparance spectaculaire, le charme de ces particuliers évènements, de toute façon de grand attrait… Parmi sport, spectacle, progrès technicien il y a comme une alliance, pour la vérité insolite dans autres domaines, qu'il se traduit dans un enorme et articulé avantage pour la societé, pour tout combien nous avons dit. Celui-ci que nous traitons est un des sujets plus importants de notre actualité historique, en mesure de produire dans le temps enormes des changements. De ceci je suis autoconvaincu. La modernité s'affirme à travers des évènements complexes qui vont attentivement analysés dans leurs composantes. Il ne s'agit pas d'un parfait dessine divin, par charité, mais certainement d'une concaténation de procès dans lesquels chaque phase, chaque instant a des fonctions spécifiques résultantes indispensables les autres éléments de la chaîne. - Il voit, nous sommes conscients des difficultés enormes dans lesquelles on débat notre pays et en particulier la Sicilia et pour ceci nous voudrions donner notre contribution à leur renaissance, même dans ce champ, qui est en mesure en d'en impliquer d'autres. Nous savons combien soit difficile et peu probable être écouté dont ils détiennent le pouvoir. Pour cette donner la vie à des initiatives éclatantes et complexes peut servir à stimuler l'opinion publique, pour un vers, ensorcelée d'un évènement sportif, et les publiques autorités pour l'autre, dans le porle en face à l'état de dramatique abandon dans lequel verse notre terre. Le progrès parfois choisit des routes obsolètes pour se manifester et s'appliquer. Il faut attention pour en savoir cueillir la « bonne disposition » et l'employer adéquatement.

 

La pause dans le discours de Florio, dites la possibilité à Incatasciato de réorganiser sa pensée : - « En effets, - il pensait parmi lui, - le progrès que nous voudrions réaliser devrait porter travail, et donc améliorations dans la vie de chacune. Certes les discours du Chèvalier sont complexes et convaincanux, même si, et à lui pour premier, il n'échappe pas que combien a eté illustré n'est pas certain la solution de tous les problèmes. Il ne serait pas l'entrepreneur qui est ! Toutefois la complexité de sa thèse n'est pas certain dépourvue de véridicité et surtout de charme. » - J'attends du majeur travail en dérivant soit de la création de l'industrie, soit en tant que les meilleurs et plus rentables déplacements induits de la route qui peut être parcouru plus rapidement étaient chose incontestable et cela rendait l'esprit plus léger, disposé à regarder avec plus de confiance au futur. Où cependant son consentement se bloquait jusqu'à des s'obstiner , comme certains ânes à traîne des charrettes , il était vraiment sur la question des compétitions d'automobiles.

 

- « Pardons Chèvalier , il dit , je me rappelle qu'en 1903 une grande compétition fut organisée de Paris à Madrid et que beaucoup furent les incidents mortels, que la compétition, au moins en France elle fut suspendue. On demande si y elle ne soit pas une forme moins dangereuse pour effectuer, les vérifications, comme les vous appelaiez, pour améliorer les produits de l'industrie et favoriser le progrès technicien ».

 

- « Vous touchez un problème moral peu de compte et j’apprécie beacoup que vous l’avaiez suscité. Toutefois il doit être faite une considération générale. Dans tous les temps l'homme a cherché, à travers le jeu et le divertissement de donner la vie à des épreuves et des essayes même dangereux, qui témoignaient son courage. Je ne peux pas être à vous rappeler les anciens Jeux Olimpiques prés des grecs et encore les jeux du cirque parmi les romains et même entre les populations barbares descendues en Italie. Le défi et la compétition font part de l'ésprit humain, et pas seulement dans les activités ludiques. Nous ne pouvons pas empêcher ces activités.

Dans les ans récents monsieur De Coubertin a théorisé ces phénomènes présents dans toutes les civilisations en en définissant sport : activité ludique caractérisée à l'ésprit de loyauté vers les adversaires et ayant des fins récréatifs, fin à soi-même. Il a reproposée même un rassemblement qui ont permis de faire revivre dans les Jeux Olimpiques modernes celles-là anciens ! L'ésprit sportif est toujours le même dans le temps, à moins que des petits écarts dus aux conceptions typique de chaque époque.

Vous voiez, comptable la réalité change rapidement et avec elle elles changent les coutumes, les goûts des gens, mais pas tout : Une grande manifestation sportive est belle s'elle donne dans qui la pratique et dans qu’il assiste une émotion. Aujourd'hui notre époque propose à la place du cheval, l'automobile sûrement plus dangereuse, mais l'attention qui suscite, le plaisir qui donne, le sens même de la compétition est vraiment dans ce risque. Il peut sembler un paradoxe, mais comme je vous disais, il calque l'attitude sempiternelle de l'esprit humain dans la recherche des défis, des nouvelles épreuves, des nouveaux essayes….

Si à ce aspesct, nous disons lucide ,nous ajoutons ce qu'elle pourrait définir l'utilita’, c'est-à-dire le contenu de la modernité : « la vitesse avec tout ce que gravite autour des significations et de valeurs », vous avez un tableau complexe et composite d'indubitable charme, à l'quel, il me semble de pouvoir dire, difficilement nous puissons nous éviter.

Maintenant vous éprouvez à imaginer ce grand évènement sportif, cette compétition, se dérouler ici en Sicilia, dans notre terre, qui finalement pourrait être nommée pas seulement pour tous les phénomènes péniblement graves pour lesquels elle est connue , mais pour quelque chose qui en exalte la beauté, tu en décantes l'histoire ancienne, en illustres la gentillesse des gens….tout ceci pourrait jamais être de peu de goût aux potentiels spectateurs ? Elle ne serait pas une occasion perdue se nier l'opportunité de se faire connaître hors de nos frontières pour les aspects moins connus et desquels comme siciliens aller plus orgueilleux ?

 

Appliquant un peu les bonnes règles de la réthorique Florio, soit aussi avec simplicité, il était réussie à toucher les cordes des sentiments plus profonds : l’orgeuil d’appartenir à cette terre belle et souffrante, dans lequel même les événements historiques semblaient se charger de teintes, de nuances, d'accents qui les rendaient encore plus dignes qu'admiration, d’amour, de dévouement ..... Avec elle don Ciccino maintenait un rapport que pas matérialisait seulement de la connaissance d'évènements lointains historiques, qui le comptable aimait revivre, un peu pour jeu, un peu en rêves , pour se laisser transporter dans une dimension de rêve nostalgique, très plus vécu, combien la réalité lui empêchait de rendre concrètes certaines ses expectatives. Mais même des affections et de leur mémoire ; des anciennes coutumes familiales, qui dans les évoquer, dans les redécouvrir, elles lui procuraient le même plaisir qui donne la fragrance du pain à peine sorti du four ; du dialecte et de ses infinies accents régional dans lesquels elle se nichait une indéfinissable complaisance qui lui donnait certitude de son identité de sicilien.

 

Tonnara.jpg.ec3afad836e076ea024d1ac849f9eea6.jpg

 

Florio pose l’accento sulla funzione sociale dell’industria automobilistica, sul lavoro per migliaia di persone; e parallelamente sottolineò la necessità di migliorare e espandere la rete stradale indispensabile presupposto ad un uso proficuo dell’automobile. Solo in ultimo volle anche precisare la funzione che in questo nuovo contesto avesse la competizione sportiva:

 

- Vede ragioniere è riuscendo a percepire l’intero movimento che si viene organizzando intorno all’auto, che si può capire l’importanza della competizione. Essa è una forma di collaudo irrinunciabile. Da tale severissimo impiego nasce la verifica tecnica delle varie componenti e quindi la possibilità di giudicare la validità del progetto da cui l’auto scaturisce. Solo così si può progredire tecnicamente a favore della produzione di veicoli che verranno impiegati poi tutti i giorni, da tutti.

 

- Non si lasci forviare nel giudizio da quei temerari che esibiscono il loro coraggio senza costrutto. Lo sport che nasce attorno all’auto non è separabile dagli aspetti ingegneristici. E’ un tutt’uno. Quindi chi può a prima vista apparire un folle, potrebbe essere uno sportivo che si cimenta in un campo non privo di rischi, ma come dominato da una funzione di verifica tecnica.

C’è poi l’aspetto spettacolare, la godibilità di questi particolari eventi, comunque di grande attrattiva…

Tra sport, spettacolo, progresso tecnico c’è come una alleanza, per la verità inusuale in altri campi, che si traduce in un enorme ed articolato vantaggio per la società, per tutto quanto abbiamo detto.

Questo che stiamo trattando è uno degli argomenti più importanti della nostra attualità storica, in grado di produrre nel tempo enormi cambiamenti. Di questo io sono convinto. La modernità si afferma attraverso eventi complessi che vanno attentamente analizzati nelle loro componenti. Non si tratta di un perfetto disegno divino, per carità, ma certamente di una concatenazione di processi in cui ogni fase, ogni momento ha delle funzioni specifiche risultanti indispensabili agli altri elementi della catena.

 

- Vede, noi siamo consapevoli delle difficoltà enormi in cui si dibatte il nostro paese e in particolare la Sicilia e per questo vorremmo dare un nostro contributo alla loro rinascita, anche in questo campo, che è in grado di coinvolgerne altri. Sappiamo quanto sia difficile e poco probabile essere ascoltati da coloro che detengono il potere. Per questo dare vita ad iniziative eclatanti e complesse può servire a stimolare l’opinione pubblica, per un verso, ammaliata da un evento sportivo, e le pubbliche autorità per l’altro, nel porle di fronte allo stato di drammatico abbandono in cui la nostra terra versa. Il progresso talvolta sceglie strade desuete per manifestarsi ed applicarsi. Occorre attenzione per saperne cogliere la “buona disposizione” ed usarlo adeguatamente.”

 

La pausa nel discorso di Florio, dette la possibilità ad Incatasciato di riorganizzare il suo pensiero: -- “In effetti, - pensava tra sé,- il progresso che vorremmo realizzare dovrebbe portare lavoro, e quindi miglioramenti nella vita di ciascuno. Certo i discorsi del Cavaliere sono complessi e convincenti, anche se, e a lui per primo, non sfugge che quanto illustrato non è certo la soluzione di tutti i problemi. Non sarebbe l’imprenditore che è! Tuttavia la complessità della sua tesi non è certo priva di veridicità e soprattutto di fascino.”- L’aspetto della maggiore occupazione derivante sia dalla creazione dell’industria, sia dai migliori e più redditizi spostamenti indotti dalla strada più velocemente percorribile erano cosa incontestabile e ciò rendeva l’animo più leggero, disposto a guardare con più fiducia al futuro. Dove però il suo consenso si bloccava fino a impuntarsi, come certi asini al traino dei carretti, era proprio sulla questione delle gare di automobili.

 

- “Mi perdoni Cavaliere- aggiunse- ricordo che nel 1903 fu organizzata una grande gara da Parigi a Madrid e che tanti furono gli incidenti mortali, che la gara, almeno in Francia fu sospesa. Mi chiedo se non ci sia una forma meno pericolosa per effettuare, si insomma i collaudi, come Ella li chiamava, per migliorare i prodotti dell’industria e favorire il progresso tecnico”.

 

- “ Lei tocca un problema morale di non poco conto e apprezzo che lo abbia suscitato. Tuttavia va fatta una considerazione generale. In tutti i tempi l’uomo ha cercato, attraverso il gioco e il divertimento di dare vita a prove e cimenti anche pericolosi, che testimoniassero del suo coraggio. Non posso essere io a ricordarle le antiche olimpiadi presso i greci e ancora i giochi circensi tra i romani e persino tra le popolazioni barbariche scese in Italia.

La sfida e la competizione fanno parte dello spirito umano, e non solo nelle attività ludiche. Noi non possiamo impedire queste attività. In anni recenti il signor De Coubertin ha teorizzato questi fenomeni presenti in tutte le civiltà definendoli sport: attività ludiche improntata allo spirito di lealtà verso gli avversari e aventi scopi ricreativi, fini a se stessi. Egli ha riproposto addirittura una loro riaggregazione che ha consentito di far rivivere nelle olimpiadi moderne quelle antiche! Lo spirito sportivo è sempre lo stesso nel tempo, a meno di piccoli scarti dovuti alle concezioni proprie di ogni epoca.

Vede ragioniere la realtà muta rapidamente e con essa cambiano i costumi, i gusti della gente, ma non tutto: Una grande manifestazione sportiva è bella se suscita in chi la pratica e in chi vi assiste una emozione. Oggi la nostra epoca propone al posto del cavallo, l’automobile sicuramente più pericolosa, ma l’attenzione che suscita, il piacere che dà, il senso stesso della competizione è proprio in quel rischio. Può sembrare un paradosso, ma come le dicevo, ricalca l’atteggiamento sempiterno dell’animo umano in cerca di sfide, di nuove prove, di nuovi cimenti…. Se a questo aspetto, diciamo ludico, aggiungiamo ciò che lei potrebbe definire l’utilita’, cioè il contenuto della modernità : “la velocità con tutto quello che vi gravita attorno di significati e valori”, lei ha un quadro complesso e composito di indubbio fascino, al quale, mi pare di poter dire, difficilmente ci si possa sottrarre.

Adesso provi ad immaginare questo grande evento sportivo, questa competizione, svolgersi qui in Sicilia, nella nostra terra, che finalmente potrebbe essere nominata non solo per tutti i fenomeni penosamente gravi per cui è nota, ma per qualcosa che ne esalti la bellezza, ne decanti la storia antichissima, ne illustri la gentilezza delle genti….tutto questo potrebbe mai essere di poco gradimento ai potenziali spettatori? Non sarebbe un’occasione persa negarsi l’ opportunità di farsi conoscere fuori dai nostri confini per gli aspetti meno noti e di cui andare più orgogliosi, come siciliani?”

 

Applicando un pò le buone regole della retorica Florio, sia pure con semplicità, era riuscito a toccare le corde dei sentimenti più profondi: l’orgoglio di appartenere a quella terra bellissima e martoriata, in cui anche le vicende storiche sembravano caricarsi di tinte , di sfumature, di accenti che le rendevano ancora più degne di ammirazione, di amore, di dedizione…..

Con essa don Ciccino manteneva un rapporto che non si materializzava solo della conoscenza di lontani eventi storici, che il ragioniere amava rivivere, un pò per gioco, un pò fantasticando, per lasciarsi trasportare in una dimensione di sogno nostalgico, tanto più vissuto, quanto la realtà gli impediva di rendere concrete certe sue aspettative. Ma anche degli affetti e della loro memoria; delle antiche consuetudini familiari, che nel rievocarle, nel riscoprirle, gli procuravano lo stesso piacere che dà la fragranza del pane appena uscito dal forno; del dialetto e delle sue infinite inflessioni in cui si annidava un indefinibile compiacimento che gli dava certezza della sua identità di siciliano.

 

Targa-Florio-1926-EMILIO-MA.jpg.804bb57a588299dab17a215c2531c4e3.jpg

 

Le bon Chèvalier avait comme porté avec les épaules à mure notre bon don Ciccino. La possibilité de se lier à ces nouvelles initiatives avec ésprit presque patriotique elle se parait de front, pour exalter la Sicilia et l'aider à accomplir l’effort énorme qu'elle la portait à être parmi les terres « heureuses ». Pour contre recouler il aurait pu signifier accepter passivement le destine de toujours qu'il voyait sa terre dans un rôle d’infériorité:. Don Ciccino refléchissait sur combien Florio lui avait dit, mais le travail était maintenant accompli. Florio avait déterminé le riche contexte culturel d'Incatasciato, il l'avait comme libéré et nettoyé de poussiéreus sédiments faits de petites ingénuités, d' imperceptibles intentions, de quelque “miseriuzze” (petit misère) et sur cette riche base il s’apprêtait à poser son prestigieux cadeau : “Il Giro di Sicilia” ! (Le Tour de Sicile) !

 

- « Monsieur comptable Vous savez que déjà de quelques ans, sur les impraticables routes des Madonie, nous organisons une compétition automobile qui prend le nom de Targa Florio. À nous elle dédions beaucoup de nos énergies. Aujourd'hui nous voudrions transposer la même compétition sur un circuit bien plus long et insidieux où des hommes et des automobiles puissent se confronter sportivement, long de tout le périple de l'île. Nous avons besoin pour la bonne réussite de la manifestation de l'aide de personnes comme Vous, portatrices orgueilleux des sentiments d’être sicilien. Nous demandons simplement d'organiser des équipes de volontaires qui puissent être utilisés selon combien nous viendrons en indiquant. Aujourd'hui je sens de dire que nous pouvons compter en Vous comme un ami pour l'exquise attention et autoconvaincu intérêt avec lequelle vous avez nous accompagnées dans la nôtre arrêt à Crestula. À ce contatto ils en suivront des autres. Nous Vous informerons avec opportunité ».

 

manuli-1.jpg2..jpg.a53e36328e95594b57e40e0662d7f026.jpg

 

Il buon Cavaliere aveva come portato con le spalle al muro il nostro buon don Ciccino. A lui si parava di fronte la possibilità di legarsi a queste nuove iniziative con spirito quasi patriottico, per esaltare la Sicilia ed aiutarla a compiere lo sforzo immane che la portasse ad essere tra le terre “felici”. Per contro ritrarsi avrebbe potuto significare accettare passivamente il destino di sempre che vedeva la sua terra in un ruolo di subalternità.

Don Ciccino rifletteva su quanto Florio gli aveva detto, ma il lavoro era ormai compiuto.

Florio aveva individuato il ricco retroterra culturale di Incatasciato, lo aveva come liberato e ripulito da polverosi sedimenti fatti di piccole ingenuità, di evanescenti propositi, di qualche miseriuzze e su quella ricca base si apprestava a posare il suo sontuoso regalo : Il Giro di Sicilia !

 

- “ Egregio ragioniere ella sa che già da alcuni anni, sulle impervie strade delle Madonie, organizziamo una competizione automobilistica che prende il nome di Targa Florio. Ad essa dedichiamo molte delle nostre energie. Oggi vorremmo trasporre la stessa gara su un circuito ben più lungo e insidioso dove uomini e mezzi possano confrontarsi sportivamente, lungo tutto il periplo dell’isola.

Abbiamo bisogno per la buona riuscita della manifestazione dell’aiuto di persone come lei, portatrici di orgogliosi sentimenti di sicilianità.

Chiediamo semplicemente di organizzare squadre di volontari che possano essere utilizzate secondo quanto le verremo indicando nel corso dei preparativi.

Oggi sento di dire che possiamo annoverare in lei un amico per la squisita attenzione e il convinto interesse con cui ci ha accompagnati nella nostra sosta a Crestula. A questo contatto ne seguiranno altri. La informeremo con tempestività”.

 

manuliInseguimentoBugattiAl.jpg.471b0351b06c0ae18601ef4735d8bbef.jpg

 

Le comptable il se sentit tout à coup investi d'un rôle et d'un tâche, onéreux pour ses pauvres ressources, et toutefois, touché profondement, nous dirions flatté, de ces mots il ne réussit pas qu'à bégayer son timide consentement, de fait en dépassant dans un seul bond celle-là imaginaire ligne qui divisait le vieux monde auquel il s'honorait d'appartenir, da le nouvelle et dynamique, en entrant « de jure et de facto » dans la tumultueuse modernité.

 

Aurait-il le comptable Francesco Incatasciato appris à naviguer dans cet océan, sans retomber dans ses récurrentes angoisses nocturnes ? Juste maintenant que les « fureurs de jeunesse » etaient seulement un souvenir doux-amer ? Maintenant qu'il était plus logique le repli sur des « remparts » moins prenants et de plus facile défense ? Le soleil descendait sur l'horizon, les ombres s'allongeaient en modifiant la perception du paysage environnant et même Crestula sembla assumer une nouvelle face aux yeux de don Ciccino. Elle n'était plus un tas des vieilles maisons ! Au moins, elle pouvait ne pas l'être ! Les heures etaient passâmées rapidement dans une conversation qui le comptable ne serait pas réussie à imaginer, même pas dans le sien améliores instants de faiblesse.

La rencontre s'était conclue avec la cordiale étroite de main de Florio et la promesse de nouveaux contacts. Il s'était entamé chez lui, en revenant avec la mémoire à quel à peine vécu, et son esprit encore en émoi. D'un coté flatté de cette rencontre, de l'autre tres préoccupé de n’avoir pas compris jusqu'au bout quelles tâches Florio avait lui assignés et surtout de ne pas être à la hauteur d’un engagement aussi difficile!

 

“Il Giro di Sicilia de course !” Il méditait à chaque pas, « c'est fou ! , - il ajoutait -, mais son expression n'était pas seulement de préoccupation… semblait plutôt dictée d'une subtile complaisance, comme s'une voix interne le pressait : cher Francesco, tu as assumé un engagement. Maintenant même tu appartiens à ce manipules des fous et tu sais même d’être en orgueilleux ! »

 

Paolo Monello

(Traduction de Enzo Manzo , Peintures de Salvo Manuli)

 

t.florio-anni-20-vincenzo-f.jpg.5cd72fa344d20d8fccd7c1e8b87dffc0.jpg

 

Il ragioniere si sentì improvvisamente investito di un ruolo e di un incarico, gravosi per le sue povere risorse, e tuttavia , toccato profondamente, diremmo lusingato, da quelle parole non riuscì che a balbettare il suo timido consenso, di fatto superando in un solo balzo quella immaginaria linea che divideva il vecchio mondo al quale si pregiava di appartenere, dal nuovo e dinamico, entrando “ de jure e de facto” nella turbinosa modernità.

 

Avrebbe il ragioniere Francesco Incatasciato imparato a navigare in questo oceano, senza ricadere nelle sue ricorrenti angosce notturne? Proprio ora che i “furori giovanili” erano solo un ricordo dolce-amaro? Ora che era più logico il ripiegamento su “baluardi” meno impegnativi e di più facile difesa?

Il sole stava scendendo sull’orizzonte, le ombre si allungavano modificando la percezione del paesaggio circostante e anche Crestula sembrò assumere un nuovo volto agli occhi di don Ciccino. Non era più un mucchio di vecchie case! Almeno , poteva non esserlo!

Le ore erano trascorse velocemente spese in una conversazione che il ragioniere non sarebbe riuscito ad immaginare, neanche nei suoi migliori momenti di “abbandono”.

L’incontro si era concluso con la cordiale stretta di mano di Florio e la promessa di nuovi contatti.

Egli si era avviato verso casa, ritornando con la memoria a quanto appena vissuto, e l’animo ancora in subbuglio. Da un lato lusingato da quell’incontro, dall’altro preoccupatissimo di non avere forse capito fino in fondo quali compiti gli fossero stati assegnati e soprattutto di non essere all’altezza di così difficile impegno!

 

“Il Giro di Sicilia di corsa!” rimuginava dentro di sé ad ogni passo, “ cose da pazzi!, - aggiungeva -, ma la sua espressione non era solo di preoccupazione… sembrava piuttosto dettata da un sottile compiacimento, come se una voce interna lo incalzasse: si caro Francesco, hai assunto un impegno. Ora appartieni a quel manipolo di pazzi anche tu e sai anche di esserne orgoglioso!”

 

Paolo Monello

(Traduzione di Enzo Manzo , quadri di Salvo Manuli)

 

2130932189_PROVINCIA-281529.thumb.jpg.c62e3c638aa865fb6bd2075a0cbddd19.jpg

 

FIERI ED ORGOGLIOSI DEL NOSTRO PASSATO RITROVATO!

2009 ANNO DI VINCENZO FLORIO

logo.jpg.74bb32a5e84051b8e8903d4aa0e05da8.jpg

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §max388fd

Complimenti Enzo bellissimo racconto ottimi i quadri e gran lavoro tuo per le traduzioni

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §gul026Kg

complimenti enzo, e complimenti al Maestro Salvo Manuli, grande interprete della sicilianita' piu' bella, quella di cui si deve essere orgogliosi e che si deve esportare a schiena dritta ovunque!

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §luc766xj

Complimenti Enzo bellissimo racconto ottimi i quadri e gran lavoro tuo per le traduzioni

 

 

Quoto.

 

Luciano

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §enz203HF

TARGAPEDIA-BANNER-FLORIO.jpg.1fcabb15736561565956dec7b7017237.jpg

 

Cari amici , grazie per i complimenti....

 

...ma preferisco riportare la vostra attenzione sul racconto nato dalla sensibilità e dall'intelligenza di Paolo Monello.

 

A lui dobbiamo tutti dire grazie.

 

Ha trovato un modo originale e sincero per rendere omaggio da queste pagine del topic a Vincenzo Florio e al suo ingegno.

 

Ribadisco l'attualità delle parole messe in bocca allo "Chévalier" , oggi più che mai proggetto di sviluppo per la nostra terra.

L'automobile e la sua industria sono senz'altro in crisi, e non siamo certamente agli inizi del '900 ....ma la storia leggendaria delle corse di Vincenzo Florio (Targa e Giro) si mescolano con la bellezza unica delle terre di Sicilia. Su questo occorre riflettere e lavorare per rendere "fruttuoso" l'investimento operato dalla Provincia di Palermo e dal suo (nostro) Presidente Giovanni Avanti.

 

Ribadisco pertanto la proposta (aspetto ovviamente il parere-consenso di Paolo Monello) di "regalare" alla prossima occasione il racconto al Presidente Avanti. Non credo si possa presentare in maniera migliore e "poetica" l'attualità del pensiero imprenditoriale-sportivo di Vincenzo Florio.

Su questa base , senza inventare nulla che lo "Chèvalier" non abbia già inventato, limitandosi ad adattare la sua idea ai tempi e alla realtà che viviamo, si deve andare ...Avanti.....!!

 

colore-3.jpg.1f1d945b701b5f38fa99f3c66ac9625b.jpg

 

Per quanto riguarda le vostre parole di ringraziamento e di affetto le accetto esclusivamente per la mole di lavoro che ha mi comportato tradurre le 13 pagine del racconto . Spero di avere fatto pochi errori nella traduzione, sicuro che, come in altre occasioni, i nostri ospiti francesi apprezzeranno.

 

Ma il merito della intensità e della bellezza indubbia di questo post dedicato a "don Ciccino Caramella" è esclusivamente del suo autore Paolo Monello e delle immagini di Salvo Manuli , che con i loro colori e le loro emozioni hanno incorniciato il racconto di Paolo.

 

Vi prego di rivolgere a Paolo Monello , qualora ne sentiste il bisogno, le prossime parole di ringraziamento e di affetto.

 

 

Grazie Paolo ! :jap::jap::jap:

Enzo

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §Il 664Le

Cari Amici di Don Vincenzo Florio , della Targa Florio e di Targapedia, Buona Domenica

Questo è un piccolo (?) regalo che io con l'amico Paolo Monello (autore del racconto) vi facciamo . Buona lettura

Continua......

 

 

Una piacevole lettura per domani sotto l'ombrellone.

Grazie e complimenti.

Un caro saluto a tutti.-

Giovanni.-

 

1.gif11..gif.3f33414d238101c0145daa8559a67e02.gif

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §Il 664Le

Cari amici , grazie per i complimenti....

...ma preferisco riportare la vostra attenzione sul racconto nato dalla sensibilità e dall'intelligenza di Paolo Monello.

 

A lui dobbiamo tutti dire grazie.

 

Vi prego di rivolgere a Paolo Monello , qualora ne sentiste il bisogno, le prossime parole di ringraziamento e di affetto.

 

 

Ho avuto il piacere di conversare con Paolo e la sua Signora in occasione dell'incontro del 19 maggio u.s. a Palermo .

La cordialita' e pacatezza di Paolo che ho avuto modo di apprezzare e' confermata dalle parole del suo racconto.

Un sentito ringraziamento e un'invito a continuare.

Giovanni.-

 

 

 

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §mik100rc

Salve,

 

ho riletto più che volentieri il racconto di Paolo; lo feci allora, quando fu postato la prima volta e, con lo stesso ammirato entusiasmo, rinnovo i miei più sinceri complimenti.

 

Il mio giudizio è poca cosa, vista la mia profonda ignoranza, ma la lettura ed oggi la sua rilettura, mi hanno procurato un sottile piacere mentale e questo, penso sia cosa buona!

 

Lo dissi allora e lo ribadisco oggi, unico disappunto, il fatto che Paolo ci delizi poco e troppo poco spesso dei suoi affabulanti, quanto realistici ed appassionati racconti, pregni di quella Sicilianità che Egli conosce profondamente.

 

Un forte abbraccio, Michele

 

P.S. non posso fare a meno di complimentarmi con Enzo, per l'oneroso impegno profuso nella traduzione per i nostri "cugini" Francesi.

 

Le opere del caro amico Salvo, le conosco e le apprezzo molto; anche se, anche in questo caso, il mio giudizio non può essere che personale; ma quanti di noi sono intenditori d'arte? Vale soltanto, a mio parere, l'emozione che un'opera d'arte (di qualsiasi genere) riesce a suscitare nel proprio animo e questo è assolutamente personale!

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Dopo le doverose scuse a Beppe45 e ad Armando Floridia per aver confuso i loro ruoli....

 

Posto come anticipato le foto del mio breve ed intenso incontro con Nanni Galli a Lampedusa e del modello (ancora incompleto) che Nanni ha voluto graziosamente dedicarmi ed autografarmi...

 

http://i702.photobucket.com/albums/ww24/bepvit/DSCN0379.jpg

 

http://i702.photobucket.com/albums/ww24/bepvit/DSCN0377-1.jpg

 

http://i702.photobucket.com/albums/ww24/bepvit/DSCN0380.jpg

 

GRAZIE ANCORA A SPAZZANEVE CHE HA RESO POSSIBILE L'INCONTRO E A TUTTI COLORO CHE, ANCHE SU MIA RICHIESTA, HANNO POSTATO IMMAGINI UTILI PER LA REALIZZAZIONE DEL MODELLO...A PRESTO COL MODELLO TERMINATO!

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §sho727jx

.......................

Le opere del caro amico Salvo, le conosco e le apprezzo molto; anche se, anche in questo caso, il mio giudizio non può essere che personale; ma quanti di noi sono intenditori d'arte? Vale soltanto, a mio parere, l'emozione che un'opera d'arte (di qualsiasi genere) riesce a suscitare nel proprio animo e questo è assolutamente personale!

 

[/#0000ff][/b][/quotemsg]

 

Daccordissimo con Michele; il racconto di Paolo lo conoscevo già, ma stavolta Enzo ha affiancato oltre alla traduzione in francese, una suggestiva "colonna sonora illustrativa" che ha accompagnato appropriatamente lo scorrere delle righe.

 

Sono della cruda e scomoda opinione che la figura del critico, specie nel campo dell'arte figurativa e audiovisiva, non sarebbe mai dovuta esistere in una società civile, democratica ed evoluta...!

Come può un individuo, sol perchè crede di essersi fatto una cultura nel campo specifico (su quali basi inconfutabili poi ?), pretendere di poter giudicare il valore di un'opera d'arte o di una composizione sinfonica o di un film ?

E quel che mi sembra mostruoso ed offensivo verso la personalità, l'intelligenza e la sensibilità del singolo individuo, è quella che questi possa imporre liberamente il proprio giudizio e condizionare il libero arbitrio altrui...!

Egli in tal modo non fà altro che condizionare a suo piacimento un sistema propagandistico discutibile, nonchè un mercato anche collezionistico altrettanto discutibile !

A mio giudizio, ogni essere umano deve essere in grado di scegliere e giudicare a proprio piacimento...; questo per fortuna accade il più delle volte in un libero mercato ! Le "guide sicure" lasciamole a chi ha..."paura di cadere"...!

 

:jap::jap::jap:

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §mak773YH

https://aws-cf.caradisiac.com/prod/mesimages/493723/TARGAPEDIA-BANNER-FLORIO.jpg

 

Cari amici , grazie per i complimenti....

 

...ma preferisco riportare la vostra attenzione sul racconto nato dalla sensibilità e dall'intelligenza di Paolo Monello.

 

A lui dobbiamo tutti dire grazie.

 

Giusto Enzo!

 

Il primo grazie va Paolo Monello; senza la materia prima nulla si traduce né si illustra.

 

Il secondo va a te per la traduzione, la pasione e la buona volontà

 

il terzo non può non andare a Salvo Manuli;

le sue esplosioni di colori sono piene di vita e calore e trovo (sensazione personalissima, ovviamente) che riescano a catturare e trasmettere l'essenza di quanto vogliono rappresentare

 

makò47

 

 

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §gul026Kg

sono d'accordo coi vecchi saggi del forum...le opinioni su un'opera d'arte sono del tutto personali...non ritengo offensivo esprimere il proprio parere su un quadro o un'opera d'arte in genere...il giudizio è personale ed estremamente emotivo...a me piace da morire il ferro da stiro di man ray...inutili e inespressive le attese di fontana...semplicemente meravigliosa la paloma di picasso...manieristiche e senza espressivita' le tele di delacroix....capolavoro asoluto l'autoritratto di van gogh...ma è un mio giudizio... se fosi un artista accoglierei senza isterie anche i pareri negativi sulle mie opere...è una forma di rispetto e tolleranza civile potere esprimere i propri giudizi e nello stesso tempo accogliere le critiche senza sentirsi crocifissi...ma non è sempre facile riuscire a capire questi assunti...e metterli in pratica...comunque direi di chiuderla qui, siamo palesemente off topic...c'e' sempre non solo targa per queste discussioni.

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §luc766xj

sono d'accordo coi vecchi saggi del forum...le opinioni su un'opera d'arte sono del tutto personali...non ritengo offensivo esprimere il proprio parere su un quadro o un'opera d'arte in genere...il giudizio è personale ed estremamente emotivo...a me piace da morire il ferro da stiro di man ray...inutili e inespressive le attese di fontana...semplicemente meravigliosa la paloma di picasso...manieristiche e senza espressivita' le tele di delacroix....capolavoro asoluto l'autoritratto di van gogh...ma è un mio giudizio... se fosi un artista accoglierei senza isterie anche i pareri negativi sulle mie opere...è una forma di rispetto e tolleranza civile potere esprimere i propri giudizi e nello stesso tempo accogliere le critiche senza sentirsi crocifissi...ma non è sempre facile riuscire a capire questi assunti...e metterli in pratica...comunque direi di chiuderla qui, siamo palesemente off topic...c'e' sempre non solo targa per queste discussioni.

 

 

Infatti, ho già chiarito sul Topic "Non solo Targa" e nn ritengo che sia necessario farlo anche in questo Topic.

 

Luciano

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §gul026Kg

concordo, luciano...apprezzo il tuo equilibrio...

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Invité §gul026Kg

ricorderei a tutti che questo forum parla di targa florio ed è riservato a veri amanti di targa florio, senza preclusioni ad alcuno...tutti coloro che usano questo forum per protagonismi fini a se stessi, o per chiarire polemiche e problemi esistenziali personali, sono pregati cortesemente di farlo da qualche altra parte, grazie.

Lien vers le commentaire
Partager sur d’autres sites

Créer un compte ou se connecter pour commenter

Vous devez être membre afin de pouvoir déposer un commentaire

Créer un compte

Créez un compte sur notre communauté. C’est facile !

Créer un nouveau compte

Se connecter

Vous avez déjà un compte ? Connectez-vous ici.

Connectez-vous maintenant
 Partager



Newsletter Caradisiac

Abonnez-vous à la newsletter de Caradisiac

Recevez toute l’actualité automobile

L’adresse email, renseignée dans ce formulaire, est traitée par GROUPE LA CENTRALE en qualité de responsable de traitement.

Cette donnée est utilisée pour vous adresser des informations sur nos offres, actualités et évènements (newsletters, alertes, invitations et autres publications).

Si vous l’avez accepté, cette donnée sera transmise à nos partenaires, en tant que responsables de traitement, pour vous permettre de recevoir leur communication par voie électronique.

Vous disposez d’un droit d’accès, de rectification, d’effacement de ces données, d’un droit de limitation du traitement, d’un droit d’opposition, du droit à la portabilité de vos données et du droit d’introduire une réclamation auprès d’une autorité de contrôle (en France, la CNIL). Vous pouvez également retirer à tout moment votre consentement au traitement de vos données. Pour en savoir plus sur le traitement de vos données : www.caradisiac.com/general/confidentialite/

×
  • Créer...