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Histoires du sport automobile

TARGA FLORIO E LE CORSE SICILIANE


Invité §sho727jx
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Invité §ant842ti

caro Enzo, mi dispiace contraddire Sergio Lugo ma quella foto alla stella alpina si riferisce alla macchina di Macchieraldo. n. 107 alla targa florio ed alla mille miglia. si riconosce dalla fessura sotto la mascherina che la macchina di taruffi non aveva.

nino

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Invité §ant842ti

1948mm107_01.jpg

la 107 alla mille miglia. quindi non quella di taruffi. in realtà il numero di gara 7 non fu schierato dalla cisitalia alla mille miglia. abbiamo chiarito che, quell'anno, le vetture mantennero lo stesso numero di gara per tutto il programma previsto. ed ecco che macchieraldo e la sua vettura mantennero lo stesso numero alla mille miglia dopo averlo usato al giro.

nino

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Invité §ant842ti

P1050488.jpgCopia di 1aa 0jpg (18).jpg

ho anche documentato che, diversamente da quanto evidenziava la vettura di macchieraldo, la vettura di taruffi aveva quegli otto strani buchi sull'apertura fiancata destra e non la griglietta con quattro sezioni.

nino

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Invité §sho727jx

caro Enzo, mi dispiace contraddire Sergio Lugo ma quella foto alla stella alpina si riferisce alla macchina di Macchieraldo. n. 107 alla targa florio ed alla mille miglia. si riconosce dalla fessura sotto la mascherina che la macchina di taruffi non aveva.

nino

 

Che rompicapo con quelle macchine a quei tempi...!

Creare una fessura sotto la mascherina nel mese di agosto dopo Giro e MM... non credo fosse un problema...; il pilota, sebbene in controluce mi sembra proprio Taruffi...

ed a voler essere pillicusi (se ancora ci vedo...) credo che il cofano della vettura alla Stella Alpina abbia 4 serie di grigliette, mentre la 107 ferma alla MM ne ha 5...

ma sono dettagli non decisivi... come le griglie verticali sul lat dx nella foto Stella Alpina; cambiare questi particolari di volta in volta doveva essere abbastanza normale...

 

saranno piccolissime cose, ma tanto affascinanti...e nulla rispetto a quello che combinavano alla Ferrari con i loro telai e carrozzerie...; cose raccapriccianti...!

 

non.gif.890476db54e7b130d5ebc9465fe9f65d.gif

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Invité §dot462uG

Credo potere aportare alcuna informazione di piu.

202 Corsa telaio # 067 TARUFFI nella Targa Florio,documento ufficiale Cisitalia Corse n° 7.

Oggi in Argentina nel cofano ha 4 gruppi di feritoie

Piccola apertura sotto la mascherina

Nella 1000Miglia Telaio #067 SCAGLIARINI n°15 Targa TO 3562

La 202 di Machieraldo Telaio # 066 e l'unica che ha 5 gruppi di feritoie sul cofano Targa TO 3560

 

http://img19.imageshack.us/img19/5079/066millemiglia194804.jpg

 

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http://img4.imageshack.us/img4/6027/escanear0004aw.jpg

 

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http://img189.imageshack.us/img189/9859/escanear0005rm.jpg

 

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http://img94.imageshack.us/img94/9559/targafloriodsc05614bisi.jpg

 

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http://img713.imageshack.us/img713/7930/chichosperoni5305018.jpg

 

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Invité §otr331hx

Credo potere aportare alcuna informazione di piu.

202 Corsa telaio # 067 TARUFFI nella Targa Florio,documento ufficiale Cisitalia Corse n° 7.

Oggi in Argentina nel cofano ha 4 gruppi di feritoie

Piccola apertura sotto la mascherina

Nella 1000Miglia Telaio #067 SCAGLIARINI n°15 Targa TO 3562

La 202 di Machieraldo Telaio # 066 e l'unica che ha 5 gruppi di feritoie sul cofano Targa TO 3560

 

http://img19.imageshack.us/img19/5079/066millemiglia194804.jpg

 

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Caro Sergio,

 

ho riguardato i libri sulla Mille M (G. Canestrini) è ho letto che quell'anno la Cisitalia di Taruffi, in particolare, era di cilindrata 1200cc. Potenziata!

Confermi quanto scritto da Canestrini.? - Continuo nelle ricerche.

 

Otrebor

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Invité §sho727jx

L'uscita della settimana della Shortlegcollection... :D prevede un'Alfa Romeo 33/2..., o per essere più precisi l'unica Autodelta 2,5 presente alla Targa Florio del '68.

 

Data la presenza saltuaria e incostante della Ferrari, la Targa era ormai diventato "affare privato" tra Alfa Romeo e Porsche, ed in questo strano periodo di transizione con regolamenti cangianti ed impegnativi, le due pretendenti si limitavano a vetture di piccola cilindrata per l'assoluto: la Porsche col modello 907 2200 cc e l'Alfa con la 33/2 2000 cc.

Alla Targa del '68 lo schieramento da entrambe le parti presentava 5 vetture 33/2 + una 2500 fra ufficiali e private e 4 907 dall'altra + 4 910 private; come a dire, agli altri le briciole...

 

Il modellino preso in considerazione riguarda appunto l'Alfa Romeo 33/2 2500 affidata a Vaccarella-Schutz che non ebbe fortuna ritirandosi a causa di incidente

 

1968 alfa vacc -shutz 10.jpg

 

la base è un Best a cui è stato tagliato il tettuccio e amputati i flap anteriori

 

2034.jpg

 

2039.jpg

 

2038.jpg

 

2037.jpg

 

2036.jpg

 

2035.jpg

 

:)

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Invité §dot462uG

Carissimo Otrebor:

Canestrini se riferisce a la Aerodinamica Savonuzzi CMM telaio #002che si aveva il motore # 006 tipo 102/3 1220cc.

Salutone

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Invité §bep134Bm

DOMANI 6 GENNAIO ALLE ORE 11 COMMEMORAZIONE DEL CAV. VINCENZO FLORIO AL CIMITERO DI SANTA MARIA DI GESU'

 

beppeMonumento a Vincenzo Florio.jpg

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Invité §sho727jx

Florio 11.jpg

 

Florio 22.jpg

 

Quel giovanotto che invento' la leggenda della Targa... Aveva appena 23 anni il pilota palermitano quando creo' la competizione che l' avrebbe reso famoso. Dal debutto in pista su una Panhard 40 HP alla nascita, nel 1906, della competizione che porta il suo nome. Un albo d' oro con personaggi del calibro di Varzi e Nuvolari

 

Tutto comincio' con una sostanza ricavata da un albero di china che serviva per curare la febbre malarica: fu infatti il cortice, venduto in drogheria a un prezzo inferiore a quello praticato dalla concorrenza, a fare la fortuna dei Florio. Poi i figli e i nipoti ingrandirono l' azienda sino ad arrivare alla proprieta' di miniere di zinco, tonnare, fabbriche del celebre Marsala, industrie tessili e siderurgiche, zuccherifici, agrumeti, vigne, editoria, flotte marittime tra le piu' potenti del mondo (Florio Rubattino, 1881). Una fortuna valutata in quattrocento milioni di lire di allora, una vera e propria ricchezza da Rothschild. La villa dei Florio a Palermo ospita il meglio dell' aristocrazia europea, case regnanti incluse. Poi, a poco a poco, l' impero si sfalda tanto che all' ultimo dei Florio, Vincenzo, rimane ben poco: e' lui l' ideatore della famosa Targa automobilistica. Vincenzo nasce il 18 marzo 1883, a Palermo, ossia 110 anni fa. La sua attivita' di pioniere comincia presto: attratto dalle imprese dei piu' audaci protagonisti delle competizioni sportive, Vincenzo Florio nel 1902 chiede a Giovanni Agnelli di cedergli una vettura Fiat per partecipare ai 10 chilometri lanciati della Padova Bovolenta. Si sente dire di no. Acquista allora una Panhard 40 HP, si presenta alla gara e si prende persino il lusso di battere uno dei migliori piloti di allora, Vincenzo Lancia, stabilendo anche il record mondiale sulla distanza. Nel 1903 e nel 1904 ripete l' impresa pilotando, nell' ultima edizione della corsa, una Darracq di 100 cavalli sconfiggendo campioni come Giuppone, Ceirano e Monasterolo alla media di 125 chilometri orari (nuovo record) aggiudicandosi cosi' la targa triennale. E sempre nel 1904 Vincenzo, pilotando una Mercedes, trionfa nel chilometro lanciato a Cannes e a Durban. Nel 1906 e' tra i partecipanti al G.P. di Francia, ma e' costretto al ritiro per lo scoppio di due gomme. Eccolo poi vincitore della Coppa delle Vetturette disputatasi a Palermo al volante di una De Dion Buten. Ed e' proprio nel 1906 che nasce la sua corsa, la Targa Florio: il circuito delle Madonie ha piu' di mille curve per 152 chilometri di distanza da percorrere tre volte (una "burrasca" di curve da togliere, al termine, il senso della stabilita' come accadde al pilota tedesco Christian Werner), 50.000 lire di premi per vetture di serie acquistate a non piu' di 20.000 lire. Il sogno di Vincenzo Florio diventa realta' il 6 maggio dello stesso anno e la gara ha il suo primo vincitore, Umberto Cagno del quale si scrive a parte. Va detto a questo punto che per anni la Targa Florio e' stata considerata la piu' vecchia gara di velocita' in assoluto del mondo in attivita' assieme alla 500 Miglia di Indianapolis nata pero' cinque anni dopo (1911). Cio' corrisponde al vero, ma solo per il periodo che va dal 1906 al 1977, anno in cui venne sospesa al quarto giro per gravi incidenti (morti e feriti) quando al comando si trovava Restivo su Porsche. Ora la Targa Florio, come gara di velocita' , non esiste piu' : al suo posto, dal 1978, c' e' si' una Targa Florio valida pero' soltanto come rally. Per Vincenzo la Targa diventa una vera e propria ragione di vita. La sua personalita' si impone non soltanto per il passato sportivo, ma anche per la signorilita' , prodigalita' e passione immensa che sempre lo sorreggono nelle sue imprese che, oltre che automobilistiche, sono motociclistiche e motonautiche (si dedico' persino alle gare remiere). Da' sempre senza mai chiedere nulla: spende somme enormi per la costruzione e la ricostruzione degli impianti fissi del "suo" circuito. Un percorso che si sviluppa lungo le arterie secondarie della Sicilia pittoresca, su strade pietrose e polverose che disegnano una lunga sinuosa striscia grigiastra lungo i costoni del brullo altipiano continuamente battuto dal vento. E' su quelle strade che si battono i pionieri, infagottati nei biancastri spolverini, simili a fantasmi, con grandi occhialoni bordati di gomma. Dice la storia della Targa Florio che nel 1907, nel giorno precedente la corsa, Vincenzo ordino' di fare uscire nelle piazze situate lungo il percorso un banditore per avvertire la popolazione dei pericoli che il passaggio dei bolidi avrebbe comportato. Il banditore diceva a voce alta: "Gente, gente: fra poche ore ci sono le corse degli automobilisti. Tenete in casa i bambini, i cani e gli altri animali. Chi muore tanto peggio per lui. Il sindaco non paghera' nessuno". E persino i preti, dai loro pulpiti, invitavano i presenti alla prudenza. Le condizioni delle strade di allora erano semplicemente disastrose. Florio se ne rende ben conto. Le fa rabberciare e getta le basi per le edizioni future. Vincenzo, di tanto in tanto, si recava in Francia. E fu proprio osservando il fondo di quelle strade che capi' che era scoccata l' ora della catramatura. Decide cosi' di "pavimentare" le strade della corsa. Ne parla all' ingegnere Piero Puricelli, presidente dell' ente per la ricostruzione delle strade, ma questi si rifiuta di esaminare la richiesta. E allora Florio acquista a Parigi due apparecchi per la catramazione e comincia a sistemare cinque chilometri del tracciato. L' avesse mai fatto. Durante una colazione a Roma, Florio incontra Puricelli e questi lo investe con male parole accusandolo di immischiarsi arbitrariamente nei problemi della strada. Da quel giorno Florio scrive sulla stampa locale lunghi, appassionati, violenti articoli sull' argomento col risultato che ben presto il sistema di catramatura si estende a tutta l' isola. Nella vita di Vincenzo Florio e della sua Targa ci furono due guerre, ma nessuna delle due ebbe il potere di far morire quella corsa che ormai era diventata un' istituzione. E infatti dopo ogni conflitto Florio e la Targa riapparivano piu' vivi e piu' affascinanti di prima. Tra i vincitori della Targa ecco i nomi di Cagno, Nazzaro, Ceirano, Giulio Masetti, Costantini, Divo, Varzi, Nuvolari, Brivio, Villoresi e Biondetti che l' hanno conquistata due volte. Tra gli stranieri il nome di maggior prestigio e' quello di Stirling Moss. Fangio, invece, si e' piazzato una volta terzo e una volta secondo. Con i capelli bianchi, le sopracciglia e i baffetti nero ebano, con il grande cappello di panama e l' alta figura signorile, Vincenzo Florio "guido' " sempre personalmente la "sua" corsa. "Sono io il capo . diceva . e tutti devono ubbidirmi". L' uomo che per anni ha impersonato la Sicilia dell' auto muore a Epernay, in Francia, il 6 gennaio 1959, a 76 anni. Il suo nome, nella storia dell' automobilismo agonistico, va posto accanto a quelli di James Gordon Bennett, di Albert De Dion e William Vanderbilt.

 

1955 castellotti  de la maria.jpg

 

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Invité §don503WG

E quando lo rivedremo un altro grande uomo come lui? a investire in Sicilia a innovare a puntare sul lavoro, sul turismo, sullo sport, sull'industria, sull'agricoltura, sull'enologia, sulla cultura e quando rivedremo i grossi nomi tornare a visitare la splendida Sicilia? quando dovremo aspettare un altro Messia? domani alle 11 lo ricorderemo per tutto quello che ci a dato e che nessun altro è stato capace di copiarlo, lui uomo nato ricco e morto povero.

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Invité §TAR516zF

Mi sono ritrovato a raccontare la parabola (intesa come "ascesa - raggiungimento del culmine - caduta" ) dei Florio

la sera del 31 dicembre trascorsa lavorando in ospedale (tranquillamente sino all'1.00 poi trasformatasi in rianimazione e chirurgia da guerra...) rispondendo alle domande di due infermiere originarie del trapanese (zona di interesse strategico per i Florio) e della mia collega che aveva visto il documentario trasmesso da Rai5 per la serie "Dinastie".

Per chi non conosce quanto i Florio hanno costruito e fatto per la Sicilia, la sorpresa nell'ascoltare il racconto é sempre grande.

 

 

Ma questa storia non é soltanto quella dell'ascesa e della caduta di una dinastia, ma anche il paradigma della storia italiana dopo l'unità e delle scelte politiche che portarono al gap tra nord e sud d'Italia, divario a tutt'oggi aperto e che ha avuto sulle regioni meridionali non soltanto ripercussioni materiali ma anche morali.

 

La famiglia Florio é stata di esempio sia nell'ascesa che nel disastro economico, onorando sino alla fine i debitori, di fatto senza mai fallire. I Florio rinunciarono a svendere le proprie aziende e i propri lavoratori. Avrebbero potuto capitalizzare pensando a se stessi, preferirono morire poveri lasciando una incredibile eredità ad una terra ingrata e smemorata.

 

Tabella parco 1 (1).jpg

 

La figura del "giovane" Vincenzo, coglie solo uno degli aspetti di questa dinastia di lavoratori e di uomini di ingegno. Vincenzo seppe fare della sua passione per lo sport in generale e per l'auto in particolare motivo di sviluppo per la propria terra, unendo il mero diletto all'utilità pubblica, inventandosi le gare automobilistiche ma anche facendo costruire in Sicilia le strade sino al 1900 praticamente inesistenti, portando economia e cultura in ogni paese attraversato dalle sue manifestazioni.

 

Purtroppo domani sono di turno 9-21 con il 118 e non potrò renderGli il doveroso omaggio. Sono comunque virtualmente con tutti coloro che avranno la possibilità e la sensibilità di deporre un fiore accanto al "Leone".

 

Senza-titolo-1.jpg

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Invité §TAR516zF

caro Enzo, mi dispiace contraddire Sergio Lugo ma quella foto alla stella alpina si riferisce alla macchina di Macchieraldo. n. 107 alla targa florio ed alla mille miglia. si riconosce dalla fessura sotto la mascherina che la macchina di taruffi non aveva.

nino

Caro Nino,

io ci andrei piano con le certezze assolute....

secondo me quell'apertura orizzontale subito sotto la mascherina fu realizzata dopo il Giro di Sicilia del 1948, osserva infatti la foto....

 

......della Cisitalia 202 D di Macchieraldo al Giro di Sicilia. Ho osservato con attenzione l'ingrandimento ad altissima risoluzione in mio possesso e come dimostrano le foto in Sicilia le 202 erano sprovviste di questa apertura orizzontale.

 

Ne consegue che l'amico Sergio ha ragione nelle sue affermazionioni.

 

1948.jpg

targapedia-firma-targapedia-tns0.jpg

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Invité §tri338xF

...... a proposito di "incertezze"......

 

Questa immagine (raccolta da un sito su Nazzaro) ha come didascalia "Targa Florio/Milano, 1922".

Qualcuna ne conosce di più?

 

as tf mi 1922.jpg

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Invité §tri338xF

as-71-40-26.jpg

 

Questa immagine, al Tour de France del 1971, ritrae una Porsche 904 GTS "adeguata".... col parafango posteriore "corto". Al di là dello "scempio storico".... La silohuette... non era - forse - poi così male.

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Invité §luc766xj

grazie per il benvenuto, è un piacere trovarsi tra gente competente come voi.

 

Mathias Pohl, magari usa qualche altro modello per giocare, chi slotta, difficilmente sfugge alle competizioni.

 

 

 

Hai ragione Murmillos,

tenere i modelli slot fermi non ha molto senso, anche senza competere, io ho approfittato delle festività per far girare un po' le vecchie Policar.

 

IMG_1713.jpg

 

 

Luciano

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Invité §don503WG

Fofaus a risposto Enzo alla tua domanda, se si parla di Florio in questo forum si conosce la storia quindi è chiaro cosa si vuol dire di lui, ulteriori spiegazioni solo a chi non li conosce o fà politica tipo il prof Cancila che asserisce che i Florio fallirono, ma la sua tesi e solo per difendere Giolitti, nessuna sentenza di fallimento è mai stata data ai Florio, Cancila è gia stato sburgiardato abbastanza io ho documenti che lo smentiscono quindi si è zittito. Ma è la realta Florio è morto povero non come Ecleston che è nato povero e che oggi non sà nemmeno quanti miliardi ci a guadagnato con l'automobilismo.

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Invité §dot462uG

La Cisitalia 202 Corsa nella Stella Alpina 1948,NON e quella di Machieraldo,perche ha 4 gruppi di feritoie sul cofano,invece di 5.

E di Piero Taruffi

TARUFFI TELAIO 067

MACHIERALDO TELAIO 066

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Invité §ant842ti

carissimo Enzo, ma quali certezze assolute, uno guarda le differenze e le annota. per esempio, solo la macchina di Macchieraldo mostra una leva di sgancio del cofano motore posizionata verso il parabrezza e si vede sia alla mille miglia che alla stella alpina. rimane poi ancora che la macchina di taruffi avrebbe dovuto avere alla mille miglia il numero di gara 7 che invece non esiste in quella occasione. in ipotesi credibile, l'esperienza debuttante al Giro impose delle modifiche operative dalla Mille Miglia. la cosa assurda è che, se non fosse per l'eventuale riproduzione modellistica, tutte 'ste storie sarebbero aria fritta. devo anche aggiungere, e posso dimostrarlo, che la macchina di Carena al Giro non era in versione "corsa", tutt'altro.

nino

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Invité §TAR516zF
Invité §TAR516zF
Invité §dot462uG

"Solo la macchina di Machieraldo mostra una leva di sgancio del cofano"

NON e cosi,la 202 telaio# 067 anche lo aveva.

Allego foto.

"La macchina di Carena al Giro non era in vesione "corsa"

NON e cosi,la 202 telaio " 007 aveva il motore MM n°104 (versione corsa).

Nella carrozzeria solo i copriruotte posteriore,e il buco sul lunotto posteriore come si vede oggi nel Museo Toyota

 

http://img688.imageshack.us/img688/4385/chichosperoni5305062.jpg

 

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http://img94.imageshack.us/img94/2702/gancio.png

 

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Invité §dot462uG

Le 202 Corsa,NON sono le 202 D

Le 202 D e quella che ha il motore " BPM",Botta e Puricelli-Milano 2800cc.

La 202 D 'e l'ultima "vera"Cisitalia perche ha il telaio tubolare.

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Invité §sho727jx

Questa storia dei numeri immutabili per la stagione 1948 mi lascia alquanto perplesso...:

era riferito a quella specifica vettura, e non ai piloti ?

altrimenti come si spiega (ad esempio) il n°36 di Biondetti al Giro ed il n°16 dello stesso Biondetti alla MM dello stesso anno...? :??:

 

;)

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Invité §ant842ti

Questa storia dei numeri immutabili per la stagione 1948 mi lascia alquanto perplesso...:

era riferito a quella specifica vettura, e non ai piloti ?

altrimenti come si spiega (ad esempio) il n°36 di Biondetti al Giro ed il n°16 dello stesso Biondetti alla MM dello stesso anno...? :??:

 

;)

 

 

infatti! erano le macchine ad essere contrassegnate e non i conduttori.

nino

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Invité §ant842ti

1 0jpg (16).jpg

 

1 0jpg (16).jpg

a meno che, non gli abbiano fatto il buco fra Villafranca e Palermo...

a proposito di certezze.

nino

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