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Histoires du sport automobile

TARGA FLORIO E LE CORSE SICILIANE


Invité §sho727jx
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Invité §TAR516zF

Cari amici forumisti rieccomi alle prese con il modellismo....(o quanto meno ci provo...!!)

 

Complimenti Cuma,

e complimenti a Valerio Comuzzi grande con i suoi modellini Targa Florio !!!!

 

Inoltre un sentito ringraziamento dai gemellimanzi.

Avere fatto delle buone foto ed avere inserito il logo correttamente risparmia molto lavoro per la pubblicazione su targapedia.

 

PS : per il prossimo modello il logo dimensionalo un pò più grande , sarà più leggibile.

Aspettiamo con ansia e curiosità di vedere postata tutta la tua produzione in scala ! Ne mancano ancora molti, lo sappiamo !

 

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Invité §TAR516zF

Cari amici del topic,

un doveroso errata corrige.

 

Purtroppamente sono scadute le 24 ore e non posso più editare il post sui piloti del 1967 , ma ordinando il 1966 mi sono accorto che questa foto che ritrae il Professore Vaccarella ....

 

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non è riferibile al 1967 , dove l'avevo erroneamente trovata sul web , ma al 1966 .

Questa la foto di John Phillis , che era stata già postata sul forum a suo tempo da Nuvolari68 e che riproduce chiaramente la Ferrari è la P3 n.230.

 

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Invité §mar707zV

 

Un ultimo ideale saluto da parte mia, anche se non ho mai avuto il piacere di conoscere tuo zio.

Anzi non sapevo affatto che avessi uno zio che ha corso al Giro !

Piuttosto mi piacerebbe sapere delle altre eventuali partecipazioni al Giro o Targa, se in coppia con tuo padre o meno.

Di tuo padre ho una foto del '57, ma non sò chi fosse il suo copilota.

 

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o forse in quell'occasione corse da solo ?

 

:jap::jap:

 

 

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Invité §hig022wY

Cari amici di Topic,

 

quando mi ero presentato al mio "arrivo" nel Forum, ormai circa un anno e mezzo fa, vi avevo detto del mio dna da corsa, con mio nonno paterno prima pilota e successivamente commissario sportivo, direttore di gara e dirigente CSAI, e con mio padre anch'egli pilota. Successivamente, vi avevo "presentato" anche mio zio Emanuele Parrinello (il cognome tradisce le sue origini palermitane), cognato e compagno di gare di mio padre, che ha corso tra il 1967 ed il 1974 con i colori della Scuderia Aspromonte, soprattutto su Lancia Fulvia HF, levandosi ottime soddisfazioni nelle salite calabresi e sicule, spesso lottando (quando il "mezzo" lo consentiva) per la vittoria di classe con avversari veloci quali Matteo Sgarlata o Franco Lisitano. Vi ho anche parlato della sua sfortunata partecipazione alla Targa Florio del 1974 in coppia con Giovanni Morabito: ricordate l'episodio del guasto "fantasma" con successivo trasferimento autostradale e "in moto" della Fulvia n. 128 a Floriopoli insieme a mio padre? Ebbene, avendo trascorso il Capodanno a casa di mio zio, oltre che a stressarlo :) facendomi raccontare di tutto e di più su quei suoi anni da corsa, sono riuscito finalmente e con un metodo poco ortodosso (fotografando alcune foto, in assenza di scanner) a venire in possesso di due foto di quella Fulvia n. 128:

 

La prima nel parcheggio dell'Hotel Santa Lucia a Cefalù, con mio zio appoggiato alla Fulvia..

 

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.. e la seconda davanti all'officina di un amico meccanico, vicino Reggio Calabria, appena di ritorno da Floriopoli..

 

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Un altro, piccolo, tassello di Targa è andato a posto..

 

Adesso vado a nanna ma ho pronto un altro post che ritengo interessante, con protagonisti un bellissimo libro al quale (sempre) mio zio Emanuele Parrinello ha collaborato, il compianto Angelo Rizzo forte pilota messinese amico di mio papà e di mio zio, una splendida Lancia Fulvia Sport Competizione preparata Facetti, e ovviamente.. la Targa Florio!

 

Buonanotte a tutti (e a presto) :jap::jap::jap:

 

Gino

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Invité §hig022wY

P.S.: Complimentoni a Matteo "Cuma" Cuccia per la realizzazione del bellissimo modello dell'RSR di Berruto e Gellini! :jap::jap::jap::jap::jap:

 

Ciao

 

Gino

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Invité §ami463nV

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Le foto presenti su internet sono tante ; ogni volta che notiamo delle foto di cui conosciamo l'autore , cerchiamo di segnalarne nome e cognome o tendiamo a sopprimere le stesse.

 

Va detto , tuttavia ,che trattasi di un lavoro non ancora completato.........

 

 

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Invité §ami463nV

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Foto acquistate dal signor De Luca (Collesano) da un membro dell'associazione

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Invité §cum834Wc

P.S.: Complimentoni a Matteo "Cuma" Cuccia per la realizzazione del bellissimo modello dell'RSR di Berruto e Gellini! :jap::jap::jap::jap::jap:

 

Ciao

 

Gino

 

 

Gentilissimo grazie.....la vostra ....è già in officina.....!!

 

A presto..

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Invité §cum834Wc

 

Hai intenzione di realizzare anche la 911 n. 114 del 1973 di mio padre?

 

Ciao :jap::jap:

 

Gino

 

 

 

 

 

A dire il vero ho già dato il via al cantiere....visto che in questo momento sto trattando solo porsche e anche quella di tuo papà è molto vivace....

 

L'unico grosso scoglio è decifrare le scritte sulle decals ...la versione che vorrei fare è quella con i paraurti color bronzo.... il mappamondo sul cofano anteriore ( pare un mappamondo...!!??)...nella foto a disposizione non mi permette di decifrare ciò che reca scritto.. ...così pure sul parafango sx post. mentre si legge discretamente la decals posteriore.

 

La vettura ha il paraurti anteriore forato per ospitare prese di raffreddamento molto caratteristiche...i codolini in "lamieraccia" tipo "cagnolo" (cattivi.... per il centro nord...sto già parlando con un oltre stretto...!!) la colorazione tipica di una vettura da gara vissuta...insomma stimola molto la mia fantasia.....

 

Se vengo a conoscenza di ciò che reca scritto sulle decals è cosa fatta.....

 

Unico piacevole inconveniete.....se di inconveniente si può parlare è che ....bisogna farne due uguali...!!??

 

 

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Invité §sho727jx

Tra non molto inizieremo a parlare della Targa del 1928, ma prima volevo soffermarmi su due personaggi, l'uno protagonista assoluto nel '27 Emilio Materassi, l'altro..., anzi l'altra, Elisabeth Junek, che nel '27 ebbe il primo approccio con le terribili strade delle Madonie, diventando grande protagonista l'anno successivo ed entrando per sempre nei cuori dei tifosi siciliani.

 

 

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EMILIO MATERASSI

 

Nacque a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze nel 1894 ed era figlio di Francesco ed Annunziata Poli. Inizialmente lavorò come garzone nella bottega del padre che vendeva cordami poi con i suoi guadagni acquistò un'auto da corsa che nel 1922 lo portò ad effettuare le prime gare. Sfiduciato dagli scarsi risultati ottenuti abbandonò le gare e si fece assumere come autista di autobus presso la S.I.T.A.. Ma la passione per le corse l'aveva ormai nel sangue e non potendo gareggiare in auto si sfogava con il pullman percorrendo le tortuose e dissetate strade dell epoca a velocità elevate tanto che dopo le lamentele dei clienti l'azienda lo licenziò. Per sfogare la sua passione acquistò una vecchia Itala, chiamata Italona e dopo averla rimessa in sesto ricominciò a correre, questa volta i risultati non mancarono.

 

Dal 1925 al 1928 pilotando Itala, Bugatti e Talbot vinse alla Coppa Perugina, alla Targa Florio, alla Coppa delle Colline Pistoiesi, al Circuito del Mugello, al Gran Premio di Tripoli, al Circuito del Savio e al Circuito di Montenero.

 

La sua carriera come la sua vita terminò il 9 settembre 1928 al Circuito di Monza quando durante il 17° giro del Gran Premio tentando il sorpasso di Giulio Foresti la sua Talbot urtò con la ruota anteriore destra la ruota posteriore sinistra di Foresti e dopo aver perso il controllo, l'auto urtò un muretto laterale e piombò sugli spettatori alla velocità di circa 200 km/h. In quell'incidente , uno dei più gravi della storia dell'automobilismo morirono 20 spettatori e si ebbero più di 40 feriti. Emilio Materassi subito dopo l'incidente riuscì a uscire da solo dalla macchina , fece alcuni passi e nello stesso tempo parlò con il pubblico, ma dopo pochi istanti si accasciò al suolo. All'arrivo dei soccorsi Materassi era già morto stroncato da una emorragia interna conseguente ad un colpo ricevuto alla tempia.

 

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Nel '26 con la "Italona"

 

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Qui immortalato da Salvo Manuli con la Itala nel '26

 

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Nel '27 vincitore con la Bugatti 35

 

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Ancora nel '27

 

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Nella sua ultima apparizione alla Targa del '28

 

 

 

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ELISKA JUNKOVA ( ELISABETH JUNEK )

 

Alzbeta Junková (o Eliska, come amava essere chiamata) è nata nel 1900 nella città di Olomouc, nella Repubblica ceca. Figlia di un fabbro, ha sognato fin da bambina di viaggiare nel mondo. Quel sogno lo ha portato a imparare le lingue straniere, e la sua padronanza della lingua tedesca e inglese le fece trovare il suo primo lavoro in una filiale della banca poco dopo la laurea. Lì si incontrerà con Vincenc "cenek" Junek, con il quale ha iniziato una relazione.

 

Recatasi a Parigi per studiare la lingua francese, assistette al Motor Show del 1921 e rimase colpita dalle vetture Bugatti.

C'è da dire che Cenek era assai facoltoso e poteva permettersi di accontentare la sua passione per le auto da corsa, diventando uno dei migliori clienti di Ettore Bugatti.

 

Eliska così ritornò presto a Praga e presa la sua patente di guida chiese al marito di gareggiare insieme.

 

Cenek aveva problemi nella guida per attivare il cambio (per una vecchia ferita di guerra) e Eliska, che fino ad allora era stata "passeggero", gli propose di rilevare il volante. (Ricordate che in quegli anni il passeggero è stato il meccanico, che era sempre a bordo per risolvere i problemi in corsa)

 

Nel 1924 era lei era alla guida di una Bugatti 30 a vincere la gara Lachotin-Tremosna in Cecoslovacchia, nella categoria delle vetture sportive. Da un giorno all'altro era diventata una celebrità nazionale.

 

Eliska è stata la vincitrice assoluta nel 1925 alla Zbraslav-Jiloviste. Acquistò una seconda Bugatti per festeggiare, ma anche per essere più competitiva a livello individuale, non appena i meccanici a bordo erano stati vietati nella maggior parte dei circuiti europei.

 

Nel 1926, Eliska Junková ha gareggiato in tutta Europa nelle gare contro i migliori avversari del tempo, e come la sua fama si diffuse in Europa, cambiò il suo nome in Elisabetta Junek.

 

Nel 1927, Eliska arrivò seconda nel Klaussenpass in Svizzera ed ottenne un buon risultato nella Targa Florio. Per preparare la corsa aveva trascorso un mese in Sicilia !

Eliska era un pilota che ha usato la sua memoria più che la sua forza, ed è stata considerata un pioniere tra i conducenti che si spostano a piedi sulla pista prima della gara, segnando i punti del percorso e stabilire la migliore traiettoria nelle curve.

 

Poco dopo ha vinto la classe due litri nel Gran Premio di Germania al Nurburgring, che la rende la prima donna nella storia vincitrice di un Gran Premio.

 

Per la Targa Florio nel 1928 ha acquistato una nuova Bugatti Tipo 35 B,compiendo una corsa strepitosa che dovette cedere solo per affaticamento, dopo essere stata sorprendentemente al comando, e nel luglio dello stesso anno ha corso con il marito al Gran Premio di Germania al Nurburgring. Tutto bene fino a quando è stato Cenek ad essere vittima di un tragico incidente in cui perse la vita. Eliska, completamente distrutta dal dolore, ha venduto la sua auto e ha lasciato definitivamente le gare.

 

 

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1927

 

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1927

 

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Nel '28 con Vincenzo Florio

 

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Nel '28 al rifornimento di Polizzi

 

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1928

 

altre foto ve le proporrò con l'edizione della Targa '28

 

:jap::jap::jap:

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Invité §TAR516zF

.......

Le foto presenti su internet sono tante ; ogni volta che notiamo delle foto di cui conosciamo l'autore .....

 

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Invité §TAR516zF

Cari amici del topic,

da diversi mesi collaboro con Luigi Pulcini, un vero e disinteressato appassionato della Targa, anche lui dotato di una buona vena artistica come potrete notare in seguito.

Luigi mi ha chiesto, anzi ha chiesto al Forum la collaborazione per potere illustrare un articolo dedicato alla Targa Florio e ad una testimonianza di Mauro Nesti pubblicato nel numero di dicembre 2009 della rivista "Icaro" , periodico di attualità e cultura del circolo aziendale Breda

 

Credo che la nostra collaborazione sia stata più che positiva, un altro tassello nell'oipera di divulgazione e di memoria della Targa Florio, un altro importante amico , Mauro Nesti, del Forum della TARGA FLORIO.

 

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Leonardo Sciascia avrebbe voluto scrivere un romanzo sull’ascesa e sul tramonto dei Florio, affascinato dalla vicenda di due fratelli partiti da Bagnara Calabra i quali, grazie ad una fortunata attività di commercio di spezie avviata a Palermo, dettero vita ad una dinastia imprenditoriale che avrebbe dominato un vastissimo impero economico ed industriale, con interessi che andavano dalla navigazione, alla siderurgia, dalla produzione di vini pregiati, alla pesca e trasformazione del tonno, dalla produzione della ceramica, alle proprietà di istituti di credito e giornali.

 

La Targa Florio è legasta indissolubilmente a questa saga familiare e al disegno di modernizzazione della Sicilia intrapreso dai “borghesi” Florio e che connotò l’isola per tutto l’ottocento e buona parte del secolo scorso e che fu capace di attrarre a Palermo gli investitori provenienti da ogni parte del mondo, facendola diventare un punto di riferimento economico, artistico, mondano e culturale a livello internazionale.

In questo quadro Vincenzo Florio nel 1906 organizzò sulle strade delle Madonie una gara automobilistica che avrebbe segnato la storia della Sicilia e dello sport. La Targa entrò immediatamente a far parte della cultura popolare con personaggi come il banditore che nelle piazze dei paesi attraversati da “‘a cursa” leggeva il “bannu” che raccomandava alle donne di tenere in casa galline, maiali e bambini. Lungo le strade della Targa Florio furono realizzate infrastrutture prima mobili e poi permanenti.

 

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Floriopoli, alle porte di Cerda, è un complesso ancora esistente ma ridotto in pessime condizioni, dotato di box, tribune, sala stampa e torre per i cronometristi e commissari, che rappresenta una importante testimonianza di archeologia industriale meritevole di recupero e valorizzazione.

Questa struttura era il quartier generale della complessa organizzazione di una competizione automobilistica su strada che interessava un territorio vastissimo.

La Targa non era soltanto una corsa di automobili ma era una vera e propria festa che accendeva l’entusiasmo popolare. Le tecnologie più avanzate contaminavano una cultura millenaria e agli artisti chiamati da Vincenzo Florio a celebrare l’automobile simbolo della modernità sulla rivista “Rapiditas”,da lui fondata per l’occasione, si aggiunsero le espressioni della cultura minore, quella dei cantastorie, dei ceramisti, dei pittori di carretti siciliani, degli intarsiatori, che trovarono e trovano nella Targa e i suoi eroi motivo di ispirazione, come lo furono le gesta di Orlando e i Paladini di Francia.

La recente acquisizione da parte della Amministrazione Provinciale di Palermo degli impianti di Floriopoli rappresenta l’occasione per avviare un lavoro mirato ad organizzare e valorizzare l’immenso patrimonio “Targa Florio” attraverso l’istituzione di un museo diffuso sul territorio che abbia come fi lo conduttore le strade percorse dalla competizione.

Floriopoli potrebbe tornare ad essere il punto di partenza e di arrivo di un viaggio nel territorio madonita e nella vicenda di un evento sportivo leggendario.

La formula di un museo diffuso sul territorio potrebbe consentire di coordinare le iniziative già intraprese da privati, da associazioni e da amministrazioni pubbliche.

 

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La testimonianza del pilota Mauro Nesti relativa alle sue partecipazioni alla gara vuole essere un contributo a questa proposta di conservazione della memoria.

 

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Il 15 maggio 1977 la Targa Florio venne corsa per l’ultima volta. Fu una conclusione tragica: due spettatori avevano perso la vita, travolti dall'uscita di strada dell’Osella numero nove di Gabriele Ciuti.

Quel giorno c’ero anch’io ed era la quinta volta che partivo dalla Montagna Pistoiese, alla volta delle tormentate strade delle Madonie, per correre una delle più affascinanti e spettacolari manifestazioni sportive mai organizzate.

L’esordio era avvenuto nel 1971 con una piccola sport AMS da un litro condotta in gara insieme a Gargano. Il ritiro al 2° giro per un guasto ai freni segnò la fine di questo primissimo approccio ad una gara difficilissima e prestigiosa, valevole quale prova del Campionato Mondiale Marche.

 

A prescindere dal risultato, quella sfortunata trasferta siciliana fu l’occasione per conoscere un abilissimo artigiano di Cefalù: Ciccio Liberto, uno dei personaggi più noti dell’automobilismo, colui che ancora oggi realizza scarpe su misura per i più famosi piloti del mondo. In quella occasione divenni anch’io un suo affezionato cliente.

Un’altra breve nota sulla bellissima citta normanna: Cefalù, anche se non era attraversata dal percorso della Targa, rappresentava un punto di riferimento privilegiato da team e piloti che alloggiavano al Costa Verde o al Santa Lucia, storica base siciliana dello squadrone Porsche, inoltre la cittadina era la partenza di una famosa cronoscalata che arrivava al Santuario di Gibilmanna e a cui ho partecipato molte volte.

Nel 1972 correvo con una Raymond per la Scuderia Nettuno di Bologna; ero stato iscritto alla Targa Florio con Vittorio Venturi che all’ultimo momento dette forfait.

Grazie a Giliberti, un personaggio molto noto all’epoca nel mondo dell’automobilismo sportivo siciliano, riuscimmo a sostituire Venturi con Mario Rovella. Anche questa esperienza di chiuse con un ritiro al secondo giro per rottura del cambio.

 

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L’anno successivo ci riprovai e fi nalmente riuscii a portare a conclusione la Targa Florio, con uno splendido nono assoluto, ottenuto in coppia con Giovanni Morelli, alla guida una Chevron B21 mossa da un Cosworth FVA di 1600 cc.. In quella occasione erano presenti, per l’ultima volta alla Targa Florio, anche le squadre uffi ciali Ferrari e Alfa Romeo. Sia le due 312P che l'unica 33TT12 si ritirarono e ottenni un piazzamento signifi cativo e di grande valore, dietro alle Porsche condotte da piloti del calibro di Muller, Van Lennep, Kinnunen, Haldi ed alla Lancia ufficiale di Andruet - Munari oltre ad una serie di vetture estremamente più potenti della nostra. In quella occasione ottenemmo la vittoria di classe.

Ci riprovai nel 1974 insieme a Bramen (al secolo Romano Bartoli), nell’anno dell’affermazione di Ballestrieri-Larousse con la Lancia Stratos. Arrivammo quindicesimi assoluti e ci confermammo primi di classe con la piccola vettura sport 1300 AMS 274- Cosworth.

Ho sempre amato correre sulle strade, in salita, dove ha vinto tantissimo sia in Italia che in Europa, ed dove ho collezionato diciassette titoli nazionali e nove continentali, ma soprattutto ho amato gli ultimi, superstiti circuiti stradali dove ancora si correva in Italia tra gli Sessanta e gli anni Settanta:il “Mugello” e la “Targa Florio”.

La gara toscana è stata corsa l’ultima volta nel 1970 e la Targa Florio quel 15 maggio 1977 era arrivata alla 61° edizione.

 

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Dopo il 1973, ultima edizione disputata sul circuito madonita con validità di prova del Campionato Mondiale Marche, la competizione inventata nel 1906 da Vincenzo Florio era una nobile decaduta che si incamminava sul viale del tramonto e in quel 1977 la Targa era un ricordo sbiadito di quella che era stata la prestigiosa ribalta dove si erano battute le squadre ufficiali Ferrari, Porsche e Alfa Romeo; nonostante ciò la gara siciliana esercitava ancora un fascino fortissimo per i piloti locali e per quelli provenienti da ogni regione d’Italia.

 

Ero iscritto con Enrico Grimaldi su una sport tre litri Chevron B 31 – Cosworth: una vettura competitiva e potente che avrebbe potuto garantirci un ottimo risultato, forse la vittoria e la possibilità di iscrivere il nostro nome in un Albo d’oro di assoluto prestigio.

Ad infrangere quel sogno furono una serie di circostanze sfavorevoli: fui io a partire con gomme da asciutto e dopo la partenza, poco oltre l’abitato di Cerda all’inizio della discesa verso il Bivio di Sclafani,trovai improvviso ed imprevedibile temporale, un vero muro d’acqua, incappai inevitabilmente ad un accenno di testa-coda che riuscii a gestire, tanto che la vettura si andò ad appoggiare senza riportare danni ad un terrapieno, con la ruota anteriore destra in una fossetta laterale, uscii dall’abitacolo, mi tolsi il casco e aiutato da alcuni spettatori riuscimmo con le dovute cautele a rimettere in carreggiata la Chevron.

Perdetti molto tempo, oltre tre minuti, e al primo passaggio mi trovavo in settima posizione, ma con le condizione meteo stabilizzate su tutto il percorso riuscii ad effettuare una faticosa rimonta e alla fi ne della seconda tornata cedetti il volante a Grimaldi mentre il sole di Sicilia tornava a splendere.

Da quel momento in poi avremmo potuto scaricare a terra tutta la potenza dell’otto cilindri Cosworth di 3000 cc. che motorizzava la nostra Chevron, alla fine del quarto giro quando ripresi il volante eravamo in quarta posizione e il distacco tra la nostra vettura e quella in testa condotta da Restivo-“Apache”(al secolo Alfonso Merendino) e Raffaele Restivo era ridotto a 2’51’’4/10 quando al terzo giro era di 4’ 30’’ 2/10 .

Alla quarta tornata Grimaldi aveva girato in 37’ 51” 8/10 meglio di Apache-Restivo che avevano fermato il cronometro in 39’ 30” 4/10, di Schön-Pianta che avevano realizzato addirittura 42’ 06” 8/10. Meglio stava andando l’equipaggio Anastasio-De Bartoli che aveva segnato un ottimo 37’ 51” 3/10. Ma il nostro passo di gara era nettamente migliore dei tre equipaggi che ci precedevano.

C’era tutto il tempo di completare la rimonta sull’equipaggio che in quel momento era in prima posizione, ma all’uscita dei box un commissario mi fermò per una contestazione circa il fatto che la mia vettura fosse ripartita grazie alla spinta dei meccanici. Dopo una animatissima discussione mi fu consentito di riprendere la gara per effettuare il quinto giro, alla conclusione del quale, sulla discesa che conduce a Campofelice di Roccella, avvistai davanti a me la bianca Chevron di “Apache”-Restivo. Dovevo solo aspettare di arrivare sul lungo rettifi lo di Buonfornello per completare l’aggancio e poi effettuare un facile sorpasso, ma poco oltre la piazza del paese, dopo una curva a sinistra, mi accorsi che la strada era bloccata da due Campagnole dei Carabinieri con i militari che mi obbligarono a fermarmi.

Ero il primo pilota incappato in quel posto di blocco. Scesi dalla vettura, mi tolsi il casco e mi allontanai.A questo punto un passo indietro: in quel vasto palcoscenico che era la Targa Florio si era sviluppata una vicenda parallela che avrebbe preso il sopravvento su tutto e su tutti,ma della quale in quel momento non sapevo niente.

Un tragico destino incombeva sulle strade percorse dalla manifestazione siciliana: Gabriele Ciuti, trentaduenne pilota marchigiano alla fine del primo giro si era fermato ai box e i meccanici avevano tolto il cofano posteriore della sua Osella PA4 danneggiato in seguito ad una toccata con un muretto.

Con quella incauta operazione la vettura venne privata dell’ appendice che garantiva il necessario “carico” aerodinamico sul retrotreno, indispensabile all’efficienza di una sport.

Nessun commissario sportivo, ne’ ai box, ne’ al semaforo all’uscita dei box di Floriopoli, considerò che quella vettura, senza quella parte di carrozzeria avrebbe potuto essere considerata non conforme rispetto a quella passata alle verifi che tecniche.

Gabriele Ciuti effettuava altro giro completo e quasi alla conclusione della sua terza tornata, alla fi ne del lungo rettilineo di Buonfornello, in un tratto caratterizzato da una serie di curve veloci alternate a saliscendi che si affrontavano quasi senza staccare, anziché girare verso destra, con l’auto troppo leggera sul posteriore, puntò verso la parte opposta salendo su un terrapieno per essere rimbalzato ancora a destra, e travolgere quattro spettatori, per andare a fermarsi alla fi ne del pendio sotto la carreggiata dopo avere abbattuto una pianta.

Il pilota veniva trasportato gravemente ferito ai box distanti sei chilometri dal luogo dell’incidente, sulla Fiat Abarth 124 spider di Nicola Gitto. Gabriele Ciuti rimaneva sdraiato all’interno della vettura ancora per alcuni minuti in attesa di una ambulanza, con una gamba ed una mano fratturate, mentre nel caos più totale i meccanici del soccorritore sostituivano i pneumatici alla 124.

Intanto dei quattro spettatori travolti, due avevano perso la vita e gli altri erano gravemente feriti: un bilancio pesantissimo che determinò una sentenza defi nitiva ed inappellabile per la Targa Florio.

La Targa era stata sospesa per la gravità dell’incidente, con modalità che evidenziavano carenze di una macchina organizzativa non era più all’altezza di una manifestazione sportiva così complessa e di una evoluzione tecnologica delle auto da competizione che le allontanava inesorabilmente dalle strade.

Venne stilata una classifica fi nale sulla base del passaggio al quarto giro assegnando vittoria dell’equipaggio composto da “Apache” e Restivo.

 

A oltre trent’anni da quella giornata nera e nonostante mi restino incomprensibili tutta una serie di circostanze non ci sono da parte mia ne’ rimpianti ne’ recriminazioni, la mia carriera di sportivo mi ha largamente compensato di quei momenti di delusione e rabbia provati in silenzio al bordo strada, sull’ultima discesa prima del rtettilineo di Buonfornello.

Oggi rimane la pietà per quei giovani che,in occasione di una grande festa popolare quale era la Targa Florio, persero la vita o rimasero gravemente feriti, la struggente nostalgia per una corsa unica e l’orgoglio di esserne stato, comunque, un protagonista.

 

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Grazie Luigi. :jap::jap::jap:

 

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Invité §sho727jx

Cari amici del topic,

da diversi mesi collaboro con Luigi Pulcini, un vero e disinteressato appassionato della Targa, anche lui dotato di una buona vena artistica come potrete notare in seguito.

Luigi mi ha chiesto, anzi ha chiesto al Forum la collaborazione per potere illustrare un articolo dedicato alla Targa Florio e ad una testimonianza di Mauro Nesti pubblicato nel numero di dicembre 2009 della rivista "Icaro" , periodico di attualità e cultura del circolo aziendale Breda

 

........................

 

 

 

Tutto ciò mi pare sorprendente, e coincide con quanto da me sostenuto di recente.

Ancora una volta amareggia e fa riflettere come di tale problema se ne debba occupare una pubblicazione del nord...

Ma possiamo sicuramente affermare che da quando esiste questo topic, qualcosa è successa...

Presso l'opinione pubblica (eccezion fatta per quella locale), nella produzione modellistica, nei magazine di automobilismo sportivo...

 

Aspettiamo una presa di coscienza in loco, perchè è ormai evidente che il recupero di questa memoria perduta non può che portare solo benefici ad un'area depressa e senza valide risorse turistiche ed economiche.

 

Abbiamo voluto adottare il 2010 come anno di Floriopoli; speriamo possa essere il punto di partenza tanto a lungo aspettato dagli sportivi nostalgici e da tutti i madoniti.

 

:jap::jap:

 

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Invité §ami463nV

 

 

 

 

 

 

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GLI INTERVENTI SUL FORUM-AUTO CON IL LOGO "AMICI DELLA TARGA FLORIO" SONO ESCLUSIVAMENTE QUELLI CONCORDATI E CONDIVISI INDISTINTAMENTE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE "AMICI DELLA TARGA FLORIO" E NON ESPRESSIONI INDIVIDUALI.

 

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Invité §par706xB

Cari amici del topic,

da diversi mesi collaboro con Luigi Pulcini, un vero e disinteressato appassionato della Targa, anche lui dotato di una buona vena artistica come potrete notare in seguito.

Luigi mi ha chiesto, anzi ha chiesto al Forum la collaborazione per potere illustrare un articolo dedicato alla Targa Florio e ad una testimonianza di Mauro Nesti pubblicato nel numero di dicembre 2009 della rivista "Icaro" , periodico di attualità e cultura del circolo aziendale Breda

 

La formula di un museo diffuso sul territorio potrebbe consentire di coordinare le iniziative già intraprese da privati, da associazioni e da amministrazioni pubbliche.

 

 

 

Palermo 2010 January 7 . Walking around Mondello at Piazza Caboto the stele that remebers the first aviation fly in Sicily happened on 1910 may 1st , made by Clemente Ravetto and sponsored by Vincenzo Florio . On 2010 May 1st : 100 years ! (da Targa Florio Museo Collesano su facebook)

 

L'idea di Museo Diffuso o di Parco Letterario o Tematico si fa strada !

Rititolerei Piazza Caboto con l'occasione del Centenario senza creare eccessivi disaagi ai pochi residenti. Piazza Vincenzo Florio diverrebbe una delle mete del Museo Diffuso o del Parco Tematico o Letterario che dir si voglia. Vero, Pino?

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https://aws-cf.caradisiac.com/prod/mesimages/798085/Senza nome1.jpg

Le foto presenti su internet sono tante ; ogni volta che notiamo delle foto di cui conosciamo l'autore , cerchiamo di segnalarne nome e cognome o tendiamo a sopprimere le stesse.

 

Va detto , tuttavia ,che trattasi di un lavoro non ancora completato.........

 

Salve a tutti,

ho visto che sono state inserite nel vs. archivio alcune foto da me scattate nel 1972 , che , come sapete, erano state pubblicate inedite su questo forum. Penso sia opportuno metterne in evidenza la fonte / l`autore. Non vorrei che inavvertitamente se ne possa cedere il copyright ed io mi trovi in condizioni di non poterle piu` utilizzare liberamente.

Saluti,

MorCal

 

 

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Invité §sho727jx

o meglio, Ti piace Pino?

 

 

Meglio di niente...! Visto che a Palermo trovano tutte le difficoltà possibili e inimmaginabili... e che le proposte da parte del Comune le ritengo oscene per il rango del personaggio...

ma sono convinto che anche lì troveranno qualcosa da obiettare... e continuo a non comprendere questa ostilità ormai palese !...e ribadisco ancora una volta...VERGOGNA !!!

 

:jap::jap:

 

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Invité §TAR516zF

GLI INTERVENTI SUL FORUM-AUTO CON IL LOGO "AMICI DELLA TARGA FLORIO" SONO ESCLUSIVAMENTE QUELLI CONCORDATI E CONDIVISI INDISTINTAMENTE DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE "AMICI DELLA TARGA FLORIO" E NON ESPRESSIONI INDIVIDUALI.

 

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Invité §TAR516zF

 

http://www.youtube.com/watch?v=lLJW0FrQlAM&hl=it_IT&fs=1&

 

Mourir pour des idées

Georges Brassens

 

Mourir pour des idées, l'idée est excellente

Moi j'ai failli mourir de ne l'avoir pas eu

Car tous ceux qui l'avaient, multitude accablante

En hurlant à la mort me sont tombés dessus

Ils ont su me convaincre et ma muse insolente

Abjurant ses erreurs, se rallie à leur foi

Avec un soupçon de réserve toutefois

Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente,

D'accord, mais de mort lente

 

Jugeant qu'il n'y a pas péril en la demeure

Allons vers l'autre monde en flânant en chemin

Car, à forcer l'allure, il arrive qu'on meure

Pour des idées n'ayant plus cours le lendemain

Or, s'il est une chose amère, désolante

En rendant l'âme à Dieu c'est bien de constater

Qu'on a fait fausse route, qu'on s'est trompé d'idée

Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente

D'accord, mais de mort lente

 

Les saint jean bouche d'or qui prêchent le martyre

Le plus souvent, d'ailleurs, s'attardent ici-bas

Mourir pour des idées, c'est le cas de le dire

C'est leur raison de vivre, ils ne s'en privent pas

Dans presque tous les camps on en voit qui supplantent

Bientôt Mathusalem dans la longévité

J'en conclus qu'ils doivent se dire, en aparté

"Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente

D'accord, mais de mort lente"

 

Des idées réclamant le fameux sacrifice

Les sectes de tout poil en offrent des séquelles

Et la question se pose aux victimes novices

Mourir pour des idées, c'est bien beau mais lesquelles ?

Et comme toutes sont entre elles ressemblantes

Quand il les voit venir, avec leur gros drapeau

Le sage, en hésitant, tourne autour du tombeau

Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente

D'accord, mais de mort lente

 

Encor s'il suffisait de quelques hécatombes

Pour qu'enfin tout changeât, qu'enfin tout s'arrangeât

Depuis tant de "grands soirs" que tant de têtes tombent

Au paradis sur terre on y serait déjà

Mais l'âge d'or sans cesse est remis aux calendes

Les dieux ont toujours soif, n'en ont jamais assez

Et c'est la mort, la mort toujours recommencée

Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente

D'accord, mais de mort lente

 

O vous, les boutefeux, ô vous les bons apôtres

Mourez donc les premiers, nous vous cédons le pas

Mais de grâce, morbleu! laissez vivre les autres!

La vie est à peu près leur seul luxe ici bas

Car, enfin, la Camarde est assez vigilante

Elle n'a pas besoin qu'on lui tienne la faux

Plus de danse macabre autour des échafauds!

Mourrons pour des idées, d'accord, mais de mort lente

D'accord, mais de mort lente

 

 

Morire per delle idee

Fabrizio De André

 

Morire per delle idee, l'idea è affascinante

per poco io morivo senza averla mai avuta,

perché chi ce l'aveva, una folla di gente,

gridando "viva la morte" proprio addosso mi è caduta.

Mi avevano convinto e la mia musa insolente

abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede

dicendomi peraltro in separata sede

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

va bè, ma di morte lenta.

Approfittando di non essere fragilissimi di cuore

andiamo all'altro mondo bighellonando un poco

perché forzando il passo succede che si muore

per delle idee che non han più corso il giorno dopo.

Ora se c'è una cosa amara, desolante

è quella di capire all'ultimo momento

che l'idea giusta era un'altra, un altro il movimento

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

ma di morte lenta.

Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio

lo predicano spesso per novant'anni almeno.

Morire per delle idee sarà il caso di dirlo

è il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.

E sotto ogni bandiera li vediamo superare

il buon matusalemme nella longevità

per conto mio si dicono in tutta intimità

moriamo per delle idee, va bé, ma di morte lenta

ma di morte lenta.

A chi va poi cercando verità meno fittizie

ogni tipo di setta offre moventi originali

e la scelta è imbarazzante per le vittime novizie

morire per delle idee è molto bello ma per quali.

E il vecchio che si porta già i fiori sulla tomba

vedendole venire dietro il grande stendardo

pensa "speriamo bene che arrivino in ritardo"

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

va bè, ma di morte lenta.

E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi

crepate pure per primi noi vi cediamo il passo

però per cortesia lasciate vivere gli altri

la vita è grosso modo il loro unico lusso

tanto più che la carogna è già abbastanza attenta

non c'è nessun bisogno di reggerle la falce

basta con le garrote in nome della pace

moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta

va bè, ma di morte lenta.

 

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Gentilissimi,

questa mia comunicazione è stata preventivamente concordata con mia moglie Concetta, i miei figli Santo, Tanuzzo e Crocifissa, mio fratello Vicè ed i cugini Francesco Paolo, Francesco Paolo II, Francesco Paolo III, Francesco Paolo IV (e qui ci fermiamo), Aldo, Giovanni e Giacomo (più i Bulgari), i miei nonni Gaetano, Crocifissa, Francesco Paolo e Gerlanda (evocati in seduta spiritica), nonché le cugine Jessicah, Samantha, Noemi, Marika e Maria (chi nnome curiusu...), i nipoti Pierpiero, Piersilvio, Silvio, Marina, Veronica (diseredata), Amintore e Gianfranco, nonché Achille (per par condicio familiare), Ernesto "Che", Fidel e Bettino (chisto ascappò).

Veniamo al sugo della questione.

Della particolarissima Flavia Sport Zagato in foto:

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gradirei conoscere la misura del passo e la lunghezza (anche orientativa) se differenti dal modello di serie.

In attesa di Vs. cortesi risposte per quanto sopra, colgo l'occasione per porgere i miei ed i ringraziamenti di mia moglie Concetta, i miei figli Santo, Tanuzzo e Crocifissa, mio fratello Vicè ed i cugini Francesco Paolo, Francesco Paolo II, Francesco Paolo III, Francesco Paolo IV (e qui ci fermiamo), Aldo, Giovanni e Giacomo (più i Bulgari), i miei nonni Gaetano, Crocifissa, Francesco Paolo e Gerlanda (evocati in seduta spiritica), nonché le cugine Jessicah, Samantha, Noemi, Marika e Maria (chi nnome curiusu...), i nipoti Pierpiero, Piersilvio, Silvio, Marina, Veronica (diseredata), Amintore e Gianfranco, nonché Achille (per par condicio familiare), Ernesto "Che", Fidel e Bettino (chisto ascappò).

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Invité §sal428LJ

Gentilissimi,

questa mia comunicazione è stata preventivamente concordata con mia moglie Concetta, i miei figli Santo, Tanuzzo e Crocifissa, mio fratello Vicè ed i cugini Francesco Paolo, Francesco Paolo II, Francesco Paolo III, Francesco Paolo IV (e qui ci fermiamo), Aldo, Giovanni e Giacomo (più i Bulgari), i miei nonni Gaetano, Crocifissa, Francesco Paolo e Gerlanda (evocati in seduta spiritica), nonché le cugine Jessicah, Samantha, Noemi, Marika e Maria (chi nnome curiusu...), i nipoti Pierpiero, Piersilvio, Silvio, Marina, Veronica (diseredata), Amintore e Gianfranco, nonché Achille (per par condicio familiare), Ernesto "Che", Fidel e Bettino (chisto ascappò).

Veniamo al sugo della questione.

Della particolarissima Flavia Sport Zagato in foto:

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gradirei conoscere la misura del passo e la lunghezza (anche orientativa) se differenti dal modello di serie.

In attesa di Vs. cortesi risposte per quanto sopra, colgo l'occasione per porgere i miei ed i ringraziamenti di mia moglie Concetta, i miei figli Santo, Tanuzzo e Crocifissa, mio fratello Vicè ed i cugini Francesco Paolo, Francesco Paolo II, Francesco Paolo III, Francesco Paolo IV (e qui ci fermiamo), Aldo, Giovanni e Giacomo (più i Bulgari), i miei nonni Gaetano, Crocifissa, Francesco Paolo e Gerlanda (evocati in seduta spiritica), nonché le cugine Jessicah, Samantha, Noemi, Marika e Maria (chi nnome curiusu...), i nipoti Pierpiero, Piersilvio, Silvio, Marina, Veronica (diseredata), Amintore e Gianfranco, nonché Achille (per par condicio familiare), Ernesto "Che", Fidel e Bettino (chisto ascappò).

 

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Invité §sho727jx

..............

Della particolarissima Flavia Sport Zagato in foto:

https://aws-cf.caradisiac.com/prod/mesimages/593041/targa-florio-lancia-n182-2.jpg

gradirei conoscere la misura del passo e la lunghezza (anche orientativa) se differenti dal modello di serie.

.....................

 

 

Caro/cari Fofaus Family, come ti dicevo ieri, il passo del prototipo era 233 contro 248 (15 cm più corto)

 

Ma siccome la Manzo Family si è passata il capriccio di creare Targapedia (non so se conoscete questa palora...), vai nella Biblioteca di Targapedia alla voce Riviste; Ruoteclassiche, e troverai un bel servizietto... mica bau bau micio micio...

 

P.S.: era da molto che non bevevo CocaCola...e l'ho trovata onestamente pessima rispetto a come la ricordavo...

il conto poi...più salato di uno scatolone di sarde... :non::non:

 

:jap::jap:

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Invité §TAR516zF

........

Della particolarissima Flavia Sport Zagato .......gradirei conoscere la misura del passo e la lunghezza (anche orientativa) se differenti dal modello di serie....

 

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per ora accontentati di questo....

ma perchè non andate ogni tanto a controllare su www.targapedia.com ?

 

http://www.targapedia.com/images/pdf/biblioteca/riviste/ruoteclassiche/Auto_R_RuoteClassiche_1996_01_LanciaFlavia_prototipo_zagato.pdf

 

Proprio teste dure....teste dure.... e dire che ne avevamo pure parlato ieri sera....

 

http://www.targapedia.com/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage_new.tpl&product_id=63&category_id=1&option=com_virtuemart&Itemid=64&lang=it

 

Sperando di fare cosa gradita anche a tutta la tua comitiva..... :jap::jap::jap::jap::jap::jap:

 

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Carissimi Enzo e Pino, non appena avrò concordato con tutta la mia famiglia un comunicato ufficiale di ringraziamento per Voi due lo pubblicherò qui sul forum.

Per adesso, anche se in forma strettamente personale, vogliate gradire i miei più umili e sinceri ringraziamenti.

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Invité §TAR516zF

.........Della particolarissima Flavia Sport Zagato in foto.......

 

Caro Fofino,

queste sono invece le foto della n.184 che differiva per alcuni particolari che riguardavano la vetratura laterale ed il lunotto. Ne parlammo tempo fa anche con l'aiuto di NonnoMichele e del Termitano... ma grazie all'amicizia anche gli indici sono saltati ed è difficile risalire al post...

 

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..........Per il quale motivo riposto le foto.... repetita juvant semper, ed in oltre a poco a poco cerchiamo di riparare i danni fatti al nostro topic...

 

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....queste le foto dell'eccellente modellino di Tecnomodel, che ti consiglio vivamente di acquistare e di lasciar perdere il lavoro di rielaborazione....che difficilmente porterai a termine...

 

:lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol::lol:

 

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Invité §sho727jx

................

Ne parlammo tempo fa anche con l'aiuto di NonnoMichele e del Termitano... ma grazie all'amicizia anche gli indici sono saltati ed è difficile risalire al post...

......................

 

 

 

Ma oltre a Targapedia, in parallelo c'è chi veglia sul vostro...benessere: vedere a pag 317, quindi a pag 318 c'è qualcosa sul modellino.

 

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anche la mia è un Tecnomodel

 

:jap::jap:

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