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Histoires du sport automobile

TARGA FLORIO E LE CORSE SICILIANE


Invité §sho727jx
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Messages recommandés

Grande Piergiorgio Ti ringrazio per il tuo intervento. Anzi, come si può vedere, è questa la migliore sede per "ragionamenti" ponderati sui momenti della vecchia Targa Florio.

Sui social - con tutto il rispetto per la libertà di ferquentarli o preferirli - si può assistere a uno scambio più veloce, più spot o shoot, come amano dire i più giovani.

Il tuo "ragionamento" ha certamente una sua "verità" che - per la lunghezza del percorso madònita - consente di fare confronti con altre "verità".

Io mi trovavo qualche chilometro prima e all'uscita della curva, leggermente in discesa, da cui vedevo arrivare le vetture e che precedeva il ponticello che portava a una curva verso destra e alla salita successiva (quindi riuscivo a vedere un bel pò di percorso).

La mia impressione/verità è quella che ho riportato nel mio post.

Merzario lo vidi arrivare con il posteriore scomposto e con le ruote anteriori in controsterzo. Spettacolare certamente. Ma era troppo scatenato. Veloce ma sporco. Rabbioso. I meno eleganti direbbero "scannato" (manco impiccato).

Stommelen, invece mi impressionò per la velocità e la sicurezza di guida. Mostrava di sapere domare quella vettura (a me sembrò di vedere un toro.... forse per la colorazione rosso sangue di bue) che con quella conformazione aerodinamica si palesò molto diversa dalle più "ordinarie" Sport di Maranello (ricordo anche che rimasi un pò deluso per il rosso "scialbo" della vettura..... ma sono solo impressioni e ricordi che possono restare molto personali).

Ickx, seppure con il rombo possente del 312 di Maranello (lo ricordo perfettamente) mi sembrò più guardingo ma - alla mia impressione - un pò meno veloce, seppure - concordo con Piergiorgio - con una guida ordinata.

Vorrei precisare che non è che ritengo Ickx un pilota poco veloce, anzi... andate a vedervi il Nurburgring sotto la pioggia, in monoposto. Sappiamo che in formula uno ebbe la sfortuna di scontrarsi con Stewart e soprattutto nel 71 e nel 72 con la 312 B2 ad ammortizzatori orizzontali (una intuizione teorica di Forghieri, troppo in anticipo sulla tecnologia delle gomme Firestone che procuravano tremende vibrazioni). Ford, Elf e Goodyear avevano nello scozzese il loro uomo immagine che - in campo di pubbliche relazioni - era davvero.... un campione del mondo. Il 1970 invece i risultati della 312 B1 vennero solo nella seconda parte della stagione, con tre ritiri nelle prime tre gare per il belga, troppo poco per raggiungere il povero Rindt, che scontò tutta la fortuna che aveva avuto sino a quel momento (ricordiamoci Montecarlo e Brands Hatch) nell'incidente che gli tolse la vita.

Su De Adamich resto dell'avviso, che seppure con la sfortuna che certamente lo "centrò", con il vantaggio che aveva e la prospettiva di essere da solo in gara, non gli fosse consentito di perdere una gara come quella (ultima) Targa Mondiale del '73.

Confesso che mi brucia ancora.

Grazie ancora Piergiorgio per il riscontro al mio post.

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ATF N73 box AR.jpg

 

 

 

Grazie Lillo,

la tua analisi conferma le mie impressioni:

1) Merzario: nervoso e scomposto nella guida sin dal primo giro, rabbioso e disperato nel secondo;

2) Stommelen: perfetta condotta di guida, attenta e sicura al primo giro, veloce e determinata dopo...insomma, il migliore quel giorno;

3) Ickx: guardingo e cauto, ma con grande classe di guida, senza il sasso e con un compagno affidabile come Redman, poteva arrivare in fondo e persino vincere, tenuto conto delle vicissitudini degli altri;

4) de Adamich: incommentabile, al momento dell'urto con la Fulvia sapeva benissimo, e me lo ha confermato di persona, dei ritiri di entrambe le Ferrari, non gli rimaneva che passeggiare con calma sul filo dei 36 minuti al giro e regalare all'Alfa Romeo il trofeo, ambitissimo, della vittoria nell'ultima Targa Florio mondiale...e invece!!

 

E' incredibile come i ricordi di quella mattina siano rimasti nitidi e incancellabili in noi!

Su a Sclafani faceva freddo fino a metà mattinata, con nuvole che a tratti minacciavano qualche spruzzo di pioggia, poi, dopo il ritiro di Ferrari e Alfa un tiepido sole uscì ad illuminare il trionfo delle Porsche Carrera RSR!

 

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Il sottoscritto in trepidante attesa del primo passaggio e in giacca a vento!

 

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Mio fratello e mia cognata, delusissimi e sconfortati dopo il ritiro di Ferrari e Alfa!

 

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Invité §sho727jx

Cari vecchi amici, non v'è alcun dubbio che il palco più consono al talkshow è questo.Ma son venuti a mancare a poco a poco attori e pubblico, anche a causa di penuria di argomenti.

Anch'io sono stato costretto ad abbandonare quasi del tutto la nave e accettare con ritrosia le lusinghe degli amici profughi su FB.

In verità ero un assiduo fan del Palermo Calcio e frequentavo alla pari di questo il topic di Aquile rosanero, un bel pugno di amici uniti dalla stessa passione

nè più ne meno come noi. Poi improvvisamente il topic chiuse i battenti senza neanche preavviso, mi trovai spiazzato, ma rimediai una scialuppa per approdare a FB dove avrei incontrato qualche naufrago... La ho in parte ricomposto qualcuno degli aquilotti lasciati senza nido...anche se ormai il Palermo era vergognosamente precipitato all'inferno.

Sulla stessa nave ho ritrovato i due compari Oliva e Careri per ritrovare aria di Targa anche se ormai trita e ritrita, ma con tantissime nuove testimonianze fotografiche che fanno tanto bene allo spirito dei vecchi nostalgici.

Come vedete, il vecchio forum non l'ho del tutto abbandonato, l'aria di casa fa sempre bene, e non c'è neanche pericolo di assembramento..., non occorrono nè guanti nè mascherine, siamo tutti ancora contagiati dalla Targhemia dopo oltre 40 anni !

 

P.S. scusate lo sfogo logorroico... è u maluchiffari...

:jap:

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Invité §tri338xF

Caro Piergiorgio grazie sempre a Te per il riscontro ai miei post.

(Invero, mi auguro che anche qualche altro amico esprima qualcosa su quella Targa del 73)

A dire il vero, dopo il ritiro di Ferrari e Alfa, non mi restava che ammirare la guida, soprattutto di Muller, con quella che - ai nostri occhi "da Autosprint" - all'epoca ci sembrava una 911 poco più che GT e quindi poco "meritevole" di una affermazione assoluta, anche se quello stesso anno una altra 911 RSR aveva vinto a Daytona e alla 12 Ore di Sebring. Era la 2.8 RSR di Hurley Haywood e Peter Gregg (per i cultori Chassis No. 911.360.0705), se non ricordo male doveva essere bianca con il cofano anteriore metà azzurro e metà rosso, con una sottile striscia bianca intersecata dal disco numero.

Dopo la delusione della mattina (la ricordo pure io abbastanza grigia, con un live sole a metà giornata), da appassionato, notavo come Muller, all'imbocco del ponticello, con una curva quasi a 90 gradi, utilizzasse sapientemente il freno a mano (come un rallista) per immettere perfettamente in traiettoria la sua Martini911 RSR, lasciando quasi sempre, dalla ruota posteriore sinistra, una bella striscia di gomma nera sull'asfalto.

Seguivo anche la Lancia Stratos, seconda in classifica, ma i distacchi dei tempi sul giro non lasciavano speranza.

Ad occhio la Porsche di Muller si mostrava più veloce. Credo che il distacco finale superò i 5 minuti. Parecchio a dire il vero, anche se le due vetture gareggiavano, per problemi di omologazione, nella stessa categoria dei prototipi.

La Porsche 911 RSR, che stava per Renn Sport Racing, aveva un motore 2800 cc.cc. portato a 308 cavalli.

Il V6 Dino da 2.428 cc.cc. della Stratos (omologata in GT solo nel 1974) aveva una potenza di "soli" 260 cavalli.

La differenza era troppa.

Comunque i due "lancisti" Munari e Andruet, entrambi con esperienza di rallymen, erano pure gradevoli da ammirare.

Ma sia chiaro....

Dopo gli sciagurati ritiri, per me, l'ultima "Targa Mondiale" era diventata una gara "al ribasso" .

Mi dovevo accontentare di ammirare "le seconde linee".

E credo che tutti facemmo lo stesso pensiero. Non imbrogliamoci.

la 6^ arrivata di Pucci - Stecckonig

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Invité §tri338xF

Caro Pino continuo ad essere convinto che per frequentare un amico ci vuole un motivo.... e non, non esserci un motivo per non frequentarlo.

I luogo "facebook".... forse mi sembra più adatto alla seconda parte del mio convincimento.

Come ben rendi l'idea, Tu, il palco del talk show è il topic.

Le arene fotografiche sono di più veloce consultazione, concordo. Ma servono a poco. Se non c'è altro appresso.

Forse Piergiorgio potrà comprendere meglio quello che sto per dire.

Capita nel mio lavoro, soprattutto in anni recenti, di trovarmi - a volte - di fronte ad alcuni giovani colleghi, pure agguerriti, che - per sostenere le ragioni del loro patrocinato - portano una marea di precedenti giurisprudenziali prelevati "a chilo" dai vari siti.... anche Fb, trascurando i ragionamenti di quella che in linguaggio giuridico si appella come "dottrina", che dovrebbe essere "a monte" delle allegate decisioni sui (presupposti) "precedenti". Insomma il pensiero giuridico dei veri pensatori del diritto, dovrebbe stare prima del corredo giurisprudenziale.

L'accostamento è - lo ammetto - inadeguato e forse irriverente. I valori sono diversi e non somiglianti. Me ne scuso.

Per farla breve... il corredo fotografico - da solo - non serve a niente, se si vuole fare opera di divulgazione e testimonianza per chi viene dopo di noi.

Al pari delle sentenze che si usano in casi diversi a quelli cui si riferiscono.....

quante volte ci imbattiamo in una foto con una didascalia grossolanamente errata?

Quante volte l'autore del post.. conosce poco, di vero, su quella immagine.

Bisogna forse conoscere meglio i "fondamentali"... prima di vantarsi di "riconoscere" una semplice immagine.

una "tremila" .... non qualificata alla Targa Florio del '73

ATF N73 Lisitano.jpg

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Invité §sho727jx

Dopo tredici anni circa di convivenza, non credo che ci sia molto da scoprire o da raccontare se non ammirare testimonianze fotografiche nuove e inedite.

Un'aspetto importante che sul nostro topic è sempre mancato è stato l'assenza di testimonianze dirette da parte dei veri protagonisti, anche se di secondo e terzo piano. E' la fase che va oltre i tabulati, le classifiche, i libri e i luoghi comuni, gli aneddoti, le impressioni e le curiosità mai conosciute, raccontate da chi l'ha vissute allora; episodi incredibili, gustosi o drammatici, il vero sale di quell'evento così particolare, in un periodo che sembra lontano anni luce, ma che noi comprendiamo bene perchè lo abbiamo vissuto. Agli inizi (13 anni fa) cercai il coinvolgimento dei protagonisti attraverso qualche meeting a base di pizza, ma i riscontri furono di quasi totale diffidenza o apatia. Devo dar merito ai "compari" Carmelo e Salvo che con ostinazione e competenza sono riusciti a vincere la ritrosia dei vecchi attori e a coinvolgerli attraverso mostre tematiche e conviviali. Finchè loro avranno voglia di tenere in vita la memoria anche con piccoli insignificanti aneddoti, o anche con la loro sola presenza, la Targa non morirà mai.

 

:jap:

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Invité §tri338xF

Caro Pino Ti ringrazio per questa occasione di confronto.

Non voglio comunque apparire come uno ostinato "salvatore" del topic.

Per me, quello che Tu hai creato è - e rimane - un gradevole "Bar dello Sport" dove - se sono fortunato - poter incontrare alcuni amici o alcuni semplici avventori con cui condividere "pensieri e parole".

Quindi nessun "effetto collaterale" da ricercare.

Se qualcuno ha piacere di leggere bene.

Se qualcuno preferisce altro.

Bene lo stesso.

Nel tuo post leggo quello che anche in altre occasioni mi è parso scorgere : una quasi dolenza sulla mancata partecipazione o - come dici Tu - "coinvolgimento" dei veri attori della vecchia Targa Florio.

Devo - spero di non sbagliare - ritenere di poterli individuare tra i piloti, gli organizzatori (o meglio lo staff dei "tanti"), o testimoni "alti" della vecchia Targa Florio.

Questo, per me, è stato qualcosa però che ho sempre ritenuto (quasi) impossibile.

Pensare che qualcuno dei "nostri eroi" si concedesse al topic - in forma qualunque - l'ho ritenuto una pia illusione.

Per esperienza diretta, quando negli anni Novanta e sino ai primi Duemila, ho avuto la possibilità (e la voglia) di scrivere per alcuni magazine (Auto'Epoca. Autocollezioni Magazine, MostraScambio etc.) più volte avevo tentato di avere una intervista di due protagonisti siciliani, abbastanza di primo piano, della vecchia Targa Florio.

All'epoca i loro uomini (segretari e/o tuttofare) mi dissero chiaramente, con garbo, che i personaggi non erano interessati. Avevano corso solo per il loro piacere e quel piacere si era sopito, o addirittura perso, da tempo. Quindi non avevano interesse a rivivere quella esperienza in maniera, per così dire, indiretta.

Solo il Professore mi concesse con grande gentilezza una intervista, ricevendomi nel proprio salotto.

Più tardi, grazie anche alla pregevole opera di alcuni amici appassionati, ho potuto constatare che qualcosa si è mosso e alcuni interventi, in palchi diversi, si sono avuti.

Ma a me è sempre sembrato però qualcosa di poco generale. Più da salotto allargato.

Ma la mia è solo una (sempre discutibile) impressione.

E poi, diciamocelo, il topic è qualcosa riservato agli aficionados, agli spettatori, agli humilis, ai parvos, al più.... ai modestos, a coloro che si nutrivano dell'evento, che assistevano alla "Giostra" dei Cavalieri.... ma che Cavalieri, almeno nel senso della gloria della Targa, non sarebbero stati mai. Solo che nel nostro caso, la vecchia Targa Florio ha consentito, per quel suo particolare quid pluris, di rendere un pò protagonisti o far parte di quel "protagonismo" anche quei modestos.

Cosa di cui mai potrà godere la indefinita massa che assiste ai moderni Gran Premi.

Quella rimarrà un informe "volume" destinatario di puro consumo di intrattenimento.

Una discreta "tremila"

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Invité §tri338xF

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Una volta il 1° maggio era un pò la prova generale per la gita fuori porta che ci sarebbe stata per la Targa Florio, una o due settimane dopo la Festa del Lavoro. Teglie di pasta al forno, pollo allo spiedo, capretto al forno, salsiccia, patate, caponatina, uova sode, passito, cannoli e , dalle mie parti, raviole e rollò.

Altri tempi. Altri luoghi. Altra gente.

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3 maggio 1970...cinquanta anni fa!!

54° Targa Florio, una edizione "monstre", uno schieramento di vetture e piloti eccezionale!

Con i miei modelli 1/24 e alcune mie foto mi piace ricordare quel giorno indimenticabile!

 

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Invité §tri338xF

E' proprio così. Sono d'accordo. Quella del 1970 rimane, per me, la migliore edizione della Targa Florio Mondiale. C'erano tutti. Porsche in testa, con una vettura studiata proprio per la Targa (e dissero, poi, anche per il Nurburgring). La Ferrari con quello che aveva di meglio al tempo. La 512S con un equipaggio di prim'ordine. L'Alfa Romeo con le 333 ufficiali e pure con fior di piloti. Le Abarth ufficiali con Ortner e Merzario. Tante "duemila" di lusso, con Dino Ferrari berlinetta e spyder. La Filipinetti con la 512S modificata per Muller e Parkes.La 33 di Bardelli. Mancava solo la Matra. Ma sappiamo motivi e ragioni della diserzione. L'inseguimento tra Siffert con la n.12 e Vaccarella sulla n.6. La Porsche 908/2 "gialla/corsara". L'altra 908/2 bianca, con fregi sul muso gialli e rossi, con stickers "Martini". I "Millini" Abarth. Le Chevron B16. Tante, tante 911.Le Fulvia Zagato e qualche barchetta "nostrana" Fulvia e 124. Juan Manuel Fangio, mi pare, come mossiere. La pioggia e il vento della prima mattinata, con il freddo tra Sclafani e Caltavuturo . Tanto, tanto, tanto pubblico. Molti improvvisati "poncho" messicani (non erano ancora tempi di piumini Moncler), ricavati dalle coperte della notte in macchina.

C'erano naturalmente anche alcuni appassionati "irriducibili".

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Invité §tri338xF

Lo so.... non sono inedite.

Belle... ma pesanti.

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Invité §tar315jc

3 maggio 1970...cinquanta anni fa!!

54° Targa Florio, una edizione "monstre", uno schieramento di vetture e piloti eccezionale!

Con i miei modelli 1/24 e alcune mie foto mi piace ricordare quel giorno indimenticabile!

 

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Dici bene caro Piergiorgio: sono trascorsi 50 anni da quella che considero la più bella e completa edizione della Targa.

 

Non per niente fu scelta per relizzare quell'opera "Faraonica" che la rappresenta in scala 1-43, il Diorama.

 

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Dalla realizzazione sono trascorsi 14 anni che l'hanno visto evolversi ed arricchirsi di modellini e personaggi.

Realizzato per rendere omaggio a Vincenzo Florio che inventando questa competizione contribuì a far conoscere la Sicilia nel mondo.

Ancor oggi grazie a "cursa" ci si ricorda dei Florio e quello che furono capaci di realizzare.

copiato ma mai eguagliato.

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Invité §TAR516zF

The Swiss Wiz: Edi Wyss - Ein Leben mit Renn und Sportwagen

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The Swiss Wiz: Edi Wyss - Una vita con auto da corsa e sportive

« The Swiss Wiz » racconta la storia di Edi Wyss, una incredibile storia che attraversa dal 1969 l’arco temporale del motor racing che tutti noi amiamo, abbracciando in pratica tutte le specialità, dalla Can Am ad Indianapolis, dal campionato mondiale marche alla Formula 1, lavorando al fianco di piloti come Jo Siffert, Herbert Muller, Clay Regazzoni, Joakim Bonnier, per concludersi ai giorni nostri con la creazione della ”Edi Wyss Engineering” , una factory nata per conservare e preservare la memoria delle auto da corsa.

Targapedia ha collaborato con gli autori nel raccontare l’esperienza nella Targa Florio del 1971 di Edy Wiss meccanico di Alain De Cadenet.

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"The Swiss Wiz" era il soprannome di Edi Wyss quando lavorava alla McLaren come meccanico da corsa per Denny Hulme nel 1969. Il gioco di parole evoca in inglese "il mago Svizzero ”, che caratterizza esattamente ciò che è stato più apprezzato di lui, la sua assoluta padronanza della tecnica artigianato e il suo modo pratico di trovare rapidamente una soluzione creativa per ogni problema nell'auto da corsa.

Nella sua autobiografia, Edi Wyss racconta come la sua passione per le auto da corsa e sportive lo abbia portato, in giovane età, prima alla scena delle corse svizzere e poi al circo internazionale delle corse in tutto il mondo. Ha avuto successi con maggio delle personalità con cui ha lavorato, tra cui Joakim Bonnier, Denny Hulme, Andrea de Adamich, Peter Gethin, Alain de Cadenet, David Weir, Gordon Johncock, Herbert Müller, Jo Marquart, Clay Regazzoni e Peter Sauber. Fu profondamente colpito dalla perdita di due amici e conoscenti particolarmente stretti, Bruce McLaren e Jo Siffert. Dopo progetti avventurosi come progettista di auto sportive da corsa, è tornato nell'Oberland di Zurigo dove, nel "Moschthüsli", un'officina contadina convertita, ha creato una piccola officina molto speciale dove collezionisti di auto sportive e da corsa storiche di alto livello hanno le loro auto preziose restaurate e curate.

Il libro offre uno sguardo dietro le scene delle corse negli anni '60 e '70, la scena delle corse in forte espansione con veicoli storici degli ultimi anni e l'attività di restauro di auto sportive di alta qualità ai giorni nostri. Fa appello ai lettori su diversi livelli, poiché in uno stile molto personale, Edi Wyss rivede la sua storia di vita in quattro fasi. Come partecipante diretto, può fornire commenti autentici sulle numerose immagini, alcune delle quali sono pubblicate qui per la prima volta, spesso con un luccichio negli occhi. Dal punto di vista storico, i testi informativi descrivono l'organizzazione e il carattere delle discipline agonistiche in cui Edi era coinvolto. I suoi compagni contribuiscono ulteriormente, episodi memorabili al trambusto colorato della scena. Il suo personale "diario di gara tabulare dal 1969 al 1989" traccia i suoi incarichi di meccanico di gara e l'elenco delle duecento Ferrari che sono passate per mano a Edi Wyss Engineering completano il quadro della sua straordinaria carriera.

Il libro offre molte immagini inedite e racconta la storia personale di un addetto ai lavori che, come meccanico, costruttore di macchine da corsa e restauratore di auto da corsa e sportive, ha lottato raggiungere la perfezione durante cinque decenni. Pur essendo edito in lingua tedesca il libro è corredato da centinaia di foto bellissime ed inedite, che da sole raccontano la vita di Edi Wyss.

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The Swiss Wiz: Edi Wyss - Ein Leben mit Renn und Sportwagen

« The Swiss Wiz » erzählt die Geschichte von Edi Wyss, eine unglaubliche Geschichte, die sich seit 1960 über den gesamten Motorsport erstreckt und die wir alle lieben und die praktisch alle Spezialitäten von Can Am bis Indianapolis, von der Weltmeisterschaft bis zur Formel umfasst 1 arbeitet mit Fahrern wie Jo Siffert, Herbert Müller, Clay Regazzoni und Joakim Bonnier zusammen, um heute mit der Gründung von "Edi Wyss Engineering" abzuschließen, einer Fabrik, die geschaffen wurde, um die Erinnerung an Rennwagen zu bewahren.

Targapedia arbeitete mit dem Autor zusammen, um die Erfahrungen in der Targa Florio von 1971 von Edy Wiss Mechaniker von Alain De Cadenet zu erzählen.

« The Swiss Wiz » war der Spitzname von Edi Wyss bei McLaren als Rennmechaniker von Denny Hulme 1969. Das Wortspiel klingt wie « der Schweizer Zauberer » undcharakterisiert, was man an ihm schätzte: absolute Beherrschung des technischen Handwerks. Er erzählt, wie ihn seine Leidenschaft für Renn- und Sportwagen in jungen Jahren zuerst mit Abarth in die Schweizer Rennszene geführt hat, dann zu internationalen Teams, wo er mit Joakim Bonnier, Bruce McLaren, Denny Hulme, Andrea de Adamich, Peter Gethin, Alain de Cadenet, David Weir, Gordon Johncock, Herbert Müller, Jo Marquart, Clay Regazzoni, Joseph Siffert und Peter Sauber zusammengearbeitet hat. Er nahm an Grand Prix, am Indy 500, an den 24 Stunden von Le Mans und an der Can-Am teil. Im « Moschthüsli », einem umfunktionierten Bauernschopf in Zürich Witikon, entstand ab 1975 ein kleiner, feiner Spezialbetrieb, wo Sammler von hochklassigen historischen Renn- und Sportwagen ihre Preziosen restaurieren und betreuen lassen. Seit 2005 befindet sich die Edi Wyss Engineering AG in Hermatswil.

Das Buch bietet viele bisher unveröffentlichte Bilder und schildert die persönliche Geschichte eines Insiders, der als Mechaniker, Rennwagenbauer und Restaurator von Renn- und Sportwagen fünf Jahrzehnte lang nach handwerklicher Perfektion strebte.

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The Swiss Wiz: Edi Wyss - Une vie avec des voitures de course et de sport

« The Swiss Wiz » raconte l'histoire d'Edi Wyss, une histoire incroyable qui s'étend sur toute la course automobile depuis 1960, que nous aimons tous, embrassant pratiquement toutes les spécialités, de Can Am à Indianapolis, du championnat du monde à la Formule 1, aux côtés de pilotes tels que Jo Siffert, Herbert Muller, Clay Regazzoni, Joakim Bonnier, pour conclure aujourd'hui avec la création de "Edi Wyss Engineering", une usine créée pour préserver la mémoire des voitures de course.

Targapedia a collaboré avec l'auteur pour raconter l'expérience de la Targa Florio 1971 du mécanicien Edy Wiss avec Alain De Cadenet.

"The Swiss Wiz" était le surnom d'Edi Wyss quand il était mécanicien de course en Angleterre chez McLaren vers 1970. Le jeu de mots sonne comme "Le magicien suisse" et caractérise précisément ce qui a été le plus apprécié de lui, sa maîtrise absolue de la technique savoir-faire et sa façon pratique de trouver rapidement une solution créative pour chaque problème dans la voiture de course.

Dans son autobiographie, Edi Wyss raconte comment sa passion pour les voitures de course et de sport l'a conduit, à un jeune âge, d'abord sur la scène de course suisse, puis sur le cirque de course international à travers le monde. Il a connu des succès auprès de nombreuses personnalités avec lesquelles il a travaillé, notamment Joakim Bonnier, Denny Hulme, Andrea de Adamich, Peter Gethin, Alain de Cadenet, David Weir, Gordon Johncock, Herbert Müller, Jo Marquart, Clay Regazzoni et Peter Sauber. Il a été profondément touché par la perte de deux amis et connaissances particulièrement proches, Bruce McLaren et Jo Siffert. Après des projets aventureux en tant que concepteur de voitures de sport de course, il est retourné dans l'Oberland zurichois où, dans le "Moschthüsli", un atelier d'agriculteur converti, il a créé un petit atelier très spécial où les collectionneurs de voitures de sport et de course historiques de première classe ont leurs précieuses voitures ont été restaurées et entretenues.

Le livre offre un aperçu des coulisses de la course dans les années 1960 et 1970, de la scène de course en plein essor avec des véhicules historiques de ces dernières années et de la restauration de voitures de sport de haute qualité de nos jours. Il séduit les lecteurs à plusieurs niveaux, car dans un style très personnel, Edi Wyss revoit son histoire de vie en quatre étapes. En tant que participant direct, il peut fournir des commentaires authentiques sur les nombreuses photos, dont certaines sont publiées ici pour la première fois, souvent avec un clin d'œil. D'un point de vue historique, des textes informatifs décrivent l'organisation et le caractère des disciplines de course dans lesquelles Edi était impliqué. Ses compagnons contribuent à d'autres épisodes mémorables de l'agitation colorée de la scène. Son "journal de course tabulaire personnel de 1969 à 1989" retrace ses missions de mécanicien de course et la liste des deux cents Ferrari qui sont passées entre ses mains chez Edi Wyss Engineering complète le tableau de son extraordinaire carrière

Le livre présente de nombreuses photos inédites; il retrace l’histoire vécue personnellement d’un initié aux milieux du sport automobile qui n’a cessé d’aspirer à la perfection dans son métier de mécanicien, de constructeur et de restaurateur d’automobiles de course et de sport pendant cinq décennies. Bien qu'il soit publié en allemand, le livre est accompagné de centaines de belles photos inédites, qui racontent à elles seules la vie d'Edi Wyss.

 

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The Swiss Wiz: Edi Wyss - A life with racing and sports cars

« The Swiss Wiz » tells the story of Edi Wyss, an incredible story that has spanned the span of motor racing since 1969, which we all love, practically embracing all specialties, from Can Am to Indianapolis, from the world championship to Formula 1, working alongside drivers such as Jo Siffert, Herbert Muller, Clay Regazzoni, Joakim Bonnier, to conclude today with the creation of "Edi Wyss Engineering", a factory created to preserve the memory of racing cars.

Targapedia collaborated with the author in recounting the experience in the 1971 Targa Florio of Edy Wiss mechanic of Alain De Cadenet.

"The Swiss Wiz" was the nickname of Edi Wyss when he was a race mechanic in England at McLaren around 1970. The play on words sounds like "The Swiss magician" and characterizes precisely what was most appreciated about him, his absolute mastery of technical craftsmanship and his hands-on way of quickly finding a creative solution for every problem in the racing car.

In his autobiography, Edi Wyss tells how his passion for racing and sports cars led him, at a young age, first to the Swiss racing scene and then to the international racing circus around the globe. He has experienced successes with may of the personalities with whom he worked, including Joakim Bonnier, Denny Hulme, Andrea de Adamich, Peter Gethin, Alain de Cadenet, David Weir, Gordon Johncock, Herbert Müller, Jo Marquart, Clay Regazzoni and Peter Sauber. He was deeply affected by the loss of two particularly close friends and acquaintances, Bruce McLaren and Jo Siffert. After adventurous projects as a designer of racing sports cars, he returned to the Zurich Oberland where, in the "Moschthüsli", a converted farmer's workshop, he created a small, very special workshop where collectors of top-class historic sports and racing cars have their valuable cars restored and looked after.

The book offers a glimpse behind the scenes of racing in the 1960s and 1970s, the booming racing scene with historic vehicles of more recent years and the business of restoring high-quality sports cars in the present day. It appeals to readers on several levels, since in a very personal style, Edi Wyss reviews his life story in four stages. As a direct participant, he can provide authentic comments on the numerous pictures, some of which are published here for the first time, often with a twinkle in his eye. From a historical perspective, informative texts describe the organisation and character of the racing disciplines in which Edi was involved. His companions contribute further, memorable episodes to the colourful hustle and bustle of the scene. His personal "tabular race diary from 1969 to 1989" traces his assignments as a race mechanic and the list of the two hundred Ferraris who have passed through his hands at Edi Wyss Engineering complete the picture of his extraordinary career. Despite being published in German, the book is accompanied by hundreds of beautiful and unpublished photos, which alone tell the life of Edi Wyss.

 

The Swiss Wiz: Edi Wyss - Ein Leben mit Renn und Sportwagen

Autori : Edi Wyss, in collaborazione con Christoph Ditzler

Editore: McKlein Publishing

Formato: 24,5 x 30 cm, copertina rigida, 304 pagine

Testo: tedesco

Prezzo: 79,90 euro / CHF 85,00

Disponibile su / Erhältlich bei :

Serag AG - Tel: +41 76 303 15 15 - www.serag.ch

RacingWebShop - Tel: +49 (0) 2203-9242570 - www.racingwebshop.com

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Dici bene caro Piergiorgio: sono trascorsi 50 anni da quella che considero la più bella e completa edizione della Targa.

 

Non per niente fu scelta per relizzare quell'opera "Faraonica" che la rappresenta in scala 1-43, il Diorama.

 

 

Caro Gianni

sapevo che il mio post sulla 54° Targa ti avrebbe attirato con il tuo fantastico diorama di Floriopoli!

Devi esserne fiero perchè la tua opera rappresenta un vero monumento modellistico a quella Targa Florio memorabile!

Un abbraccio

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Invité §tri338xF

Caro Gianni complimenti sempre per il tuo capolavoro.

Opera che fa percepire IMMEDIATAMENTE, a chi non era presente per età o per impossibilità a quella edizione, l'epopea della Targa Florio "moderna", forse la "più Mondiale" di tutte.

La tua Floriopoli dovrebbe essere ospitata in un grande Museo di Arte Moderna.

 

 

 

Sono contento che qualcuno e qualcosa stia, di nuovo, sul topic, anche se con qualcosa già visto ma accompagnato sempre con nuove considerazioni e manifestazioni di emozioni, mai sopite.

Trovandomi in "grazioso" dialettico disaccordo con il GPF, sul topic - certamente pur esso diventato "anziano" - si realizza sempre qualcosa di nuovo e che non sempre può essere ritenuto stantìo, come potrebbe sembrare ad un occhio meno attento. La storia e la sua divulgazione non cessano mai, perchè entrambe si estinguono (soggettivamente) con l'estinzione naturale di ogni generazione, che però continua ad avere l'obbligo morale (oggettivo) di trasmetterla a quella successiva.

 

 

 

Questa dovrebbe essere l'Alfa Romeo 33, con motore da 2500 cc.cc., pilotata dal professore alla Targa del 69.

Andata a finire in Africa portoghese.

Recuperata in Angola.

Oggi restaurata.

ATF N 1969 Prof.jpg

Targa-Florio-'69large.jpg

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Invité §tar315jc

A Spazzaneve - Tritone.

Grazie per aver condiviso e risposto. :jap:

 

Certamente! Sono fiero e orgoglioso di questo lavoro che in forma tridimensionale rende perfettamente l'idea di quello che fu l'epopea della Targa.

A differenza delle foto, riesce a trasmetterne anche le emozioni ed anche se all'osservatore si presenta in una ben definita edizione riesce a far ricordare anche quelle passate.

 

Fiero e orgoglioso anche per la consapevolezza di aver creato qualcosa di unico. Come ho scritto nel post in tanti mi hanno chiesto se potevano copiarlo.

Ho sempre risposto si, se siete capaci perchè no! Un signore di agrigento addirittura per circa un anno è stato in contatto telefonico per sapere dove avessi comprato il tal modello, la bisarca Porsche, oppure le autobotti ecc. Quando ha capito che doveva costruirsele da se non si è fatto più sentire. oppure qualche altro che mi ha chiesto se potevo fornirgli i personaggi...e altri ancora. :ange: :ange:

 

Come scrive Lillo: dovrebbe stare in un museo. :love:

Sono d'accordo. Possibilmente quì in Sicilia, terra di bellezze di storia... ma non di certezze. Un museo è un luogo di perenne memoria. Quì di perenne c'è solo l'improvvisazione. :??:

Rimangono solo i musei del nord.

 

Dato anche i miei problemi di salute che potrebbero culminare in una precoce dipartita, stò tentando di venderlo.

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Invité §tar315jc

libro.jpg

 

Acquistato la scorsa settimana presso l'edicola libreria Mercurio di Viale Lazio al prezzo di € 28,00

 

Un'altra versione dell'ascesa e declino dell'imprenditoria dei Florio.

 

Con tanti annedoti, nomi e cognomi della nobiltà palermitana da fare invidia alle più blasonate monarchie d'Europa.

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Invité §tri338xF

Monte non inedite...

ATF N AR1969.jpg

ATF N 63.jpg

 

 

ARF N Alfa 33 1969.jpg

 

 

ATF N 72 Polizzi.jpg

 

 

ATF N 220.jpg

 

 

ATF N 264.jpg

 

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Invité §tri338xF

Amici forumiani buongiorno.

 

 

In tempi di "Fase 2" da Covid, vorrei proporre una question, di quelle che piacevano o piacerebbero ancora al GPF e ai "fuiuti" dal topic, compresi i cugini che hanno e sanno sempre le "segrete cose".

Recentemente sono venuto in possesso (per dismissione di un vecchio collezionista stufo del mondo delle auto d'epoca, in procinto di buttare tutto nella indifferenziata) di diverse annate di riviste inglesi.

In una di queste (Classic Cars) , di circa venti anni or sono, ho rinvenuto l'annuncio - stranamente in italiano - che qui posto

TZ Lo Piccolo.jpg

Dico subito che è inutile fare l'offerta... perchè qualche marpione l'avrà a suo tempo profferita.

La cosa che mi ha incuriosito è che non ricordo la vettura "barchetta" ricavata, nè in mostra, nè in corsa.

Qualcuno dei superstiti del topic (confesso che a volte mi sento preso dalla sindrome di Robinson Crusoe) ricorda qualcosa?

Magari potrebbe contattare, mediante il potente FB, qualche vecchio amico del topic e/o di quello cugino, pure esso quasi (o forse) estinto?

La vettura ritratta, in prima versione, pare essere addirittura l'esemplare prototipo di Zagato, quando alla spyder venne aggiunto il cockpit per le prove di aerodinamica condotte da Bussinello a Monza.

Possibile che quel "prototipo" sia stato a Palermo?

Sarebbe un gran colpo (dal punto di vista storico e solo per il piacere della conoscenza, naturalmente) poterne risalire e magari riportarlo al pristino stato (da parte dell'attuale proprietario che credo non sia più siciliano).

La vettura potrebbe, forse, essere quella "tradizionale" di Lo Piccolo che nella sua lunga carriera subì diversi rimaneggiamenti (tre prese d'aria sul muso, passaruota allargati etc.). Anche in questo caso, se fossi l'attuale proprietario sarei tentato di riportare l'esemplare nella primitiva configurazione di prototipo.

Ma questa MBE, chi era?

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Invité §tar315jc

Sono foto che si trovano sul siti automobilistici. Le ho pubblicate solo su questo nostro forum.

Comunque mi scuso per aver involontariamente toccato la Vs. sensibilità.

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Invité §tri338xF

ATF N71 Mantia.jpg

 

 

ATF N 72 practice Elford.jpg

 

 

 

ATF N198.jpg

 

 

ATF N 69 Vaccarella.jpg

 

 

ATF N Abarth 1000.jpg

 

 

ATF N Alpine.jpg

 

 

ATF N Barraja 75.jpg

 

 

ATF N Buzzetti.jpg

 

 

ATF N Calascibetta.jpg

 

 

ATF N Chap.jpg

 

 

ATF N Crosina.jpg

 

 

ATF N DaD.jpg

 

 

ATF N Elford.jpg

 

 

ATF N GT.jpg

 

 

ATF N Lola.jpg

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Cercando alcune date di nascita e purtroppo anche di morte fra i nominativi di grandi piloti, ho trovato (fra le tante) queste crude immagini relative agli incidenti di Lorenzo Bandini e Ignazio Giunti.

 

 

1967  Lorenzo Bandini  Monaco.png

 

Da notare i tre grossi fori sul casco.

 

 

 

1971  Ignazio Giunti.jpg

 

I due incidenti hanno in comune l'impatto ad alta velocità e l'incendio.

Avevano quasi la stessa età: Bandini 32 anni, Giunti 29. Tutti è due piloti Ferrari

 

 

Des images boulversantes et lugubres, et selon moi, sans valeur ajoutée à publier sur ce forum...

Merci de les enlever.

Chris

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Invité §arc386zw

 

Des images boulversantes et lugubres, et selon moi, sans valeur ajoutée à publier sur ce forum...

Merci de les enlever.

Chris

 

 

 

Assolutamente d' accordo con l' amico francese .

Riaprire ferite che i veri appassionati non dimenticheranno

mai , mi sembra inopportuno anche per rispetto verso i

grandi Bandini e Giunti e le loro famiglie.

Stavolta mi sembra proprio una cavolata!

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Invité §tar315jc

Il mio precedente post è stato cancellato.

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Invité §tri338xF

Ritorniamo a una "lenzuolata" di vecchie foto di Targa... non importa se inedite o già conosciute.

ATF N Munari.jpg

ATF N Guichet-Baghetti.jpg

 

ATF N on the road.jpg

 

 

ATF N -Porsche-911-Carrera-RSR-Leo-Kinnunen-Claude-Haldi-52.jpg

 

 

ATF N Reale.jpg

 

 

ATF N Rigano.jpg

 

 

ATF N.jpg

 

 

ATF N5.jpg

 

 

ATF N33.jpg

 

 

ATF N65 Tagliavia - Semilia.jpg

 

 

ATF N65.jpg

 

 

ATF N62 Crespi.jpg

 

 

ATF 1966 MGB Makinen - Rhodes.jpg

 

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Invité §tri338xF

Altra "lenzuolata"...... rinfrescante

ATF N Glamour.jpg

 

 

ATF N Merc.jpg

 

 

 

ATF N71 Aurim.jpg

 

 

 

 

ATF N67.jpg

 

 

 

ATF N67 Guichet.jpg

 

 

 

ATF N66 Gambero.jpg

 

 

 

ATF N72.jpg

 

 

 

ATF N1968.jpg

 

 

 

ATF Nenè Ferraro.jpg

 

 

 

ATF73.jpg

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Invité §tri338xF

"Old question" ...

Queste non dovrebbero essere già tanto conosciute...

7-Alfa-Romeo-33-TT12-C-Regazzoni-C-Facetti-a-Prove-49-site.jpg

73face2.jpg

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Invité §tri338xF

Nel 1973 questa Porsche 908 MK3 partecipò alle prove della Targa Florio, addirittura col n.1 di partenza, con il team di Haldì che preferì poi correre con una più tranquilla 911. Con tutto quello che successe, con i ritiri di tutte le vetture Sport di Ferrari e Alfa Romeo.... forse la "bicicletta".... MK3....

1-Porsche-908-MK3-C-Haldi-B-Cheneviere-a-Prove-7.jpg

3-Ferrari-312-PB-A-Merzario-N-Vaccarella-b-Box-Prove-13-site.jpg

 

 

 

unnamed (1).jpg

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Per mesi mia moglie mi ha chiesto, implorato, di portarla a vedere le catacombe dei cappuccini, difronte alla mia iniziale ritrosia mi ha accusato di essere un fifone.

Non era paura, no, sono morti poverini, ma era e continua ad essere semplice rispetto.

Non amo la spettacolarizzazione della morte, così come messa in scena nella catacombe, fa parte della mia sensibilità.

Guardando le foto, di sfuggita, sono rimasto un po' sgomento, non per la loro pubblicazione, è storia ma per il loro contenuto.

E dire che queste foto servirebbero, servono, da monito perché troppo spesso sottostimiamo la pericolosità legata al traffico ed alla velocità.

Un piccolo off topic, è un po' quanto accaduto con certa cinematografia di guerra che alterava pesantemente il vero vissuto di un campo di battaglia

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Invité §tar315jc

Per Lillo.

 

Su "Veloce Today" ho trovato questa foto di un raduno Alfa Romeo avvenuto nel lontano 2010.

 

raduno Alfa Romeo.jpg

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Invité §tri338xF

Caro Gianni grazie per il riscontro con la foto della "sport" ex TZ (a questo punto, forse, non palermitana) che, per quanto è possibile comparare, si mostra uguale o quanto meno simile a quella sul "famoso" annuncio inglese che ho postato.

Confesso che mi aspettavo un interesse maggiore sulla "question", quanto meno dai "vecchi leoni" del topic.... ma ho potuto constatare che forse, per età e tempo, qualcuno "è oramai sdentato".... (è una battuta e non una polemica).

Qualche giorno dopo l'annuncio, a dir del vero, sono stato raggiunto per telefono da un Grande dell'automobilismo siciliano, e non solo, che mi ha chiesto notizie sull'annuncio pubblicato.

Ci siamo scambiati alcune notizie, ripromettendoci di approfondire.

Da una mia personale indagine ho potuto ricavare che via e numero civico non corrispondono oggi ad una officina, anche se molti anni addietro, metà degli anni Novanta, da quelle parti andai a vedere, per un possibile acquisto (poi non concluso per ragioni di match number), una Giulia spyder bianca che veniva offerta - per conto di una venditrice anonima - da una persona (all'epoca forse appena trentenne) che sembrava molto vicina (forse per avervi lavorato o per conoscere qualcuno che vi aveva lavorato) alla famiglia Mucera, celebre per le vetture sport artigianali realizzate fra gli anni Quaranta e Cinquanta.

La vettura "orginale" da cui sarebbe stata ricavata la "sport" ritratta nell'annuncio è certamente la TZ prototipo, originariamente spyder, diventata coupè con l'aggiunta del cockpit aerodinamico di Zagato. La targa è TO.

Come ho fatto notare nel mio post originario, però, potrebbe essere solo una foto indicativa.

TZ Lo Piccolo.jpg

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Invité §tar315jc

Caro Gianni grazie per il riscontro con la foto della "sport" ex TZ (a questo punto, forse, non palermitana) che, per quanto è possibile comparare, si mostra uguale o quanto meno simile a quella sul "famoso" annuncio inglese che ho postato.

Confesso che mi aspettavo un interesse maggiore sulla "question", quanto meno dai "vecchi leoni" del topic.... ma ho potuto constatare che forse, per età e tempo, qualcuno "è oramai sdentato".... (è una battuta e non una polemica).

Qualche giorno dopo l'annuncio, a dir del vero, sono stato raggiunto per telefono da un Grande dell'automobilismo siciliano, e non solo, che mi ha chiesto notizie sull'annuncio pubblicato.

Ci siamo scambiati alcune notizie, ripromettendoci di approfondire.

Da una mia personale indagine ho potuto ricavare che via e numero civico non corrispondono oggi ad una officina, anche se molti anni addietro, metà degli anni Novanta, da quelle parti andai a vedere, per un possibile acquisto (poi non concluso per ragioni di match number), una Giulia spyder bianca che veniva offerta - per conto di una venditrice anonima - da una persona (all'epoca forse appena trentenne) che sembrava molto vicina (forse per avervi lavorato o per conoscere qualcuno che vi aveva lavorato) alla famiglia Mucera, celebre per le vetture sport artigianali realizzate fra gli anni Quaranta e Cinquanta.

La vettura "orginale" da cui sarebbe stata ricavata la "sport" ritratta nell'annuncio è certamente la TZ prototipo, originariamente spyder, diventata coupè con l'aggiunta del cockpit aerodinamico di Zagato. La targa è TO.

Come ho fatto notare nel mio post originario, però, potrebbe essere solo una foto indicativa.

TZ Lo Piccolo.jpg

 

Se non ho capito male, la foto si riferisce ad un raduno in Australia.

Cercherò di saperne di più.

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