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Histoires du sport automobile

I PILOTI DELLA TARGA FLORIO


Invité §ami463nV
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Invité §don503WG

Oggi 1° Novembre anniversario di Riccardo Rodriguez grande pilota e dominatore in Targa Florio.

 

Giornata triste per Gianfranco Pucci spero di cuore che si riprenda presto da questo brutto infortunio, sicuro che come i "Pucci" duri di stirpe sarà capace di riprendersi e affrontare il futuro serenamente.

 

Oggi visita al museo di Antonio Garufi accompagnato da Salvo Ranocchio, al termine della visita l'amico Antonio mi a consegnato 5 scatoli e un poster, all'interno 25 coppe fra Giro di Sicilia e Targa Florio 2 tute di Guido Garufi e il casco, già tutto sistemato in bacheche e catalogato.

Di ciò ringrazio l'amico Antonio per questo grande dono che a fatto a Cerda certo che il tutto servirà per ricordare il pilota Guido Garufi che alla Targa Florio a dedicato tanto tempo e passione nonchè sacrifici fisici ed economici ma che tante soddisfazioni gli ha dato, ringrazio altresi l'amico Ranocchio e l'Ass: Amici della Targa Florio per la loro collaborazione.

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Invité §ami463nV

Antonio GARUFI. Un gran Signore, merce ormai davvero rara. Un vero sportivo con un cuore grande.

 

 

 

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www.amicidellatargaflorio.com

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Invité §sho727jx

...........

Oggi visita al museo di Antonio Garufi accompagnato da Salvo Ranocchio, al termine della visita l'amico Antonio mi a consegnato 5 scatoli e un poster, all'interno 25 coppe fra Giro di Sicilia e Targa Florio 2 tute di Guido Garufi e il casco, già tutto sistemato in bacheche e catalogato.

Di ciò ringrazio l'amico Antonio per questo grande dono che a fatto a Cerda ......

 

 

Magari adesso qualcuno si chiederà... perchè a Cerda e non a Collesano, Campofelice, o alla Fondazione...?

 

:ange::ange::ange:

 

Ma presto il dilemma non avrà più motivo di esistere... e tutto il materiale sarà raccolto nel nuovo megamuseo a Floriopoli...

 

 

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ormai... è solo questione di qualche anno... c'è anche il plastico... (non l'esplosivo...)

 

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:jap::jap:

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Invité §ami463nV

Siamo qui per parlare ( o straparlare ? ) anche di piloti della Targa Florio …….. e se per una volta parlassimo anche di piloti del Giro di Sicilia ?

 

1952 - XXII° Giro di Sicilia

 

 

“ ….. Quella Fiat Topolino col numero di gara 17 …. equipaggio Zanetti Luigi / Zuccolin Mario …. “

 

 

 

L’Amico Maurizio Zuccolin - che ringraziamo - ci ha inviato una eccezionale documentazione storica del 12° Giro di Sicilia del 1952, dallo stesso custodita in ricordo del proprio padre, pilota del Giro di Sicilia .......

 

 

Sono scansioni tratte dall’originale di una delle famose “tabelle di marcia” che venivano consegnate agli equipaggi.

 

 

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Questo ci ha scritto l'Amico Maurizio:

 

“ ….. mio padre nel 1952 ha partecipato al 12° Giro di Sicilia -come secondo pilota - con una Fiat Topolino con il nr.17.

 

Da ricordi dei suoi racconti devono aver finito la corsa dentro un negozio di scarpe, (con l'auto).

 

Sono in possesso unicamente della tabella di marcia ………

 

……. allego con piacere la scansione dei documenti, per me non c'è nessun problema a pubblicarli, magari come Zanetti e Zuccolin …..

 

I documenti sono chiaramente originali con le correzioni a mano dell'epoca; hanno utilizzato gli stampati dell'anno precedente e corretti a mano, come potete notare.

 

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Purtroppo mio padre non c'è più e quindi non so dirvi dove era il negozio di scarpe, ma sicuramente nel tratto tra Palermo e Trapani in quanto, come si può rilevare dalla tabella di marcia, non hanno avuto il visto su Trapani.

 

Un altro particolare che mi raccontava è che il pubblico all'epoca faceva vistosi segni scaramantici ( leggesi corna ) al loro passaggio, visto il numero sulla macchina, ed a giusta ragione visto l'esito finale.

 

Sempre nel 1952 hanno partecipato alla Mille Miglia, questa l'hanno conclusa …….

 

 

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Saluti. Maurizio …. “

 

 

* * *

 

I documenti che ci ha inviato l’Amico Maurizio sono - per noi - spettacolari.

 

 

C’è da restare piacevolmente sorpresi nel constatare che gli Organizzatori del Giro di Sicilia del 1952 hanno “riciclato” i documenti ufficiali del 1951, apportandovi a mano correzioni/modifiche/sostituzioni di foto …..

 

Comunque …… la domanda è : qualcuno, per caso, si ritrova una foto di quella Topolino n.17 al Giro di Sicilia del 1952, così facciamo felice l’amico Maurizio che …. scrive da lontano ?

 

 

Questi documenti dell'Amico Maurizio Zuccolin troveranno posto anche nel sito dell'Associazione Culturale Amici della Targa Florio.

 

 

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www.amicidellatargaflorio.com

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Invité §sho727jx

Siamo qui per parlare ( o straparlare ? ) anche di piloti della Targa Florio …….. e se per una volta parlassimo anche di piloti del Giro di Sicilia ?

 

1952 - XXII° Giro di Sicilia

 

 

“ ….. Quella Fiat Topolino col numero di gara 17 …. equipaggio Zanetti Luigi / Zuccolin Mario …. “

 

.....................

 

 

Poco più di 19 ore...su una Topolino... per 1600 km di strade statali...tutte d'un fiato !

Quasi lo stesso si può dire del Giro di Sicilia, più corto come chilometraggio, ma più impervio e impegnativo come tracciato...

automobilismo d'altri tempi, oggi inconcepibile, per questo epico ed irripetibile nella sua semplicità e genuinità; allora l'abilità e la determinazione del pilota prevaleva spesso sul mezzo meccanico, oggi è assolutamente impossibile.

Lo stesso spirito è stato ereditato ancora a lungo nei rallies, ma anche questo oggi è ormai solo un pallido ricordo !

Pensate che un pilota polivalente come Jacky Ickx, appartenente ad un epoca in cui essi venivano definiti "cavalieri del rischio", ha ammesso che quelli che allora rischiavano davvero la vita più di loro, erano proprio i rallisti, che si esibivano su tracciati raccapriccianti e senza mai una via di fuga...!

 

:jap::jap:

 

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Invité §TAR516zF

Sull'ultimo numero della bella rivista "Automobilismo d'Epoca"

 

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un bell'articolo di Danilo Castellarin su Giampiero Biscaldi, un pilota "gregario" ma grande gentleman e protagonista della Targa Florio negli anni 60

 

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Negli anni Sessanta il mito Ferrari non fu costruito solo dalle stelIe di prima grandezza come Phil Hill, John Surtees, Lorerzo Bandini, Giancarlo Baghetti, Ludovico Scarfiotti, Nino Vaccarella, Chris Amon e Jackie lckx.

Ci furono anche molti "Cavalieri del rischio" di ottimo livello che, pur se in seconda linea, tennero alto l'onore di Maranello spesso dividendo la loro vita fra impegni professionali e corse in pista o in salita. Le chiamavano "seconde guide", ma erano passisti straordinari, regolari e affidabili, "spalle" ideali per i numeri uno che, serza di loro, avrebbero avuto vita più difficile, premurosi, sempre disponibi e soprattutto pronti a correre con grande abnegazione alla corte del Drake con minimi preavvisi, a volte ventiquattr'ore appena. Per poi affrontare gare massacranti in condizioni di sicurezza risibili, serza preparazione fisica, allenamenti, palestra né regime dietetico equilibrato.

A differerza di quello che capitava nelle loro imprese, dove a comandare erano solo Ioro, in pista dovevano soggiacere agli ordini di scuderia.

Uno dei più veloci di quel periodo fu il milanese Giampiero Biscaldi, classe 1937, proprietario di ettari di risaie nella campagna novarese.

Simpatico e gioviale, tutt'altro che mingherlino, è stato pilota ufficiale Abarth, Alfa Romeo, Ferrari e Porsche nella seconda metà dei Sessanta. Ha partecipato a otto edizioni della 24 Ore di Le Mans, oltre a diverse 1000 km di Monza e del Nurburgring, Targa Florio, 12 Ore di Sebring, 24Ore di Daytona e dozzine di gare in salita valide per il Campionato italiano e il Campionato europeo della montagna.

 

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Poco dopo gi esordi, conquista il Trofeo della Montagna 1962 su AlfaRomeo SZ e vince il Campionato italiano Gran Turismo del 1963 su Abarth. Nel1 965 è uno dei giovani piloti italiani più promettenti. In segno di stima Enzo Ferrari gli affida la macchina di punta alla 24 Ore di Le Mans, la 275 P2 condivisa con Lorerzo Bandini. Due mesi dopo la Scuderia Centro Sud gli affida una BRM Fl per il GP del Meditenaneo, al circuito di Pergusa, gara che gli vale I'ammissione nel selezionato Club Intemational des Anciens Pilotes de GP F1.

 

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Nel 1967 è pilota ufficiale Porsche e conquista il secondo posto assoluto alla Targa Florio su 910 in coppia con Leo Cella, forse la gemma più preziosa della sua carriera.

Poi accetta I'invito di Carlo Chiti e porta al debutto I'Alfa Romeo 33 due litri, guidandola in molte prove valide per il Campionato Mondiale Marche.

 

Biscaldi, è vero che la prima volta a Maranello fu la mamma del Drake a farle gli auguri ?

 

Si, ora le racconto. Il direttore sportivo della Ferrari era Eugenio Dragoni, che al tempo stesso dirigeva la Scuderia Sant'Ambroeus. Era un uomo difficile ma determinante per ìa carriera dei piloti italiani. Fu lui a scoprire Giancarlo Baghetti. E fu sempre lui a portami a Maranello.Era il 1962 ed entrai nello studio privato del Commendatore con Dragoni ed Elio Zagato.

Ma lui, il Drake, non c'era. Solita attesa....per parlare con Ferrari c'era gente che aspettava ore. Piloti, industriali, principi, attori famosi.

Era così. prendere o lasciare. Dopo cinque minuti sentimmo una vocina. Era una signora piccola, vestita di nero: entrata da una porticina, mi chiese in dialetto modenese se ero un pilota. Era la madre di Ferrari (Adalgisa Bisbini. nda) e fu molto gentile. Volle sapere da dove venivo e che cosa facevo nella vita Poi mi allungò una bottiglietta di aceto balsamico dicendomi che mi avrebbe fatto bene.

 

Ma lei com'era finito lì ? E soprattutto com'era iniziata la sua storia sportiva?

 

Avevo cominciato a correre nel 1960 vincendo al debutto una gara in salita vicino a Como, la Argento-Val d'lntelvi, su Alfa Romeo Giulietta Sprimt Veloce. Poi divenni amico di Elio Zagato e acquistai una SZ. Vinsi ancora. Insomma camminavo, andavo bene. Nel 1962 ero già alla 24 Ore di Le Mans con una SZ della Scuderia Sant'Ambroeus. Ne feci altre sette. . .

 

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Cosa ricorda della prima volta a Le Mans ?

 

Ricordo I'impressione che mi facevano i grossi prototipi ufficiali che mi sfioravano sul rettilineo des Hunaudières ai 300 all'ora. C'erano le grosse Testarossa 4 litri di Olivier Gendebien, Phil Hill, Lorenzo Bandini, Mike Parkes, Pedro e Ricardo Rodriguez, le Jaguar di Briggs Cunningharn e Roy Salvadori, Ie GTO dell'Ecurie Flancorchamps, della Nart e della Scuderia Filipinetti che passavano in formazione, la Austin Healey 3000 di sir John Whitmore.

Poi ricordo I'andatura incerta delle piccole Dyna Panhard, filanti e traballanti vetturette francesi ultraleggere, tutte aerodinamiche, con motori da ridere, appena 700 cc. Pesavano pochissimo e fllavano come ilvento.

 

Cosa determinò il passaggio da pilota privato a conduttore ufficiale ?

 

La regolarità delle mie prestazioni, il mio rendimento, il rispetto che avevo per le macchine, ma soprattutto la voglia di correre. Il primo a chiamarmi in una squadra ufficiale fu Carlo Abarth, uomo rigido, un po'spinoso, dal piglio autoritario. Poi si fece avanti Eugenio Dragoni della Sant'Ambroeus, che molti giovani vedevano come anticamera della Ferrari.

Mi chiamò a Morza per provare la Fenari GTO. Una macchina di seconda mano, anche di terza. L'avevano guidata Gigi Taramazzo, Oddone Sigala e Nember. Nel 1964 toccò a me. Era un modello Le Mans, versione aerodinamica. In ìizza c'eravamo io e Carlo Facetti. La prova andò bene e presero me.

Così in settembre corsi la Coppa Intereuropa e mi piazzai sesto.

 

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Nel '65 lei fu uno dei selezionati dalla Ferrari per la squadra Primavera per Ie Mans. . .

 

La prova fu organizzata da Dragoni e si tenne a Monza, una sera d'estate (25 maggio 1965, ore 18, per finire a fari accesi, come a Le Mans, nda). C'erano i piloti ufflciali Surtees, Bandini, Baghetti, Parkes, Scarfiotti, Vaccarella e poi la cosiddetta "squadra Primavera" con me, De Adamich e Deserti. Le auto erano le 275 e 330 P2. La selezione era sempìice, quasi crudele: si prendeva il piu veloce. Prima provai io, poi Andrea De Adamich e infine salì Bruno Deserti che al secondo passaggio uscì al Curvone. Mise fuori Ie ruote e perse adererza. Finì bruciato in un rogo.

Dai box si vide salire nel cielo un nuvolone nero. Mi buttai su un'auto di servizio per andare a vedere cosa era successo. C'era anche Giulio Borsari, capomeccanico. Ma Bandini e Vaccarella mi fermarono.

 

Comunque fu lei il giovane pilota selezionato per la 24 Ore, la gara più attesa dell'anno . . .

 

Dopo la morle di Deserti, De Adamich si tirò indietro e partì per il servizio militare. E a Le Mans Erzo Fenari mi mise sulla stessa macchina di Lorerzo Bandini, un segno di gande fiducia. Purtroppo, per fronteggiare Ia sfida della Ford, erano stati potenziati i motori, ma non i freni, che iniziarono a cedere. Finì con un ritiro. Peccato perché andavamo bene.

 

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Che tipo era Enzo Ferrari ?

 

Uno che sapeva fare molto bene i suoi affari. Molti giovani piloti hanno atteso un suo cenno per anni.

Si sono un po' bruciati la carriera, sportivamente parlando, aspettando di essere chiamati in Scuderia e alla fine hanno corso meno di quanto avrebbero potuto fare se avessero accettato le offerte di altre case tipo Porsche o Alfa Romeo. Ma c'era poco da fare, la calamita di Maranello era troppo potente.

Correre per Ia Ferrari era tutta un altra cosa. E lui lo sapeva.

 

Alla Porsche il trattamento era diverso ?

 

C'era meno improvvisazione e più regolarità nell'organizzazione. Se ti dicevano che correvi per tutta la stagione, di certo andava così.

Poi magari quando andavi a Stoccarda il trattamento era standard e ti trovavi a mangiare nella mensa degli operai. Ora io non pretendo I'Hotel de Paris, però, insomma. . .

 

E Carlo Abarth ?

 

Era un militare. Severo. Di stampo austriaco. Ferreo, irascibile.

 

E Carlo Chiti invece ?

 

Geniale, imprevedibile, a volte spassoso. Una volta gli ho detto che Ia 33 aveva un problema di carburazione e lui mi apostrofò : "Suvvia Giampiero, fai una scoreggia e vai !"

 

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Nel volgere di pochi arni lei ha visto morire almeno venti piloti. Come reagiva quando moriva un compagno di gara ?

 

Non ci pensavo. O, meglio, cercavo di non pensarci. Quando morì Lorerzo Bandini (Montecarlo, 10 maggio 1967, nda) io ero a Cerda per la Targa Florio, pilota uffrciale Porsche 910 in coppia con Leo Cella (che sarebbe morto il 18 febbraio 1968 a Balocco, durante i collaudi Alfa, nda) e decisi di partire per il funerale di Lorerzo, ma il direttore sportivo mi disse di no perché il viaggio era troppo lungo e dovevo provare la macchina per Ia gara.

Aveva ragione, arrivammo secondi.

 

E' più tornato in Sicilia ?

 

Qualche tempo fa ho visitato il museo dedicato alla Targa Florio. Antonio Nicodemi voleva regalare la sua Ford Mustang, ma non passava dal portico d'ingesso, avrebbero doluto allargarlo. La Soprintenderza ha bloccato i lavori. E la Mustang è rimasta a Nicodemi che ha preteso come condizione della donazione la clausola che I'auto potesse "entrare" nel museo. ***

 

Erano affidabili le vostre auto ?

 

Beh, sulla Porsche di Scarfiotti si ruppe Io sterzo e lui si ammazzò (Rossfeld, 8 giugno 1968, nda). Era un'auto sperimentale, pesava 380 kg. Siccome Lulù era come un fratello, quando è morto mi son detto "Vaffannculo anche le corse, pianto tutto e mi ritiro" .

 

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Poi invece ?

 

Sa come vanno queste cose. Passa un giorno, una settimana, ti cerca la Scuderia, c'è la macchina da provare. Ti chiama un amico, vedi un pilota, parli, ti confronti e finisci per convincerti che la causa dell'incidente è stata una disgraziata fatalità. . .

 

Alla Ferrari c'era più sicurezza ?

Sì, Ie auto erano più affidabiìi ma anche lì poteva capitare qualche imprevisto. Alla 1000 Km di Monza del 1965, ad esempio, Ie sospensioni sulla sopraelevata si sbriciolavano come biscotti e Io sterzo non rispondeva bene.

 

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E vero che quando portò a battesimo la Dino Sport il motore si ruppe proprio davanti alle autorità ?

 

Mi ricordo ancora la data perché non mi portò fortuna: era il l3 aprile 1965 e Ferrari organizzò all'aerautodromo di Modena la presentazione della Dino 166SP. C'erano tutti, ingegneri, giornalisti, piloti, autorità. Per giunta giravano le prime voci di una possibile intesa con la Fiat, anche se poi arrivò 4 anni dopo. Il Commendatore arrivò con una Mini. Bandini mi disse vai piano, non preocuparti. E dopo cento metri il motore era rotto. Una figura.....

 

La paura più grande ?

 

Al Mugello '68, correvo con Ia 33/2 in coppia con Facetti, ero in discesa, la macchina mi scappò di coda e uscii fuori strada, finii giù da una scarpatella. Ero incastrato nell'abitacoIo, Ia benzina che gocciolava, una paura maledetta, i carabinieri che mi incoraggiavano dicendomi 'Dai che vengono a tirarti fuori" , ma i soccorritori arrivarono dopo un'ora.

 

Lei ha corso da privato e da ufficiale. Che differerza c'era fra questi due ruoli ?

 

Semplice: il privato correva alla disperata, I'ufficiale doveva fare quello che gli dicevano.

Alla mia epoca c'erano i cartelli SLOW che venivano esposti dai box, davanti a tutti. Voleva dire "vai piano". E nessuno faceva tante polemiche se bisognava far passare un compagno. Si rallentava e basta.

 

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Ci voleva più coraggio in salita o in pista?

 

Ih salita perché si andava sempre al massimo, curve e controcuve, dossi, avvallamenti, brecciolino, paracarri, alberi, rocce, dirupi, burroni, bastava un'inezia ed eri fuori.

Non c'era spazio per rimediare. Bisognava dare tutto e subito. In pista potevi anche ragionare.

 

Che cosa le manca di più delle corse ?

 

II senso della libertà, il fascino dell'avventura, il prender su unavaligia con dentro la tuta e il casco lasciando a casa tutto il resto.

 

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Giampiero Biscaldi con un altro grande gentleman driver italiano:Edoardo Lualdi Gabardi

 

TESTIMONE OCULARE

Nel 1966 Giampiero Biscaldi fu testimone oculare di una lite che portò alla separazione fra il campione del mondo John Surtees e la Scuderia Ferrari.

"Surtees era un fuoriclasse, non c'è dubbio - racconta Biscaldi - ma dopo avere vinto il titolo del 1964 grazie all'aiuto di Lorenzo Bandini, era caduto in disgrazia a Maranello perché il direttore sportivo Eugenio Dragoni lo riteneva responsabile di esportare alla Lola i contenuti tecnologici della Fenari".

Fra i due contendenti, nei box di diverse competizioni, volarono parole grosse. "Ricordo che un giorno Surtees urlò a Dragoni : - Lei non può permettersi di trattarmi così perché io sono un campione del mondo e mi deve rispetto. - E a quel punto Dragoni sospese le prove e lo mandò in albergo dicendo : - l miei piloti hanno tutti la stessa considerazione".

A parte qualche dubbio sull'ultima frase, c'è da dire che tra la fine del 1965 e I'inizio del 1966 Surtees lavorava assiduamente per la messa a punto della P3, progenitrice della P4. Contemporaneamente in lnghiltena, Eric Broadley stava realizzando la Lola T70, che sarebbe stata poi venduta ai privati. Surtees aveva un rapporto troppo strelto con quella casa concorrente, spesso collaudava anche la Lola - spiega Biscaldi - e questo non andava giù a Dragoni. Che in più di un'occasione parlò di spionaggio industriale. Fu così che, dalla primavera 1966, i rapporti fa Surtees e la Scuderia divennero molto tesi. E si ruppero definitivamente con il licenziamento in tronco di John Surtees alla vigilia

della 24 Ore di Le Mans. Forse non fu una scelta strategicamente azzeccata - osserva Biscaldi - perché con John Surtees la Fenari avrebbe potuto facilmente aggiudicarsi altri due titoli mondiali, quelli del 1966 e del 1967. lnfatti il regolamento era cambiato e aveva introdotto i motori 3 litri dopo cinque anni di 1.5, E l'unico team ad avere un tre litri pronto era proprio la Ferrari.

 

L'omaggio del topic a Giampiero Biscaldi con le foto delle sue partecipazioni alla Targa Florio

 

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1963 - Simca Abarth 1300 , Giampiero Biscaldi e "kim" (Sergio Pedretti) , categoria gran turismo da 1001 a 1300 cc, rit.7°giro

 

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1965 - Ferrari 275 GTB/Competizione , Giampiero Biscaldi e Bruno Deserti , categoria prototipi-classe oltre 3000cc, rit.8°giro

 

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1966 - Ferrari Dino 206 S , Giampiero Biscaldi e Mario Casoni , 14°assoluti, 6°categoria sport prototipi, 6°classe da 1001 a 2000 cc

 

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1967 - Porsche 910-6 , Giampiero Biscaldi e Leo Cella , 2°assoluti, 2°categoria sport prototipi, 1°classe da 1001 a 2000 cc

 

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1968 - Alfa Romeo 33/2 , Giampiero Biscaldi e Giancarlo Baghetti , 6°assoluti, 6°categoria sport prototipi, 4°classe da 1001 a 2000 cc

 

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1969 - Porsche 910-6 , Giampiero Biscaldi e "Nomex" (Giampiero Moretti) , categoria sport-classe da 1601 a 5000 cc , non partiti

 

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*** Biscaldi racconta : Qualche tempo fa ho visitato il museo dedicato alla Targa Florio. Antonio Nicodemi voleva regalare la sua Ford.......

 

In verità Nicodemi ha voluto donare in occasione dell'inaugurazione del museo della Targa Florio di Collesano la sua Lola con la quale ha corso la Targa del 1972 e non una Mustang. Riguardo il fatto che la macchina non sia poi arrivata in Sicilia perchè non si è riusciti a farla entrare nel museo è assolutamente vero.

Un vero peccato, cosi come una cosa incredibile che il Museo di Collesano, sicuramente gestito con cura dal buon Giacinto Gargano non possa ospitare vetture al suo interno.

E' una delle tante bizzarrie del nostro modo di raccontare la Targa Florio a chi viene in Sicilia per rivivere la leggenda: due musei e una Biblioteca ma nessuna possibilità di vedere le macchine che hanno corso la mitica Targa.

Le deduzioni le lascio libere....

 

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Invité §bep134Bm

Sull'ultimo numero della bella rivista "Automobilismo d'Epoca"

 

 

E' più tornato in Sicilia ?

 

Qualche tempo fa ho visitato il museo dedicato alla Targa Florio. Antonio Nicodemi voleva regalare la sua Ford Mustang, ma non passava dal portico d'ingesso, avrebbero doluto allargarlo. La Soprintenderza ha bloccato i lavori. E la Mustang è rimasta a Nicodemi che ha preteso come condizione della donazione la clausola che I'auto potesse "entrare" nel museo. ***

 

https://aws-cf.caradisiac.com/prod/mesimages/798180/ANNO-DI-FLORIPOLI4.jpg

 

 

SECONDO ME ERA LA MUSTANG SBAGLIATA.

 

beppe

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Invité §sho727jx

Sull'ultimo numero della bella rivista "Automobilismo d'Epoca"

 

.....................

E' una delle tante bizzarrie del nostro modo di raccontare la Targa Florio a chi viene in Sicilia per rivivere la leggenda: due musei e una Biblioteca ma nessuna possibilità di vedere le macchine che hanno corso la mitica Targa.

Le deduzioni le lascio libere....

 

 

 

E' il nostro modo di pensare e agire, adeguato alle capacità e possibilità... in scala 1/24...o bene che vada...1/12...!

 

P.S.: peccato che gli spazi proprio non ci sono, altrimenti avrebbero già fatto bella mostra di sè almeno una Birdcage e una 718...

 

:ange::ange:

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Invité §ami463nV

Quando i piloti di Targa Florio vennero a gareggiare alla Favorita .......

 

 

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Invité §ami463nV

Sull'ultimo numero della bella rivista "Automobilismo d'Epoca"

 

.... omissis .....

 

 

 

bellissimo post.

 

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Invité §ran085xF

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Foto postata su Fb.....sulla pagina i Pilotidellatargaflorio... :jap::jap::jap:

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Invité §ami463nV

Spettacolare documentazione, nella sua datata "originalità/falsità" ....

 

Un tempo - su certa carta stampata - c'erano le sovrapposizioni dei colori sulle stampe originali in bianco e nero ......

 

( il cofano di quella n.144 era verde .... ma che importa ... )

 

 

UNA VERA BELLEZZA.

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Invité §ami463nV

Targa Florio 1966

 

 

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" ..... Davvero non comune il rosso come colore di una Porsche 904 GTS.

 

Quella della foto è la “privata” 904, in quella Targa Florio condotta da Turillo Barbuscia e Secondo Ridolfi.

 

La vettura - curiosamente - esponeva i loghi pubblicitari della ”MARATHON” (Compagnia Petrolifera), e ciò analogamente a tutte le vetture della locale Scuderia Pegaso/Marathon di Palermo ; chissà ….. magari quella fu una forma di estemporanea indiretta “assistenza” ……

 

L’immagine proposta - che consente di verificare lo stato certamente non ottimale dell’asfalto, pieno di pericolosissimo brecciolino - è un prezioso regalo di Thomas Horat al sito della nostra Associazione Culturale Amici della Targa Florio .... ".

 

 

Testo ed immagine tratto da:

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http://www.amicidellatargaflorio.com/1/ricordi_e_storie_di_targa_1006542_4.html

 

 

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Invité §bes888PR

Il pilota di Targa Florio per eccellenza : Nino Vaccarella

 

 

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Da una intervista resa dal "Professore" al Giornale di Sicilia dopo le prove di Targa Florio 1970 :

 

 

“ ....... Oggi, intanto, la Targa compie 54 anni e questa edizione vede la partenza di macchine e piloti di fama mondiale.

 

Basterebbe citare Siffert, Elford, Rodriguez, Giunti, De Adamich, Merzario, Courage, Redman, Galli, per trovarci di fronte ai piloti dei mondiali marche.

 

Giovedì le prove ufficiali sono state eloquenti per cui senz'altro ci sono le premesse per assistere ad una edizione di lusso imperniata su duelli entusiasmanti tra la Porsche, l’Alfa Romeo e la Ferrari.

 

E' la mia undicesima partecipazione.

 

Questa volta con la Ferrari, macchina con la quale ho sempre disputato magnifiche Targa.

 

Il mio compagno Giunti è fortissimo e così spero che questo trinomio Ferrari - Giunti - Vaccarella mandi in visibilio tutti gli sportivi siciliani con una vittoria indimenticabile, come lo mandò in visibilio il trionfo del 1965.

 

Nino Vaccarella ….. “

 

 

* * *

 

 

“Picciotti”, siculi e non …….. Voi ricordate ? Voi c’eravate ?

 

In quella Targa Florio del 1970 ci siamo andati a gustare, dal vivo, anche ben due (oltre una TCAR nelle prove) Ferrari 512 …….

 

E la Targa ci ha pure dato la possibilità di vederne …. come dire …. “due” ….. di versioni di 512 … ; quella aggiornata di Casa Ferrari SEFAC (“da gara”, la telaio n.1004) …... con la coda modificata …..

 

 

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…… e quella “vecchia” …. ( la Filipinetti - telaio n.1016) con la coda ancora uguale a quella originaria della prima uscita dei 512 dalla fabbrica di Maranello …... anche se per la Targa leggermente “tagliata” …..

 

 

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Insomma …. una vera goduria ..

 

 

I “testi sacri” ed internet ci dicono che la 512S Ferrari SEFAC “da gara” era la telaio n.1004.

 

E se Vi dicessi che quella 512S telaio n.1004 - secondo internet - è ancora marciante, restaurata con la livrea ”originaria” …..... Voi ci credete ?

 

Ma siccome so perfettamente che tra Voi il nome più ricorrente è Tommaso …. Vi faccio vedere che oggi viene così presentata la telaio n.1004 che fù in Targa Florio 1970 ….. e le immagini sono doppiamente “evocative”, con quel visibile numero …… 6 …..

 

 

Le immagini a colori della 512S ai nostri giorni sono tratte da:

http://www.ultimatecarpage.com/car/2181/Ferrari-512-S.html

 

al pensiero di una ipotetica - :cry: oggi impensabile :cry: - Targa Florio Rievocativa anche con questa n.1004 ……. vengono i brividi …..

 

 

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alla guida Ignazio Giunti

 

 

 

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alla guida Ignazio Giunti

 

 

 

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alla guida Nino Vaccarella

 

 

 

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alla guida Nino Vaccarella

 

 

la coda in versione "Filipinetti" ....

 

 

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Best54

 

 

Targa Florio ? ..... Madonie ? ...... Floriopoli ? ..... il Mito ? ...... ; ma come ci si può accontentare della mediocrità ?

 

 

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www.amicidellatargaflorio.com

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Invité §bes888PR

Targa Florio 1966

 

 

:sol: perchè Voi dovete sapere che :sol: ..........

 

 

I signori Makinen, Rhodes, Hedges, Handley, risultavano ufficialmente iscritti con una MGB TCAR ..... numerata "T" ..... di cui i testi sacri riportano l'informazione : "running in practice" :sol::sol::sol::sol:

 

ebbene ....... uno "strumintiusissimo" Tony ..... la ha scovata :love: ..... la ha scovata :love: ... in piena azione ...

 

 

Best54

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Invité §ami463nV

Maria Teresa De Filippis

 

ringraziamo, per il loro contributo, i nostri "gemellati" Amici del Mugello

 

http://www.ilpaesedellecorse.it/

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Circuito del Mugello 1955 con …. sportello aperto …..

 

 

La Maserati A6GCS di Maria Teresa De Filippis impegnata in un difficile passaggio.

 

La De Filippis, pilota di buon livello tanto da arrivare a competere in Formula 1 con la Maserati, in questa occasione non ebbe fortuna e disputò una gara tormentata da piccoli inconvenienti che la eliminarono dalla lotta per le posizioni di vertice.

 

La A6GCS fu la prima Maserati con motore sei cilindri in linea a "corsa breve" e basamento in lega capace di erogare oltre 170 CV a 7200 giri e dotato di doppia accensione.

 

L'alimentazione era fornita da tre carburatori doppio corpo Weber e la distribuzione presentava la soluzione del doppio albero a camme in testa.

 

La linea inconfondibile della Maserati A6GCS, disegnata come il telaio da Medardo Fantuzzi, la rese famosa per tutti gli anni '50.

 

 

 

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Targa Florio 1955 - Maserati A6GCS - De Filippis - Bellucci / Off. Alfieri Maserati

 

 

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www.amicidellatargaflorio.com

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Invité §TAR516zF

E' attraverso le parole di Enzo Ferrari, tratte da "Piloti, che gente" che vi voglio parlare di Achille Varzi, vincitore nel 1930 e nel 1934 della Targa Florio con la scuderia del Drake....

 

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Achille Varzi, figlio di un industriale, era di Galliate, al confine della Lombardia col Piemonte.

Anche lui, come Nuvolari, veniva dalla rnotociclete. Nuvolari correva con I'italiana Bianchi, Varzi con l'inglese Sunbeam e già sulle due ruote aveva dimostrato d'essere un pilota di classe straordinaria.

 

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La conferma di queste doti sull'automobile fu rapidissima. ll pilota era come l'uomo: intelligente, calcolatore, grintoso quando necessario, feroce nell'approfittare della prlrna debolezza, del primo errore, del primo incidente dell'avversario.

Direi spietato. Non era facile capirlo, specialmente quando seguiva certi suoi ragionamenti a freddo: era un uomo, di sostanza, che talvolta riusciva a convincersi dell'assurdo.

Mi viene alla memoria, in proposito, un episodio che ben pochi conobbero. Mancavano poche ore al via del Gran Premio di Montecarlo del 1931, quando io arrivai dall'ltalia e trovai il mio collaboratore Bazzi pressoché distrutto dalle bizze di Varzi.

 

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Riunione degli assi - Favorita di Palermo - 1928

 

Il nostro Achille si dichiarava insoddisfatto della macchina e criticava la posizione di guida, aveva già fatto cambiare dai meccanici una decina di cuscini, ma non ne aveva uno che gli consentisse una sistemazione di suo gradimento. Assistetti cosi alla fase finale della discussione, abbastanza colpito da un tal genere di problema tecnico. Varzi chiese finalmente certi due cuscini, li soppesò, misurò la loro aftezza e decise che, per arrivare alla perfezione, occorreva che fossero un poco alti, ma non tanto da richiedere un terzo cuscino.

Bazzi gli diede un'occhiata e d'improvviso lo invitò ad andare a prendersi un caffè; al suo ritorno, promise, avrebbe trovato la perfezione raggiunta. Appena Varzi si fu allontanato Bazzi mi tolse il Corriere della Sera che avevo in mano, lo piegò in quattro, lo nascose sotto i cuscini. Varzi tornò poco dopo, provò la posizione: "Perfetto, si" mormorò, e ringraziò commosso. ll giornale era a sei pagine e praticamente non aveva fatto aumentare l'altezza della posizione di guida di un mezzo centimetro.

 

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Ma Varzi, dicevo, era un tipo capace di credere anche all'assurdo.

Si, questa era un poco la sua caratteristica: testardo come pochi, se veniva convinto di una cosa era subito pronto a difenderla, a sposarla fino in fondo. Cosi accadde per esempio alla Mille Miglia del 1934. lo lo aspettavo a Imola, sulla via del ritorno. Avevo telefonato e saputo che piu a nord cominciava a piovere, le strade si stavano bagnando. Preparai per lui, un cambio di gomme usate e ancorizzate.

Quando arrivò, ed era in lotta con Nuvolari per il primo posto, scese dalla sua Alfa Romeo e guardò le ruote che i meccanici avevano fatto rotolare vicino alla macchina. "Che roba è ?" mi disse seccato. Si accese cosi una discussione, li in mezzo alla strada, mentre i secondi correvano, che io d'un tratto decisi d'interrornpere per non pregiudicare definitivamente le sue possibilità. "Faccia quello che vuole" gli dissi arrabbiato. Di colpo Varzi ammutolì,

ci pensò un attimo poi esclamò: "E va bene, datemi le ancorizzate." Gliele montarono in un baleno. lnnestò la marcia per partire e caddero le prime gocce di pioggia. Mi gridò: "Ha ragione !". Trovò infatti tutta la strada bagnata e vinse.

 

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Varzi lascio la Scuderia Ferrari alla fine del 1934, come aveva già fatto Nuvolari nel 1933, intuendo le grandi possibilità tecniche del consorzio germanico Auto Union e lusingato da un ingaggio di centomila marchi oro. Una cifra assolutamente insostenibile dalla Scuderia Ferrari.

Fu cosi che io ingaggiai Chiron e Dreyfus, mentre gli italiani che erano reputati i migliori del mondo, andarono a contribuire al successo dell'industria germanica.

 

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Cosi apparentemente arido, quasi egoista, Varzi aveva una sua complessa vita sentimentale, da pochi conosciuta.

Non era ufficialmente sposato, ma invaghitosi di una bionda straniera non aveva potuto separarsene anche quando aveva conosciuto quelle felicità artificiali non certo adatte per il sistema nervoso di un corridore d'automobili.

Peccato, un asso e un ragionatore come lui !

tratto da "Piloti che gente" di Enzo Ferrari

 

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Invité §ami463nV

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12 - 13 novembre 2010 - Fort Lauderdale / Florida

 

 

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Oltre ai “Ricordi di Targa Florio”, abbiamo deciso di onorare Nino Vaccarella con un dedicato pannello fotografico contenente immagini di tutte le sue partecipazioni in Targa Florio, e per ognuna di esse abbiamo inserito, a coerenza, piccoli stralci di specifiche interviste dallo stesso rese quando ancora ……. era in attività.

 

 

Abbiamo iniziato con …… il 1958 e, come fosse l'inizio di una vera e propria "favola" ... da quella pietra miliare "CERDA" - (Bivio) - Km.1:

 

 

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“ …… Nel 1958 ottenni la licenza di seconda categoria e così il mio desiderio divenne realtà e vissi per la prima volta una delle più belle emozioni della mia vita.

 

Partecipai con la mia Lancia 2500, e purtroppo questa prima partecipazione non fù coronata da successo perchè ebbi un attacco di appendicite che mi costrinse a guidare in condizioni fisiche menomate,per cui al mio secondo giro urtai contro un paracarro, danneggiando la vettura.

 

Questo mio primo contatto mi fece subito apparire la Targa come la corsa veramente impegnativa e unica al mondo per le sue prerogative di severo impegno e fascino.

 

Nino Vaccarella …. “

 

 

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www.amicidellatargaflorio.com

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Invité §tri338xF

 

Scrive "Best"

Picciotti”, siculi e non …….. Voi ricordate ? Voi c’eravate ?

In quella Targa Florio del 1970 ci siamo andati a gustare, dal vivo, anche ben due (oltre una TCAR nelle prove) Ferrari 512 …….

E la Targa ci ha pure dato la possibilità di vederne …. come dire …. “due” ….. di versioni di 512 … ; quella aggiornata di Casa Ferrari SEFAC (“da gara”, la telaio n.1004) …... con la coda modificata …..

 

* * * * * * * * * * * *

 

Alla Targa '70 sappiamo della 512S di Vaccarella-Giunti, in versione spider e con parafanghi posteriori "tagliati".

La rivista Autosprint del febbraio 1970, scrivendo dei primi collaudi di tale versione (anche in vista di Sebring '70) definì questa come la 512S in "minigonna" (descrivendo l'abolizione del tettuccio, della "saracinesca" con le orecchie-prese d'aria sul cofano posteriore, sostituito da un cofanetto-airbox e dal taglio dei parafanggi posteriori, allora ammesso dal regolamento).

La vettura, a differenza della versione "codalunga" per Le Mans '70, non ebbe necessità di nuova omologazione CSI.

 

 

 

 

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Invité §ami463nV

Maggio 1970 : Apertura della caccia sulle Madonie

 

 

 

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Pochi metri di strada tortuosa.

 

A ben vedere ....... Jo, dietro, è ancora in brusca accelerazione .... Nino, davanti, è già in fase di frenata ....... ad impostare la curva ....

 

 

 

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www.amicidellatargaflorio.com

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Invité §ran085xF

Non e' Targa...non conosco il pilota.... la gara.... e l'anno..................bellissima...

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Invité §ami463nV

SWB POWER

 

 

 

 

Storica 1988

 

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Storica 2000

 

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- fra quanto tempo altre scene così ?

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Invité §ami463nV

 

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" ....... I pass through messy and vivacious Palermo on my way east to winding mountain roads that make up part of the infamous Targa Florio racing route.

 

Begun in 1906, it was a death-defying race that attracted manufacturers like Porsche, Ferrari, and Maserati.

 

Even Enzo Ferrari himself raced. It was all but stopped in 1973, considered too dangerous and ridiculous even by Sicilian standards ....".

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Invité §ran085xF

Che Iscritti !!!!!

Anche se poi qualche protagonista...e qualche bella vettura non parteciparono

 

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Carmelo..guarda che coppia doveva partecipare con il n°128 !!!!!

 

Salutami il Dottor Capuano..........

:jap::jap::jap:

 

 

Un grosso grazie all'amico Antonio Catanzaro..del museo Vincenzo Florio di Cerda...... :jap::jap:

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Invité §bes888PR

Il documento è semplicemente ECCEZIONALE.

 

Ci sono informazioni su numeri - certamente riferibili a vetture punzonate - mai visti ......... in quella Targa 1970 ; ed anche di Scuderie blasonate, alcune anche ufficiali ....... c'è da leccarsi i baffi.

 

E se sono stati attribuiti, quei numeri, ( poi mancanti in gara ) le vetture saranno certamente passate alle verifiche ...... e le immagini ..... dove sono ?

 

Strakatamik .... che question !

 

 

Best54

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Invité §ran085xF

Quelle Maledette/Benedette Forature alla Targa..... 1971.......della Porsche Martini N°8

 

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Eravamo al 7° giro di quella Targa......si concludeva mestamente il ciclo di vittorie Consecutive Porsche che durava dal 1966....ancora una volta l'idolo di casa Nino Vaccarella..vincitore alla Targa del 1965 su Ferrari..bissava il successo..questa volta portando in trionfo la Casa del Biscione

 

Per due foto ringrazio gli amici Sergio Tino e Giuseppe Sublime... :jap::jap::jap:

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Invité §bes888PR

C O M P A R E E E E E E ! ! !

 

Ho riletto il documento di Antonio ....

 

Ma cheffà ... me la trovi la foto di una 908.2 flunder numerata col 16 alle punzonature di Targa Florio 1970 con Piper e Craft nei paraggi ?? :lol:

 

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Carmè

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